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Recensione – Blue Beetle, il nuovo film della DC diretto da Angel Manuel Soto

Recensione - Blue Beetle

SCHEDA DEL FILM

Titolo del film: Blue Beetle
Genere: Azione, Supereroistico
Anno: 2023
Durata: 127′
Regia: Angel Manuel Soto
Sceneggiatura: Gareth Dunnet-Alcocer
Cast: Xolo Mariduena, Susan Sarandon, George Lopez, Bruna Marquezine
Fotografia: Pawel Pogorzelski
Montaggio: Craig Alpert
Colonna Sonora: Bobby Krlic
Paese di produzione: Stati Uniti d’America

Dopo il flop di pubblico e critica di The Flash, l’attesa per Blue Beetle era ai minimi storici. Eppure il film sullo scarabeo blu riesce, nella sua semplicità, ad essere un cinecomic onesto e senza troppe pretese. Ecco la recensione di Blue Beetle, il nuovo film a marchio DC diretto da Angel Manuel Soto con Xolo Mariduena, George Lopez, Bruna Marquezine e Susan Sarandon.

La trama di Blue Beetle diretto da Angel Manuel Soto

Dopo essersi laureato in giurisprudenza, il ventiduenne latinoamericano Jaime Reyes (Xolo Mariduena) torna nella sua città natale, Palmera City, per trascorrere del tempo con la sua famiglia. La situazione economica dei Reyes, tuttavia, non è delle migliori: il padre Alberto, malato di cuore, ha perso il lavoro e stanno per essere sfrattati a causa dell’affitto triplicato. Jaime decide di rimboccarsi le maniche per dare un aiuto economico alla famiglia, durante una giornata di lavoro complicata conosce Jenny Kord (Bruna Marquezine), rampolla della Kord Industries capitanata dalla bieca zia Victoria (Susan Sarandon). Per una serie di sfortunati eventi, Jaime si ritrova con un manufatto alieno chiamato “lo scarabeo” rubato dalla stessa Jenny alla zia Victoria che intendeva usarlo come arma di distruzione di massa: lo scarabeo si rivelerà essere un’armatura ipertecnologica senziente che troverà in Jaime l’ospite simbiotico perfetto.

Recensione - Blue Beetle

La recensione di Blue Beetle, il nuovo film della DC

C’era un tempo in cui i cinecomics erano dei semplici film d’azione, pellicole che non avevano la pretesa di cambiare il mondo in modo autoriale essendo loro degli onesti prodotti d’intrattenimento con una buona trama e tante dinamiche ben costruite. Blue Beetle, neonato progetto della DC/Warner e diretto dal portoricano Angel Manuel Soto, sulla carta era la vittima sacrificale dell’anno soprattutto alla luce del flop disastroso di The Flash. Il film di Andy Muschietti, causa una produzione problematica fatta di riscritture e reshoot, è diventato ben presto oggetto di scherno da parte del popolo di internet ed era praticamente sicuro che Blue Beetle avrebbe fatto la stessa fine, diventando l’ennesimo fallimentare progetto a marchio. Invece il film di Soto si rimbocca le maniche e, sebbene non sia un capolavoro assoluto della Settima Arte, fa il suo dovere.

 

La struttura del quattordicesimo film del l’ormai defunto DCEU (DC Extended Universe) è delle più classiche: la genesi dell’eroe, la scoperta dei poteri, i piani del cattivo, la consapevolezza del potere (da cui derivano grandi responsabilità) e la risoluzione degli eventi. Una forma che si è vista in decine di altri progetti che però, nella sua semplicità, ha sempre funzionato se alla base ci sono delle fondamenta solide e compatte. Da questo punto di vista Blue Beetle vince e convince soprattutto per quanto riguarda il comparto attoriale, il ventiduenne Xolo Mariduena (salito alla ribalta grazie alla serie Cobra Kai di Netflix), pur recitando in maniera scolastica, riesce perfettamente ad incarnare lo spirito del ragazzo ingenuo che inizialmente viene travolto dagli eventi ma che, pian piano, riesce a prendere coscienza del suo nuovo potere riuscendo a sfruttarlo per fare del bene. Le dinamiche familiari in cui è coinvolto Jaime sono l’altro punto di forza della sceneggiatura scritta da Gareth Dunnet-Alcocer: senza scadere nei più banali cliché, lo sceneggiatore riesce a trasmettere quel senso di appartenenza e di legame tipico delle numerose famiglie latinoamericane presenti nel confine tra Messico e Texas, soprattutto per quanto riguarda il rapporto padre-figlio (con momenti inaspettati di dramma nel terzo atto) pur infilando il solito zio strambo (Rudy, interpretato da George Lopez) che nel suo essere casinista e a volte sopra le righe, funziona come comic relief del film.

