Cerca
Close this search box.

Recensione – 65: Fuga Dalla Terra, il film di Fantascienza con Adam Driver

65: Fuga dalla Terra è uno degli ultimi progetti di Adam Driver, ma sarà riuscito a lasciare il segno?
65 Fuga dalla Terra, un film di Scott Beck e Bryan Woods

65: Fuga dalla Terra è il nuovo film di Scott Beck e Bryan Woods, opera di fantascienza con Adam Driver protagonista. Il film, dopo svariati posticipi, è stato distribuito nelle sale americane dal 10 marzo 2023 mentre in Italia è disponibile nelle sale dal 27 aprile 2023. Tra i suoi produttori, anche Sam Raimi. Di seguito, ecco trama e recensione di 65: Fuga dalla Terra.

La trama di 65 Fuga dalla terra, film di Fantascienza con Adam Driver

Prima di passare all’analisi del film, di cosa parla questo 65: Fuga dalla Terra? Il film di Scott Beck e Bryan Woods ci racconta di come Adam Driver, prima ancora della nascita dell’umanità, debba intraprendere una missione spaziale per poter ottenere i soldi necessari per le cure della figlia, ma qualcosa va storto durante il viaggio e lui, ovvero Mills, precipita su un pianeta sconosciuto. Questo pianeta si rivelerà essere appunto la Terra di 65 milioni di anni fa, ovvero ai tempi dei dinosauri. Insieme alla piccola Koa, Mills dovrà portare avanti una vera corsa contro il tempo per poter fuggire dal pianeta e tornare a casa dalla sua famiglia, scampando sia ai dinosauri che alla pioggia di meteoriti che incombe sul pianeta.

65 Fuga dalla Terra, un film di Scott Beck e Bryan Woods

La recensione di 65: Fuga dalla Terra. Molto citazionismo, poca originalità

Che questo film non sia nato per essere la nuova punta di diamante del genere, lo si era intuito da subito, eppure si poteva sperare in un film divertente, che puntasse tutto sull’azione e sulle battaglie tra Adam Driver ed i dinosauri, cosa che sarebbe bastata per uscire divertiti e magari soddisfatti dalla sala. Purtroppo, in 65: Fuga dalla Terra non c’è niente di tutto questo. Il film di Scott Beck e Bryan Woods è un film nato male, già vecchio, che aveva alcuni elementi potenzialmente interessanti ma che, purtroppo, vengono gettati alle ortiche da subito. Per esempio, il pianeta d’origine di Mills, Somaris, poteva certamente essere sfruttato in maniera migliore, visto che sembra avere tutti i requisiti per la vita che sono presenti anche sulla Terra e poteva, in caso fosse stato sfruttato meglio, anche aprire le porte per una serializzazione. L’idea che un personaggio con le fattezze umane precipiti sulla Terra 65 milioni di anni fa, cosa esplicitata fin troppo dal titolo stesso del film e che si debba interfacciare con i dinosauri, è un’idea sfruttata malissimo, perché doveva portare ad un colpo di scena che, invece, non solo è assente ma addirittura chiaro fin dai titoli di testa. Inoltre, l’idea che Mills e Koa non riescano a comunicare perché parlano lingue diverse era interessante, derivativo da film come A Quiet Place, ma poteva comunque dare vita ad un qualcosa di intelligente che, però, si riduce invece a piccoli intermezzi tra una fuga e l’altra, senza andare mai ad incidere davvero nella storia del film, se non per un rapporto padre-figlia visto e rivisto.

 

 

Il problema principale del film è proprio questo: non solo non riesce a sviluppare i suoi punti di forza, quel qualcosa di originale che poteva e doveva fare la differenza, ma è fin troppo derivativo. Citare opere del passato, film che magari hanno formato i due registi Beck e Woods, non è in alcun modo un problema, ma lo diventa nel momento in cui ciò si presenta come struttura e spina dorsale dell’intero film. Il riferimento ad Interstellar è fin troppo chiaro, con Mills che deve lasciare sua figlia per una missione spaziale, rivede sue foto, suoi messaggi registrati, suoi ologrammi – tra l’altro, citazione palese al mondo di Star Wars e, in un caso specifico, al Luke Skywalker dell’ultima trilogia cinematografica – ed ha l’obiettivo di tornare da lei. Prima però, si va a creare un secondo rapporto padre-figlia con Koa, che però non riesce mai ad incidere davvero e risaltare. 

 

Ci sono inoltre evidenti citazioni a Matrix soprattutto nel momento della caduta sulla Terra, A Quiet Place dal punto di vista del linguaggio ma, ancor più, ad Alien ed il mondo nato dalla mente di Ridley Scott. Ed ancora, Annientamento di Alex Garland, che sembra quasi essere stato copiato nella locandina stessa e, ovviamente, a Jurassic Park, a cui si strizza più volte l’occhio. Addirittura, se vogliamo, si possono trovare elementi ripresi dai film di Godzilla. Insomma, va bene il citazionismo, ma il film non può essere solo questo ed è un peccato, perché se il film fosse stato una sorta di Scream fantascientifico con al suo interno tantissime citazioni che solo il fan e l’appassionato avrebbe potuto cogliere appieno, ma con una sua anima, lì avremmo avuto un film estremamente divertente ed avremmo visto probabilmente la nascita di un nuovo Franchise.

 

 

A proposito di anima: il vero nemico del film sono chiaramente i dinosauri. L’idea di un essere che parte dal suo pianeta tecnologicamente avanzato e cade sulla Terra di 65 milioni di anni fa e se la deve vedere con i dinosauri, poteva essere interessante e divertente. Oltre però a ciò che è stato detto fino a questo momento, bisogna anche soffermarsi un attimo, per l’appunto, su questi dinosauri. Il film è tecnicamente mediocre sia da un punto di vista di regia che, per esempio, di montaggio, ma c’è soprattutto un problema con i dinosauri stessi. Il film pare sia costato intorno ai 45 milioni di dollari ma ha anche avuto una gestazione complicata e diversi rinvii. 

 

Detto questo, la loro realizzazione in CGI è davvero fallace ed ha portato a nascondere gli stessi perché, tranne in una paio di occasioni, vediamo più cuccioli che altro – più piccoli, dunque più semplici da realizzare e portare su schermo – oppure solamente code, teste, zampe, ma mai davvero l’intera figura e, ancor più, non li vediamo quasi mai in gruppi ma spesso e volentieri da soli, dunque minacce relative e meno problemi per realizzarli, senza contare il fatto che spesso, oltre a vederne solo una parte, li vediamo di notte o passare velocemente davanti la macchina da presa. 65: Fuga dalla Terra è dunque un film nato male, già vecchio, che non sembra essere indirizzato ad un pubblico specifico, che si appoggia troppo sul mero citazionismo e che non riesce a portare avanti nel modo giusto quei pochi elementi che gli avrebbero permesso di portare a casa un bel film d’intrattenimento.

Voto:
1/5
Andrea Barone
1.5/5
Christian D'Avanzo
1.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO