“CYRANO” DI JOE WRIGHT. UNA VERA SORPRESA!

Articolo pubblicato il 13 Aprile 2022 da wp_13928789

Da Giovedì 3 Marzo, potremo trovare nelle sale, un nuovo adattamento del “Cyrano De Bergerac” : celebre commedia teatrale in cinque atti, datata 1987, del poeta francese “Edmond Rostand”, che a sua volta si ispirasse al realmente esistito “Savinien Cyrano De Bergerac”, uno stimato scrittore della Francia del Seicento.

Dietro la macchina da presa troviamo il bravo “Joe Wright”, che sceglie di adattare il musical di Erica Schmidt (qua nel film sceneggiatrice), scegliendo come protagonista Peter Dinklage (marito della Schmidt), che già fosse stato diretto in tal ruolo nella versione teatrale. Una scelta intelligente e sensata, se pensiamo che la storia narri proprio di un valoroso cavaliere che, temendo di non essere contrapposto per colpa del suo aspetto fisico, si rifiuti di comunicare il proprio amore alla bella “Roxane”, che invece è ammaliata e innamorata del cadetto “Christian De Neuvilette”. Dinklage, affetto da nanismo, è il “Cyrano” perfetto per esprimere al cento per cento questo senso di disagio, di paura, e di sconforto. La sua forza valorosa, il suo saper parlar colto, e la sua preparazione culturale, non riescono a farlo aprire con la sua amata, tant’è che, per rispetto di essa, cercherà di aiutare Christian a conquistarla, scrivendo lettere al posto suo, per poi spedirle e aiutando quindi l’avversario in amore, incapace di esprimersi se non in modo goffo e desideroso di apprendere dal taciturno e sconsolato “Cyrano”.

Nell’immaginario collettivo il protagonista è sempre stato un uomo con il nasone, ma qua la caratteristica principale cambia e trova un suo senso specifico all’interno dell’opera.

Joe Wright, con maestria e garbo, dirige un film sorprendente, dove la forza delle musiche dei “The National”, si fonde all’imponenza visiva, alla possanza della fotografia calda come l’amore per la bella protagonista, ad una scenografia perfetta che ti riporti in quegli anni dove a far da sfondo ci fosse una Guerra, e ad una sceneggiatura senza sbavature e puntuale, che renda omaggio all’opera originale, ma rendendola attuale, vera, forte e d’impatto.

La sceneggiatrice, dopo aver messo in scena il musical, conosce i suoi personaggi e dà ed essi la giusta importanza, caratterizzandoli e rendendoli colorati di uno spessore intrinseco che ammalia lo spettatore, che si ritrova a lottare per far sì che giustizia sia fatta. La bella protagonista, interpretata da “Haley Bennet” (moglie del regista Wright), di fronte alla scoperta della realtà, si lascerà conquistare dall’animo di “Cyrano”, o dalla bellezza di “Christian”? Che cos’è in fondo l’amore se non indecisione, scelte improvvise e passione? Tutto questo verrà ben rappresentato, in maniera ottimale ed efficace, senza mai perdersi in patetismi o retorica spicciola. Intelligente anche l’idea di scegliere “Kelvin Harrison Jr”, attore di colore, nel ruolo di “Christian”, senza mai dar l’idea che si stia abbracciando forzatamente il “politicamente corretto”. Tutto ha un suo perché, tutto ha un senso.

Come in ogni storia d’avventura che si rispetti, non può mancare un temibile nemico, come in questo caso il terribile “Conte De Guiche”, un “Frollo” di Victor Hugo che si innamori della desiderata “Roxane”, l’Esmeralda della situazione, costringendola a stare insieme, sotto gli occhi bramosi di vendetta di un “Christian” che ricordi un moderno “Febo” (seppur non spregevole come esso) e un “Cyrano”- Quasimodo, pronto a sacrificarsi per la sua amata.

Tutto è messo in scena con poesia e delicatezza nei raccordi, abbracciando l’epico e il cavalleresco, dove la canzone ti travolga, ti resti in mente e dove l’emozione arrivi dritta al cuore, come la spada di “Cyrano” quando colpisce i suoi nemici.

Non è affatto la solita trasposizione dell’opera, anzi, è un qualcosa di molto più innovativo e sensato.

La tridimensionalità data ai personaggi riesce a rendere il film più interessante, in quanto non ci si sofferma esclusivamente su “Cyrano”, come in molte altre trasposizioni, bensì su un maggior numero di protagonisti, importanti e con dei sentimenti da manifestare.

Ci inorgoglisce il fatto che il film sia stato girato in Sicilia, nella nostra Italia, per meglio dire a Noto, durante il periodo di pandemia da Covid-19.

Un lavoro certosino che certo non passerà inosservato e che avrebbe dovuto avere maggiore riscontro ai prossimi “Oscar”, dove saremo pronti a tifare comunque “Massimo Cantini Parrini” e “Jacqueline Durran”, per gli ottimi costumi.

Un film assolutamente da non perdere, sincero e incantevole.

Paolo Innocenti

8.5/10

Andrea Barone:
Christian D’Avanzo: 5.5
Carlo Iarossi
Andrea Boggione: 8
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