Articolo pubblicato il 29 Dicembre 2023 da Andrea Boggione
SCHEDA DEL FILM
Titolo del film: Linda Veut du Poulet!
Genere: Animazione
Anno: 2023
Durata: 73′
Regia: Chiara Malta e Sébastian Laudenbach
Sceneggiatura: Chiara Malta e Sébastian Laudenbach
Cast: Mélinée Leclerc, Clotilde Hesme, Lætitia Dosch, Estéban e Patrick Pineau
Montaggio: Catherine Aladenise
Colonna Sonora: Clement Ducol
Paese di Produzione: Francia e Italia
Presentato in anteprima nella cosiddetta sezione “ACID” del Festival di Cannes ed ora presentato in concorso al 41° Torino Film Festival, “Linda Veut du Poulet!” è un film d’animazione franco-italiano co-scritto e co-diretto da Chiara Malta (“Simple Women”, 2019) e Sébastien Laudenbach (“La Jeune Fille Sans Mains”, 2016). Una co-produzione Dolce Vita Films, Miyu Productions e Palosanto Films che sarà distribuita prossimamente nelle sale italiane da I Wonder Pictures. Di seguito la trama e la recensione del film presentato al TFF.
La trama di “Linda Veut du Poulet!” di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach
Linda (Mélinée Leclerc) è una bimba vivace che vive con sua madre, Paulette (Clotilde Hesme). Un giorno la mamma, nel preparasi per una serata fuori casa, si accorge che è sparito il suo anello e finisce per accusare la bambina, per la probabile ennesima monelleria. Si scopre, però, che l’oggetto è stato in realtà ingerito dal loro gatto grassoccio di nome Gazza. Paulette si rende conto di aver fatto un errore e, per farsi perdonare, promette a sua figlia di cucinarle il famoso pollo con i peperoni, il piatto preferito dal suo papà, venuto a mancare qualche anno prima. Il problema ora è trovare gli ingredienti necessari per completare la ricetta: c’è, infatti, uno sciopero generale in città e, di conseguenza, parte una caccia sfrenata e divertente alla ricerca e tentando di catturare un pollo con l’aiuto di amici, compagni e di tutto il piccolo, ma alquanto collaborativo, quartiere.

La recensione del film animato in concorso al 41° TFF
L’elemento che traspare fin da subito di “Linda Veut du Poulet!” è lo stile: il film è realizzato con disegni particolari, una tecnica d’animazione apparentemente grezza ed una colorazione a tratti grossolana, ma allo stesso tempo perfettamente bilanciata con la poetica del racconto. Ad ogni singolo personaggio, ambiente oppure oggetto è assegnato un colore specifico, un aspetto descrittivo che per restituire la dinamicità del movimento spesso esce dai bordi senza rispettare i classici schemi e linee. Una scelta che restituisce quell’originalità in più ad una narrazione semplice e dai risvolti a volte banali, senza troppi approfondimenti. La coppia di cineasti, infatti, non pone l’attenzione o il focus sulla storia, il percorso che affronta la piccola protagonista è tracciato fin dall’inizio, ma l’obiettivo di questa frenetica e sgangherata caccia ad uno sfortunato pollo è la preparazione di un pasto che finisce per essere l’aspetto più importante dell’intera vicenda: si tratta della chiave della memoria di una bimba che ha perso il papà, ma ancora troppo piccola per ricordarsi quanto accaduto anni prima.
È, invece, molto importante il rapporto tra Linda e sua madre, due personaggi che appaiono agli antipodi: da un lato c’è una dolce bimba sfacciata, testarda e che non si tira mai indietro di fronte ad una discussione o problema, mentre dall’altro una mamma single dopo la perdita improvvisa del compagno che appare molto infelice e che, per via del trauma, si innervosisce facilmente tanto da accusare ingiustamente la figlia per la sparizione del suo anello, un oggetto molto importante per lei. La storia è ambientata principalmente tra le case di un complesso residenziale dallo stile ordinario e colorato, dove il film inizia e finisce. Lungo il corso della pellicola, però, i paesaggi e le ambientazioni cambiano: durante uno sciopero generale le due protagoniste si imbattono in una fattoria, un inseguimento con la polizia e tra le auto bloccate per la manifestazione. Nonostante questo mix di colori e toni, non si tratta di un film dallo spirito magico o fantasioso, tutto avviene nel presente ed affronta tematiche attuali e contemporanee. Non manca anche quella vena più umoristica che strappa più di una risata agli spettatori, senza andare mai sopra le righe, ma anche accenni più drammatici che si sviluppano attraverso un vorticoso turbinio di emozioni. Prende vita una missione che pare quasi impossibile da portare a termine, un equivoco o disastro dietro l’altro rendono più complesso il giocoso percorso che intraprendono Paulette, Linda e tutti coloro che finiscono per essere coinvolti in questo purpurei dinamico, gioioso e colorato.

Una tenera e delicata storia d’infanzia
“Linda Veut du Poulet!” è una tenera e delicata storia d’infanzia raccontata attraverso gli occhi di una bambina. Un film che mescola uno stile unico profondamente espressivo e ricco di colori, una ricerca comica dallo spirito infantile, ma che non dimentica di affrontare, seppur inizialmente ed a tratti in secondo piano, temi importanti e drammatici come ad esempio quello del lutto. Se la trama è composta da una serie di cliché narrativi e prevedibili, è il messaggio che viene proposto al pubblico che stupisce per davvero, ma aiuta ovviamente la particolare e stravagante animazione che trasuda emozioni e originalità. Una piacevole commedia per famiglie capace di intrattenere un pubblico sia di grandi sia di piccini, anche se un maggiore e più ricercato approfondimento dei personaggi di contorno e di alcune situazioni o problemi che affrontano avrebbe, col senno di poi, regalato ancor più forza ad un film d’animazione che si gioca tutte le sue carte per aggiudicarsi la vittoria di qualche premio al festival piemontese.