Articolo pubblicato il 19 Marzo 2022 da wp_13928789
Dopo le due puntate di assestamento della scorsa settimana (ovvero la terza e la quarta puntata), di cui potete leggere qui il nostro parere, nella Domenica del 20 Febbraio la serie evento L’Amica Geniale tocca il suo apice narrativo arrivando al cosiddetto “giro di boa”. Ancora una volta lo spettatore ha dinanzi un quadro di tematiche quantomai interessante, con una cornice registica e delle interpretazioni attoriali davvero superbe.
La quinta puntata introduce le manifestazioni femministe contro il regime patriarcale dell’Italia anni ’70. Vediamo Lenù a Firenze, ormai madre e moglie di famiglia, partecipare a questi eventi, seppure visibilmente in difficoltà. Non viene infatti compresa dal marito che, come accennato lo scorso Lunedì, dimostra di avere ancora una mente retrogada su alcune questioni di ambito sociale. Le donne avevano poco spazio, ed era una convenzione. Il conflitto di coppia, tuttavia, in questo frangente sembra attenuarsi.
Al contempo, giù nel Rione imperversano violenza e lotte estremiste fra fascisti e comunisti. Il personaggio di Pasquale sembra aver preso un sentiero pericoloso, affiancato da Nadia, ex-ragazza di Nino Sarratore.
Qui è doveroso un plauso alla sceneggiatura, che sviluppa il ruolo dell’operaio napoletano sorprendendo lo spettatore. Il personaggio si evolve senza ombra di dubbio in negativo, ma si tratta di un’evoluzione graduale, perciò inattesa. L’attore (Eduardo Scarpetta) è così convincente nel cambiamento da risultare improvvisamente antipatico ai nostri occhi; non riusciamo più a condividere la sua ideologia e il suo comportamento inquietante, ora che si è perso nella causa.
La scena del pranzo a casa di Lenù rivela un’ottima costruzione della tensione fra i personaggi, enfatizzata da sguardi lunghi e silenzi opprimenti. Questo elemento si ripeterà poi nella sesta puntata.
Quella di Pasquale è una visione radicale della politica, nonché esclusiva. Lui crede nei diritti degli operai, ma rifiuta la comprensione degli intellettuali “superiori”, cerchia di cui Lenù fa ora parte insieme al marito. La loro levatura sociale lo infastidisce al punto di prendersene gioco e umiliarli nella loro stessa casa, davanti alla compostezza disarmante di Pietro.
Eppure, nell’ambiguità del ragionamento, Lenù sembra sostenere per un momento l’atteggiamento del suo vecchio amico. Riconosce il contesto difficile da cui entrambi provengono, contestando l’ipocrisia di Pietro che critica il ragazzo solo perché di famiglia agiata. Come dice Lenù, tutto quello che è diventato lo deve alla sua famiglia; mentre lei ha dovuto sudare per costruirsi una reputazione sociale credibile. Ennesimo elemento che sottolinea quanto sia complicato per lei dimenticare le sue origini, e che inconsapevolmente è ancora in fuga dal Rione.
Il rapporto fra Lenù e Lila è un susseguirsi di alti e bassi, come descritto ampiamente in precedenza. Ma forse stavolta siamo davvero al punto di rottura definitivo.

Nella sesta puntata capiamo che Lila si è unita alla fila estremista dei comunisti, insieme a Pasquale. Il suo “breaking bad” sarà preponderante nella narrazione di questo episodio, che si rivela essere forse il migliore della terza stagione, se non addirittura della serie tutta e dal suo esordio.
La rivelazione attraversa il personaggio di Lenù come una doccia fredda. Non era già abbastanza guardare alla sorella minore con disappunto per aver accettato di convivere con Marcello Solara, membro della famiglia più temuta del Rione? Non era già abbastanza invitarla in un covo di serpi e sminuirla davanti alla sua amica e alla sua famiglia per averli trascurati?
La scena del pranzo con i Solara rappresenta il punto più alto della scrittura di questa serie, in ogni sua forma. Provi quasi pena per il personaggio di Lenù, costretta in gabbia fra tanti volti familiari e smarrita allo stesso tempo. Agli occhi di Pietro, il più ingenuo di tutti perché estraneo agli eventi, la verità invece è chiara sin da subito. Definisce Lila come “dotata di un’intelligenza cattiva”. Perfida persino nei confronti della sua più cara amica, sparge il sale sulle sue ferite. Prova soddisfazione nel comandare altre donne a lavoro, trattandole con aria di superiorità.
In effetti, se pensiamo alla narrazione blanda delle due puntate precedenti, il suo personaggio qui subisce il cambiamento più importante. E lo spettatore, forse per la prima volta, si distacca da lei. Propende verso Lenù, la quale finalmente trova la forza di prendere la stessa decisione.
La lascia andare. Esce dalla sua orbita schiacciante ed è pronta a “Diventare fuori di lei”.
Un finale di puntata che si apre a un nuovo inizio.
In attesa dell’ultimo appuntamento settimanale, in onda Domenica prossima su Rai 1, non si potrebbe essere più soddisfatti di questa terza stagione de L’Amica Geniale, così realistica in ogni dettaglio… perché è il nostro passato, il nostro presente, il nostro specchio emotivo.
Paola Perri