 

I difetti dello script, purtroppo, salgono a galla per quanto riguarda i villain del film: Susan Sarandon risulta la classica cattiva monoespressiva e monotematica, che pensa solo al guadagno producendo armi e calpestando qualsiasi cosa che trova davanti a sé. Un villain già visto in troppe opere e che non farebbe paura nemmeno ad una mosca, figurarsi ad uno scarabeo blu hi-tech. Diverso il discorso per quanto riguarda il tenente Carapax, il braccio armato di Victoria Kord: nonostante inizialmente sembrerebbe che il marrano sia il solito soldato tutto d’un pezzo e con la faccia di pietra, il personaggio interpretato da Raoul Trujillo si rivelerà ben più sfaccettato di quanto il film voglia far credere all’inizio. Un piccolo punto di forza nell’ennesima squadra di cattivi all’acqua di rose.

 

Dal punto di vista registico Angel Manuel Soto ha fatto i compiti a casa. Il portoricano, in maniera molto didattica, ruba dai grandi maestri del genere senza però cadere nel plagio più totale, confezionando delle sequenze action convincenti e di buon impatto visivo, complice anche una CGI discreta che si rivela nettamente migliore di prodotti ben più costosi e blasonati (vero The Flash?). Inoltre Soto, nelle scazzottate a mani nude, prende spunto dal mondo videoludico e propone una versione live action del Blue Beetle visto in Injustice 2, celebre picchiaduro ideato dai creatori di Mortal Kombat (che viene anch’esso citato nel film), portando in scena combattimenti fluidi e ben concepiti, sebbene in alcune occasioni (soprattutto nelle parti finali dell’opera) il ritmo sia talmente elevato che si fa fatica a capire cosa sta succedendo nello specifico. Tuttavia Soto, per la maggior parte del tempo, ha la mano ferma e non perde la bussola preferendo un approccio più intimo e più umano ai poteri dello scarabeo piuttosto che abusare di slow motion in computer grafica: ne è la prova l’ottimo combattimento nel corridoio sulle note di I Ain’t Goin Out Like That dei Cypress Hill, un omaggio nemmeno troppo velato a prodotti come John Wick e The Raid.

Recensione - Blue Beetle

Blue Beetle: le considerazioni finali

Blue Beetle non vuole cambiare il mondo dei cinecomics ne ha la pretesa di farlo. Nel suo essere ordinario e a volte (troppo) didascalico, il film di Angel Manuel Soto riesce nella disperata impresa di risollevare in minima parte le sorti di un ormai morto DCEU con un prodotto genuino e autentico che viene sorretto dal battito di un grande cuore. Certo, i difetti ci sono e non sempre il film riesce ad intrattenere nel modo giusto: c’è un problema di ritmo nella prima parte, i villain della storia forse sono troppo stereotipati e stilizzati nella classica forma del cattivo da fumetto generico, eppure quando la musica diventa più forte Blue Beetle mostra i muscoli riprendendosi nella seconda parte della pellicola, alzando l’asticella con tematiche più forti e con un buon clima da cinecomic old school. Forse non sarà il film dell’anno, probabilmente non diventerà il cinefumetto più importante dai tempi de Il Cavaliere Oscuro (un paragone che è stato (ab)usato fin troppo nell’ultimo periodo), ma il nuovo direttore dei DC Studios James Gunn ha tra le mani un personaggio potenzialmente interessante, che potrebbe avere uno sviluppo futuro non indifferente se sfruttato a dovere.

Voto:
3.5/5
Andrea Barone
3/5
Christian D'Avanzo
3.5/5
Vittorio Pigini
3.5/5
Alessio Minorenti
3/5
Riccardo Marchese
2.5/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
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Cast:
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