Articolo pubblicato il 13 Aprile 2022 da wp_13928789
C’è poco da fare cari lettori : quando Aaron Sorkin si appresta a scrivere o dirigere un film, non possiamo che attenderci qualcosa di riuscito, e di sorprendente. A distanza di un anno da “Il Processo ai Chicago 7”, si vogliono far rivivere luci e ombre della Hollywood anni 50′, raccontando, ricordando, e onorando, la coppia composta da Lucille Ball, e Desi Arnaz, celebre per la sit-com di successo “I Love Lucy”.

“Nicole Kidman” e “Javier Bardem” davanti la macchina da presa, pronti a interpretare attentamente i coniugi “Ricardo”, che noi spettatori subito vorremmo conoscere più approfonditamente, incuriosendoci di fronte alla loro vita tra confronti e scontri, dubbi e indecisioni, amore folle e tradimento. Lucille è convinta che Desi la tradisca, seppur lui neghi, e smentisca di continuo, mentre la nostra protagonista è accusata, in piena “paura rossa”, di appartenere al partito comunista. Questa temibile forca che pende sulla sua testa, rischia di comprometterle la carriera, la relazione, e la vita.
Il regista, con una regia simmetrica, quadrata e geometrica, segue bene ogni dinamica, intrecciando il passato della coppia al presente compromesso da una crocetta sbarrata su di un partito mal visto da tutti. L’aspetto politico è giustamente sottolineato, per farci comprendere l’atmosfera difficile in cui si vivesse ai tempi, e una “Hollywood” sempre pronta ad usarti e gettarti, facendoti passare dal cinema di serie A, ad una misera radio. La sceneggiatura brilla dall’inizio alla fine, grazie ad una delle mani migliori dell’arte contemporanea, capace di inserire nella bocca dei nostri protagonisti dialoghi sempre attinenti a ciò che il film voglia raccontare, e mai superflui. Riusciamo ad appassionarci anche alle manie di perfezionismo della cara Lucille, in grado di sfogare tutto il suo malcontento nel lavoro, per colpa della brutta situazione vissuta nel corso di quella data settimana, tra amore tormentato, vita compromessa, e la scoperta di essere incinta, con l’intento di cambiare la storia già scritta di tutti i futuri episodi della serie, desiderando far vedere la prima nascita in tv della suddetta, e trovando l’opposizione secca della produzione.

Le due ore presentate riescono a volare, specialmente se ci lasciamo ammaliare dal contesto in cui la storia si svolge : teatri di posa pieni di gente ad applaudire, camerini dove litigare col marito, ma anche con produttori, attori e sponsor, sino alla casa dei due protagonisti, testimone di scenate di gelosia, segreti non detti, sesso sfrenato, e drink lasciati a bordo piscina ubriachi. La bellezza del cinema è che riesce a farti conoscere storie che, a cose normali, non avresti scoperto, o che, lo ammetto, non sarebbero interessate a nessuno. Eppure, dopo la visione, con ancora gli occhi a cuoricino, sono andato su internet a documentarmi, scoprendo non solo quanti milioni di spettatori abbia appassionato “I Love Lucy” (in Italia tradotta “Lucy ed io”), ma anche che fosse consigliata nel taccuino aperto da Steve Rogers all’inizio di “Captain America – The Winter Soldier”, come prodotto assolutamente da recuperare. Pensate però che in terra italica è approdata solo la prima stagione, su sei. I casi curiosi.

Un autore che ama il cinema e che parla di cinema, che lo fa risplendere, mostrandone pro e contro, e che non si tira indietro nel far percepire quanto ai tempi, per puro bigottismo, certe cose, come l’essere incinta, non potessero essere raccontate in tv, per timore di scandalizzare i cristiani, per esempio. Oggi invece non esiste più questo limite, non curandosi più della sensibilità di nessuno. Grazie all’opera si pensa e si riflette sui cambiamenti di ieri e di oggi.
Sarà un film minore del precedente? Può darsi, ma ce ne fossero. Che meraviglia poter vedere come un ciak e un “AZIONE” possano realmente cambiare le cose, come se ogni problema, ogni tafferuglio, qualsiasi gelosia e litigata, restasse al di fuori di quel mondo magico chiamato “CINEMA”, dal momento in cui la vita vera si mette da parte, per dar inizio allo show.
P.S. La butto lì. Sorkin si porterà a casa qualche premio anche stavolta, e ne sarei felice.
Paolo Innocenti
8.5 / 10
Andrea Barone: |
Christian D’Avanzo: 7 + |
Carlo Iarossi: |
Andrea Boggione: 8 |
Paola Perri: |
Giovanni Urgnani: |