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Recensione – Guardiani della Galassia, il film di James Gunn con Chris Pratt e Zoe Saldana

Recensione Guardiani della Galassia

Oggi i Guardiani della Galassia sono riconosciuti come uno dei gruppi più amati ed iconici del panorama cinematografico mondiale, eppure nel 2014 l’uscita dell’omonimo film di James Gunn era stato etichettato come una scommessa pura e semplice. Ecco la recensione di Guardiani della Galassia, il decimo film del Marvel Cinematic Universe diretto da James Gunn con Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Bradley Cooper, Vin Diesel, Karen Gillan e Michael Rooker.

La trama di Guardiani della Galassia

Dopo aver assistito impotente alla morte della madre, il piccolo Peter Quill viene rapito da una banda di pirati spaziali chiamati Ravagers, comandati dal bieco Yondu Udonta (Michael Rooker). Ventisei anni dopo, un cresciuto Peter (Chris Pratt) è sulle tracce dell’Orb, una sfera custodita segretamente sul pianeta Morag, disobbedendo agli ordini di Yondu che, per ripicca, mette una taglia sulla testa del suo giovane allievo. Contemporaneamente a bordo della Dark Aster, una nave da guerra Kree, il folle Ronan l’Accusatore (Lee Pace) è anch’egli sulle tracce dell’Orb per conto del Titano Pazzo Thanos (Josh Brolin): il piano di Ronan è semplice, sfruttare la potenza della sfera per spazzare via il pianeta Xandar, da sempre in conflitto col popolo Kree. Ronan invia l’assassina Gamora (Zoe Saldana) per intercettare l’Orb, ma quest’ultima finisce arrestata dopo aver ingaggiato una breve lotta con lo stesso Quill, dove vengono coinvolti anche i cacciatori di taglie Rocket (Bradley Cooper) e Groot (Vin Diesel). I quattro, una volta giunti in carcere, dovranno collaborare insieme a Drax Il Distruttore (Dave Bautista) per tentare di evadere di prigione.  

Recensione Guardiani della Galassia

La recensione di Guardiani della Galassia

Fu durante il Comic-Con di San Diego del 2012 che il presidente dei Marvel Studios, sua eccellenza Kevin Feige, annunciò che Guardiani della Galassia era entrato ufficialmente in fase di sviluppo. L’intento di Feige e soci era quello di iniziare ad esplorare maggiormente il lato cosmico del Marvel Cinematic Universe, introducendo a tutti gli effetti il big villain già presentato nella post-credit di The Avengers, quel Thanos che con il suo ghigno beffardo lanciava il guanto di sfida (o dell’Infinito) contro gli eroi più potenti della Terra. Da questo punto di vista si potrebbe considerare Guardiani della Galassia come un vettore, un mezzo necessario per divulgare il malvagio piano di conquista del Titano Pazzo al grande pubblico. Di fatto, però, il film scritto e diretto da James Gunn è un’opera che funziona benissimo non solo come tramite, accennando il futuro sviluppo del personaggio di Thanos,ma anche (e soprattutto) come film autonomo ed indipendente.

 

Gunn, che si è fatto le ossa dirigendo film per la Troma Entertainment di Lloyd Kaufman, all’epoca era ben lontano dai fasti odierni ed era considerato dai più come una semplice scommessa, quasi un azzardo a dirla tutta. Un regista che era abituato a lavorare con budget piuttosto bassi e che faceva dell’inventiva la sua impronta stilistica, non poteva funzionare alla guida di un blockbuster secondo gli addetti ai lavori. Forse furono proprio le basse aspettative a far sì che il regista di Slither e Super – Attento crimine!!! potesse lavorare in tranquillità, senza l’enorme peso dell’hype a mettergli i bastoni tra le ruote. La semplicità è il marchio di fabbrica del decimo film del Marvel Cinematic Universe, Gunn mette le carte in tavola fin dal prologo terrestre con protagonista il piccolo Peter Quill (o Star-Lord, come amerà farsi chiamare da adulto): il senso di appartenenza, i legami familiari e il saper fare squadra sono gli elementi fondamentali di una pellicola con tanto cuore ma che sa anche mostrare i muscoli quando il gioco si fa duro. Guardiani della Galassia è infatti un film atipico per gli standard dei Marvel Studios, una pellicola che gioca con il sense of humor (a volte sconfinando nel black più totale) senza però cadere nel volgare, il tutto infarcito da un’emotività di fondo non indifferente, capace di saper coinvolgere anche lo spettatore più scettico con sequenze ben congegnate e inconsuete per un cinecomic.

