Articolo pubblicato il 1 Agosto 2023 da Paola Perri
Si è ufficialmente conclusa la serie The Crowded Room, andata in onda dal 9 Giugno 2023 con rilascio settimanale sulla piattaforma streaming Apple TV Plus. La serie è composta da dieci episodi, e vede come protagonisti Tom Holland (Spiderman No Way Home) ed Amanda Seyfried (Mamma Mia!, Dear John, Les Miserables). Di seguito la trama e la recensione del decimo ed ultimo episodio della serie thriller The Crowded Room.
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La trama del decimo episodio di The Crowded Room, serie con Tom Holland
Dopo aver tentato il suicidio nel precedente episodio, Danny viene sostituito dall’identità di Jack, il quale prende possesso del suo corpo per proteggerlo durante le complicazioni del processo ancora in atto. Jack preferisce mandare Danny in prigione, piuttosto che sottoporlo alle cure psichiatriche proposte da Rya. Ma Danny ormai è stufo di soccombere alle altre entità che abitano la sua testa, e approfittando di un momento di difficoltà in Jack riprende il controllo del suo corpo, confessando finalmente in tribunale di essere stato vittima di violenza sessuale.
Poco dopo la giuria emette il verdetto finale, e dichiara il ragazzo “non colpevole”, grazie alla sua condizione di insanità mentale. Danny inizia dunque il suo lungo processo di cura, che lo porterà eventualmente alla sua completa ricostruzione dell’io. Rya visita più volte il ragazzo nella struttura in cui soggiorna durante il processo di guarigione, ed è felice di constatare i suoi miglioramenti. Danny appare ora sereno, e ringrazia la donna che lo ha aiutato ad intraprendere questo viaggio tortuoso, nonché ad accettare la tragica verità del suo passato.

La recensione del decimo episodio di The Crowded Room, serie con Tom Holland
La nuova serie Apple TV Plus, The Crowded Room, giunge al suo epilogo dopo una serie di sfortunati “alti e bassi” narrativi. Il soggetto contiene in sé un thriller potenzialmente interessante, con una vena introspettiva sul personaggio protagonista interpretato da Tom Holland. Molto spesso però la trama pecca di banalizzazione e superficialità, lasciando aperti inoltre alcuni buchi di sceneggiatura. La sottotrama della crush di Danny, ad esempio, si perde inesorabilmente nel nulla e non verrà mai più ripresa.
Inoltre non sappiamo cosa succede al patrigno di Danny. Quali ripercussioni ci saranno su di lui ora che il ragazzo ha confessato la verità? Niente da dire sulle performance attoriali di Holland e della co-protagonista Amanda Seyfried, che rappresentano sicuramente il punto di forza del prodotto. Come nei precedenti episodi, anche nel finale di stagione ci sono evidenti spunti di riflessione mancati. Sarebbe stato interessante vedere come il personaggio di Danny attraversa nel quotidiano il processo di cure per ricostruire la sua personalità spaccata in pezzi.
Purtroppo questo elemento è ridotto unicamente ad una scena di circa cinque minuti, dove non viene esplicitata alcuna informazione a riguardo. Si assiste solo ad un dialogo “emotivo” fra Rya e Danny dove entrambi si ringraziano a vicenda. Per quanto riguarda lo sviluppo del processo in tribunale, la regia resta mediocre, e la scrittura non riesce a valorizzare la complessità del tema in argomentazione. Ci si trova a chiedersi quale fosse il vero intento di questa serie. Denunciare forse, o criticare, il mancato aiuto di una società americana sugli adolescenti in difficoltà. Oppure evidenziare una condizione patologica ritenuta “minore”, tramite il disturbo dissociativo dell’identità, come l’infermità mentale. Ne viene fuori solo una “forzata” sensibilizzazione dello spettatore, tuttavia incompleta perché non vengono forniti adeguati elementi per comprendere. Insomma, The Crowded Room si muove in maniera discontinua e poco efficace fra un thriller psicologico e una critica sociale “già vista”. Al termine della serie si ha la sensazione amara che la gestione potesse essere nettamente migliore rispetto al risultato finale, dato il soggetto promettente.