Stardust: Il fantasy dimenticato

Articolo pubblicato il 19 Marzo 2022 da wp_13928789

Dopo l’incredibile successo de “Il signore degli Anelli”, trilogia che ha cambiato per sempre la storia del cinema, era inevitabile che Hollywood venisse inondata da produzioni fantasy, dando vita a un trend che durò per buona parte dei primi anni duemila.

Poche furono però le pellicole degne di nota, molte quelle mediocri, ma ancora di più furono i flop a confermare come in realtà quello de “Il signore degli anelli” fosse un caso unico difficilmente replicabile. Nel calderone dei vari “Narnia”, “Eragon” e “La bussola d’oro” vi fu però un film, sicuramente più piccolo per budget e pretese, fin troppo passato in sordina, che merita senza dubbio di essere scoperto e riscoperto: “Stardust”

Uscito nel 2007, “Stardust” porta la firma alla regia e alla sceneggiatura di quel Matthew Vaughn, nato come produttore dei film dell’amico Guy Ritchie e da poco passato dietro la macchina da presa con “Pusher”, che successivamente si dedicherà a tanti Instant-cult del cinefumetto, come “Kick-Ass”, “X-Men: L’inizio” e la saga di Kingsman.

Liberamente tratto da un romanzo di Neil Gaiman (con il benestare dell’autore) Vaughn e la sua co-sceneggiatrice di fiducia Jane Goldman adattano l’opera originale, piuttosto seriosa per tematiche e atmosfera, senza snaturarla ma alleggerendola e introducendo maggior humour. Ne risulta così un particolare ibrido che integra sapientemente, ad una storia dai toni decisamente fiabeschi, elementi dark e grotteschi, oltre a tematiche sociali non scontate in queste pellicole, come l’omosessualità o l’ossessione per la bellezza.

La storia segue l’avventuroso viaggio di Tristan Thorn (Charlie Cox) nelle terre magiche per recuperare una stella caduta per la sua amata, che lo porterà a vedersela con bizzari pirati dei cieli, streghe malvagie e una lotta fratricida per ottenere la successione del regno. Ma le apparenze spesso ingannano, nulla è come sembra e i colpi di scena e ribaltamenti delle aspettative sono all’ordine del giorno.

Vaughn dirige tutto con sapiente maestria, lavora molto con il montaggio, alternando, in base all’esigenza, un ritmo dinamico e forsennato a momenti più delicati e riflessivi. Ottimo il comparto tecnico, dalle scenografie, ai costumi, allo splendido trucco. Ricercata e ben assemblata la colonna sonora, tra tracce originali e brani classici. Il più grande elemento di forza ricade però nel cast. I giovani, Charlie Cox e Claire Danes sono due perfetti protagonisti per una fiaba fantasy, rimandando sia visivamente, sia nella scrittura, a classici del genere come “La storia fantastica”. Mark Strong, attore feticcio di Vaughn, nella parte del freddo e spietati principe Septimus, e Michelle Pfeiffer, in quella della strega Lamia, sono due cattivi eccezionali. Ed è proprio quest’ultima a rapire la scena regalandoci una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Crudele, terrificante e apparentemente invincibile, una strega ossessionata dal proprio aspetto fisico, pronta a tutto per ringiovanire e ritrovare la sua bellezza. Farà, poi, piacere a molti poi ritrovare Ricky Gervais in un piccolo cameo e sopratutto un Robert De Niro, divertito e assolutamente in parte, in un inedito e indimenticabile ruolo, per il quale mi riservo di non spoilerare.

Stardust è una piccola perla nascosta del genere fantasy che non ha goduto, purtroppo, del successo che avrebbe meritato ma che merita assolutamente di essere riscoperto. Un fiaba sui generis, mai banale e ricca di spunti di riflessione. Un film assolutamente Consigliato!

– Carlo Iarossi