Articolo pubblicato il 11 Febbraio 2024 da Giovanni Urgnani
Distribuito nelle sale statunitensi il 31 marzo 2023 mentre in quelle italiane dal 29 marzo dello stesso anno. Tratto dall’omonimo gioco di ruolo ideato da Gary Gygax e Dave Arneson, diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley e coscritto insieme a Michael Gilio. La colonna sonora è composta da Lorne Balfe, il trucco è curato da Alessandro Bertolazzi e Marta Roggero mentre il cast presenta: Chris Pine, Michelle Rodriguez, Regè-Jean Page, Justice Smith, Sophia Lilis, Daisy Head, Chloe Coleman e Hugh Grant.
La trama di Dungeons & Dragons – l’onore dei ladri, diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley
La trama ufficiale di Dungeons & Dragons – l’onore dei ladri, diretto da Johnatan Goldstein e John Francis Daley:
“Edgin e Holga si trovano in una prigione nelle lande innevate della Valle dal vento gelido, a Nord della catena montuosa del Dorso del mondo. A Sud dei monti si trova la più mite Costa della Spada, dove si ergono le più grandi città del mondo di Faerûn. Edgin e Holga sono finiti in galera dopo un colpo andato male, a cui Edgin ha partecipato per rubare la tavoletta del Risveglio, necessaria a resuscitare la moglie uccisa con una lama di Thay. Troveranno presto il modo per evadere e ricongiungersi alla figlia di Edgin, che però è ora accudita dal loro ex alleato Forge, un astuto truffatore che, alleatosi alla maga rossa Sofina, ha ottenuto una posizione nobiliare nella città di Neverwinter.“

La recensione di Dungeons & Dragons – l’onore dei ladri, con Chris Pine e Michelle Rodriguez
Ogni progetto cinematografico nato da un brand importante (o comunque che vuole diventarlo) con l’intento di dar vita ad un franchise più duraturo possibile, deve fare i conti con un ostacolo per nulla facile da affrontare: introdurre il contesto. È necessario, infatti, stabilire “le regole del gioco”, le origini della mitologia in questione e mettere in chiaro da che punto i protagonisti stanno partendo e come lo stanno facendo. È prevedibile quindi il presentarsi di sequenze ricche di spiegoni o espedienti simili, tutto sta nel modo in cui vengono proposti: in questo caso la strada percorsa è la più scontata e banale, un’introduzione pesante quanto un macigno, spezzettata da una serie di battute che allungano più del necessario la sua durata.
Tutta la prima parte è caratterizzata da una frammentazione che rallenta l’esecuzione, privandola di fluidità, passando da un luogo all’altro se quasi rendersene conto ed un continuo incrociare di personaggi. Si intervallano tra loro una serie infinita di gags una dietro l’altra, una quantità a dir poco eccessiva di umorismo, per la maggior parte infantile, come se le linee di dialogo o gli intrecci esistano esclusivamente a questo scopo. Emblema di ciò è incarnato dal personaggio di Forg (Grant), completamente sopra le righe dal primo all’ultimo secondo, un’insopportabile macchietta fagocitata dal suo interprete.

I pregi e difetti di Dungeons & Dragons – l’onore dei ladri, con Hugh Grant
Quando finalmente tutte le pedine sono state posizionate e non c’è più bisogno di spiegare alcunché, la pellicola viaggia più spedita e può sprigionare un concreto divertimento capace di far immergere lo spettatore in un’avventura dinamica e mozzafiato. La parte tecnica ed estetica inevitabilmente copre un ruolo di primordine, si accolgono con favore le panoramiche e i campi lunghi/lunghissimi su paesaggi naturali e contesti urbani valorizzandone la magniloquenza e lo sforzo produttivo meso in campo per la sua realizzazione, la computer grafica è assai massiccia e talvolta non sempre impeccabile ma mantiene un livello medio generalmente soddisfacente mentre la regia punta ampliamente sul dinamismo, riuscendo a sfoggiare movimenti e virtuosismi funzionali a garantire spettacolo. Le fonti a cui attinge la pellicola sono tante ed evidenti, una su tutte e sicuramente Guardiani della galassia, prodotto targato Marvel Studios diretto da James Gunn, in particolare nelle dinamiche di squadra e nei suoi componenti: un gruppo di individui scapestrati, reietti, delusi dalla vita, emarginati e buffi.
La psicologia e la profondità dei loro drammi sono però solamente grattata in superficie poiché non c’è la minima volontà di prendersi sul serio, ma rimane comunque apprezzabile il loro affiatamento, mostrandosi credibili nel loro insieme. Aldilà delle varie derivazioni non viene a mancare una propria identità, lo spirito ludico è vivo e caratterizza la narrazione come, ad esempio: la conquista di un oggetto, i combattimenti, le fughe, le varie missioni di ogni tipo e l’aspetto magico. I personaggi fanno parte di un grandissimo gioco re attraverso di esso superano le loro difficoltà, portano a casa le loro vittorie. Un gioco che vuole raggiungere la più ampia fetta di pubblico possibile, appetibile anche da chi di questo brand non è ha mai sentito parlare, lasciando a chiunque la possibilità di goderne.