 

La caratterizzazione dei personaggi è l’asso nella manica del film. Tutti gli attori sono incredibilmente in parte, come se fossero nati per interpretare questi ruoli. Chris Pratt ha il fisico e la faccia giusta per impersonare un guascone come Star-Lord, il suo essere così sbruffone ma allo stesso tempo così emotivamente fragile è il binomio perfetto per un protagonista sfaccettato che allontana di netto il canone dell’eroe senza macchia e paura tipico dei film di questo genere. Zoe Saldana alias Gamora, la figlia adottiva di Thanos che cerca vendetta contro un padre dittatore che l’ha sempre sfruttata, è una donna forte fisicamente e caratterialmente che all’apparenza sembrerebbe diametralmente opposta a Quill, eppure all’interno della sua rigida corazza esteriore si trova un personaggio complementare al protagonista per la sua umanità. Persino l’ex wrestler Dave Bautista, qui al suo vero e proprio ruolo nel cinema che conta, nei panni di Drax riesce ad essere convincente tanto nella sua forza erculea quanto nel suo carattere buono e anche un po’ sempliciotto. Rocket e Groot, gli unici personaggi completamente ricreati in CGI, sono anch’essi fondamentali per gli equilibri del team: il primo nel suo essere così scorbutico e brontolone si tuffa nell’azione più sfrenata, il più delle volte senza paura e a testa bassa, il secondo invece nella sua bonarietà (con sole tre parole esclamate: “Io sono Groot”) sembrerebbe la mascotte del gruppo ma riesce ad essere comunque incisivo per il proseguo della storia grazie alla sua bontà d’animo. La potenza dei Guardiani sta tutta qui: nel saper equilibrare cinque caratteri assolutamente  diversi tra loro in un’unica grande forza.

Recensione Guardiani della Galassia

Gunn, co-sceneggiatore insieme a Nicole Perlman, riesce nella sua lucida follia ad unire cinque individui completamente agli antipodi facendoli diventare una cosa sola, regalando allo spettatore lo stesso senso di appartenenza che cerca Peter Quill, prima nella sua famiglia terrestre, poi nei Ravagers e solo successivamente con la banda di idioti più sgangherata della galassia. Se i buoni sono tutti ben caratterizzati e diversificati tra loro, purtroppo non si può dire lo stesso dei villains del film. Sebbene Karen Gillan nei panni di Nebula riesca a portare in scena un personaggio conflittuale e in eterna competizione con la sorellastra Gamora, lo stesso non si può dire per Lee Pace con il suo Ronan l’Accusatore: un cattivo scialbo e poco carismatico nonostante l’impegno che l’attore, già visto in opere come Lincoln e Lo Hobbit, mette in atto. Ronan è sì minaccioso ma la sua rappresentazione è da villain di serie B poco graffiante e francamente piuttosto trascurabile, un piccolo punto a sfavore di una scrittura collettiva che rimane comunque intelligente malgrado l’inserimento del classico nemico da operetta.

 

Se dal lato teorico Guardiani della Galassia regala dei personaggi (quasi) tutti scritti a regola d’arte, dal lato pratico James Gunn, avendo a che fare con un budget elevato, si diverte come un bambino. Le sequenze action sono ordinate, pulite e mai cardiopatiche, inoltre il regista originario di Saint Louis riesce a girare dei segmenti spaziali che non sfigurerebbero affatto in un qualsiasi Star Wars moderno o vintage che dir si voglia. Gunn coinvolge il pubblico non solo con sprazzi di autentico divertimento ma anche con parti emotive ben orchestrate che offrono un puro senso di epicità, coadiuvate dall’ottima colonna sonora realizzata da Tyler Bates che con poche note musicali compone uno dei main theme più iconici di tutto il Marvel Cinematic Universe. Da citare senza dubbio il confronto finale contro Ronan sulle note di Black Tears o i sacrificio dei Nova Corps  che fanno muro contro l’imminente sbarco della Dark Aster su Xandar: momenti di grande cinema fantascientifico come non se ne vedevano da anni.

Recensione Guardiani della Galassia

Dove poter vedere Guardiani della Galassia in streaming

Guardiani della Galassia, disponibile su Disney+ insieme al resto del MCU, è un film che si regge completamente sulle sue gambe, forte di una messa in scena con i controfiocchi e diretto splendidamente da un regista con le idee più chiare del Sole. Il decimo film dei Marvel Studios, il primo completamente fantascientifico, non è stato solamente una scommessa vinta ma è anche diventato in breve tempo uno dei film più iconici della Casa delle Idee. I Guardiani sono rapidamente entrati nel cuore di tutti, dagli amanti dei cinecomics ma anche del pubblico generalista grazie ad una pellicola dal gusto elementare ma di grande impatto visivo e narrativo, affiancata da una performance attoriale degna di nota e da una colonna sonora (strumentale e musicale) entrata ben presto nell’immaginario collettivo. Se la lacrimuccia è scesa sulle guance di chi sente la battuta “Noi siamo Groot” vuol dire che il film di James Gunn ha fatto centro con un colpo solo, il che significa che la squadra capitanata da Star-Lord ha fatto egregiamente il suo lavoro.

Voto:
5/5
Andrea Barone
4.5/5
Andrea Boggione
4.5/5
Christian D'Avanzo
4/5
Gabriele Maccauro
3.5/5
Riccardo Marchese
3.5/5
Alessio Minorenti
4.5/5
Paola Perri
4/5
Vittorio Pigini
4/5
Bruno Santini
4/5
Giovanni Urgnani
4/5
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