Recensione- Demeter: Il risveglio di Dracula, un’occasione sprecata

Immagine di Dracula in Demeter: Il risveglio di Dracula

Articolo pubblicato il 15 Agosto 2023 da Bruno Santini

Esce nelle sale italiane giovedì 10 agosto 2023 “Demeter: Il risveglio di Dracula”, film horror diretto dal regista norvegese André Øvredal e ispirato liberamente al settimo capitolo del romanzo Dracula, scritto da Bram Stoker, che ruota attorno al tragitto della nave Demeter, imbarcazione che, a insaputa del suo equipaggio, trasporta il conte Dracula dalla Romania all’Inghilterra. La pellicola a causa del suo budget di 40 milioni finirà, a meno di sorprese, per rivelarsi un insuccesso al botteghino.


Di seguito la trama e la recensione di Demeter: Il risveglio di Dracula.

La trama di Demeter: Il risveglio di Dracula

Questa è la trama riportata dal sito ufficiale della pellicola, Demeter: Il risveglio di Dracula: “Il film si basa su uno dei più agghiaccianti capitoli del romanzo di Bram Stoker Dracula. The Last Voyage of the Demeter racconta la terrificante storia della nave mercantile Demeter, che fu noleggiata per trasportare un carico privato – cinquanta casse di legno senza contrassegno – dai Carpazi a Londra. Strani eventi accadono ai membri dello sventurato equipaggio mentre tentano di sopravvivere al viaggio oceanico, inseguiti ogni notte da una presenza spietata a bordo della nave. Quando finalmente la Demeter arriva al largo delle coste dell’Inghilterra è un relitto carbonizzato e abbandonato. Dell’equipaggio non c’è traccia.”

Demeter: Il risveglio di Dracula

La recensione di Demeter- Il risveglio di Dracula

Dracula è uno dei romanzi più sfruttati per adattamenti della storia del cinema. Gli adattamenti riguardanti il principe della notte si sono susseguiti più o meno fedeli al romanzo originale e più o meno riusciti, delle volte (come nel caso dei due Nosferatu) persino sotto mentite spoglie. Demeter- Il risveglio di Dracula porta sul grande schermo uno dei capitoli più suggestivi del romanzo, nel settimo capitolo di Dracula infatti la narrazione passa dai diari e lettere di Jonathan Harker e la sua amata (Dracula è un romanzo scritto in prima persona in forma epistolare e diaristica)  a quello del capitano del vascello Demeter, intento a trasportare delle casse dalle sponde del Mar Nero al porto di Londra.

 

Sulla carta il progetto affidato a Øvredal aveva tutte le carte in regola per rivelarsi quantomeno una avvincente narrazione gotica basata su uno dei passi più suggestivi della celebre fonte originale. Il diario del capitano è infatti uno dei capitoli del libro in cui Stoker riesce a coniugare quasi perfettamente il suo stile sobrio ma evocativo con la rivoluzionaria idea di vampiro che lo porterà a diventare uno dei nomi più noti della letteratura mondiale. La paranoia crescente, il senso di insicurezza, l’evanescenza letale della minaccia rendono il susseguirsi degli eventi una sublime discesa agli inferi per l’ignaro equipaggio che disperatamente tenta di trarsi in salvo.

 

Purtroppo il film di Øvredal non riesce fino in fondo né a ricreare il senso di paranoia dell’opera originale né tantomeno a caratterizzare forzatamente dei personaggi che sarebbero dovuti essere scritti con una perizia ben diversa per risultare intriganti. Il difetto più grosso è sfortunatamente l’elemento cardine del film: il conte Dracula. Se infatti si può soprassedere riguardo il fatto che non abbia praticamente nessuna caratteristica visiva o caratteriale che lo accomuni al personaggio del libro (e qui verrebbe da chiedersi che senso abbia avuto denominare il film “Il risveglio di Dracula) non si può chiudere un occhio nei confronti della sua pessima resa estetica. E’ evidente come nella prima parte Øvredal tenti di celare la creatura inquadrando solo particolari o celandola nell’oscurità in quanto probabilmente resosi conto che la CGI con cui sarebbe stato realizzato Dracula sarebbe stata di così infima fattura. Quando infatti compie le sue uccisioni il vampiro emerge in tutta la sua poca grazia e scarsa credibilità, fattori che peraltro privano la creatura delle sue caratteristiche tipicamente legate alla sfera sessuale e alle numerose e affascinanti metafore che ne derivano. Si è lontani anni luce dalla meravigliosa resa del vampiro di una serie recente come Midnight Mass e si è più dalle parti di un B-Movie con un budget fuori scala.

 

Questa pochezza sul lato visivo non è l’unico punto dolente di una pellicola che inoltre dura decisamente troppo. Quasi due ore è un’enormità per un film che vuole adattare solo un capitolo di un romanzo a cui aggiunge poco o nulla, soprattutto a fronte del fatto che moltissimi adattamenti dell’intero romanzo di Dracula con minutaggi decisamente più contenuti hanno saputo portare a casa risultati più convincenti. Altro fattore che affossa la pellicola è il modo stanco e manicheo in cui rappresenta lo scontro tra il medico e il resto dell’equipaggio riguardo il dualismo scienza/superstizione. Unico fattore che salva la pellicola da un risultato che a quel punto sarebbe stato davvero pessimo sono le varie maestranze coinvolte, in primis quella di Øvredal che, anche lavorando con una sceneggiatura mal scritta e con un vampiro orrendamente realizzato, riesce attraverso tagli di luce dinamici e una regia pulita e efficace a lenire la frustrazione che si prova guardando un film che in fin dei conti è solo una grande occasione sprecata.

Voto
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Vittorio Pigini
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