Articolo pubblicato il 15 Novembre 2023 da Bruno Santini
SCHEDA DELLA SERIE
Titolo della serie: Kretek Gadis
Genere: Period drama
Anno: 2023
Durata: 60-75 minuti (5 puntate)
Regia: Kamila Andini, Ifa Isfansyah
Sceneggiatura: Tanya Yuson, Ratih Kumala, Kanya K. Priyanti, Ambaridzki, Ramadhantyo
Cast: Dian Sastrowardoyo, Ario Bayu, Putri Marino, Arya Saloka
Fotografia: Batara Goempar
Montaggio: Akhmad Fesdi Anggoro
Colonna Sonora: –
Paese di produzione: Indonesia
Cigarette Girl è una nuova serie televisiva indonesiana che ha fatto il suo esordio sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dai primi giorni di novembre 2023, nei paesi in cui è attivo il servizio. La cultura indonesiana, spesso conosciuta per la produzione di realtà dell’horror spesso distribuite in streaming, si amplia attraverso una serie che affronta il tema del femminismo, attraverso la prospettiva di un racconto molto delicato e sensoriale. Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione
La trama di Cigarette Girl, la nuova serie indonesiana su Netflix
Prima di considerare la recensione di Cigarette Girl, la nuova serie indonesiana su Netflix, si cita innanzitutto la trama: “Anche Soeraja (Ario Bayu), un uomo anziano e morente dei primi anni Duemila, possiede un’azienda specializzata in queste sigarette economiche e profumate, e prima di morire invoca il nome della fantomatica Jeng Yah, l’amore della sua vita che altri non è Dasiyah, scomparsa nel nulla anni prima.”

La recensione di Cigarette Girl e il delicato racconto femminista su Netflix
Se c’è un pregio che merita di essere attribuito al mondo dello streaming e, in particolare, a piattaforme come Netflix che sono dotate di un potere contrattuale importantissimo, quest’ultimo riguarda soprattutto la possibilità di riuscire a rapportarsi con realtà culturali che sono lontane dalla visione del mondo occidentale, applicate soprattutto al senso del cinema e della serialità. Visioni che, inevitabilmente, si radicalizzano in scuole di pensiero, possibili solo ed esclusivamente a partire dalla conoscenza di un fenomeno: quello indonesiano, che spesso si intravede attraverso l’horror, ha tanto da dire soprattutto a proposito di una coscienza storica che non manca di essere sottolineata anche in Cigarette Girl, una serie che ha fatto il suo esordio a novembre 2023 e che, da quel momento in poi, ha affascinato lo spettatore grazie alla sua enorme delicatezza.
Un prodotto del genere, per quanto aderente al canone del romance, difficilmente riuscirebbe ad essere intravisto in un mercato occidentale, soprattutto sotto forma di serie TV e attraverso quella costante lentezza e delicatezza di cui il prodotto si alimenta: del resto, la trattazione altro non è che quella di una storia d’amore impossibile. Tuttavia, è oltre il nucleo fondamentale della narrazione che si può identificare un modo di fare, e di pensare, assolutamente originale e meritevole di attenzione, che giustifica il senso della visione e che, soprattutto, dà fede a quanto si diceva precedentemente. Il femminismo – un tema che il 2023 porta con sé attraverso numerose produzioni e che sembra, troppo spesso, aver cozzato contro il desiderio di sensazionalismo – viene restituito attraverso l’estrema delicatezza di Cigarette Girl. Una serie che mette, al centro di ogni cosa, le kretek, tipiche sigarette che vengono fumate praticamente da chiunque in Indonesia e che spiccano per l’unione tra tabacco, chiodi di garofano e altri ingredienti: tale oggetto di narrazione diventa il motore dell’intera serie, che poggia con forza sull’aspetto sensoriale, che viene restituito dall’aroma di tabacco – dapprima fresco, poi tritato – e dall’odore di tutte quelle sostanze, che sembra essere percepito dallo spettatore. Allo stesso modo l’atto del fumare e la sensazione dell’aspirazione, gesti reiterati con grande garbo e mai in modo banale all’interno della serie, riescono a conferire alla serie una prospettiva altra, che integra con grande sapienza una tridimensionalità sensoriale, che si aggiunge all’immagine e al dialogo. In tal senso, grande importanza deriva anche dalla colonna sonora, sempre più importante e determinante nell’avvolgere l’immagine, condotta principalmente attraverso pianoforte e archi, nel tentativo di riprodurre quelle sonorità orientali con – ancora una volta – costante delicatezza.
A proposito di quella lentezza che si citava precedentemente: grazie alla prospettiva temporale, che rimbalza tra passato e presente, la serie si prende tutto il suo tempo per raccontare con minuziosità, senza mai risultare noiosa la vita della protagonista Dasiyah; imprenditrice in una manifattura di kretek, la donna riesce ad affermare la sua grande identità non attraverso il contrasto e la spinta di antagonismo, un limite di molte narrazioni che tentano di mettere in primo piano il discorso femminista, ma attraverso il suo assoluto talento nel creare aromi, che spicca attraverso una mentalità imprenditoriale che fa compiere, alla manifattura di suo padre, un salto in avanti nel mercato delle sigarette indonesiane. Ogni donna è, però, in Cigarette Girl perfettamente tratteggiata: da Arum, che scopre la storia della sua famiglia, a Purwanti, la moglie che sa di essere diventata tale per opportunismo, ma che contiene comunque la dignità di un amore fino alla fine della sua vita, passando per Rukayah, la sorella che soffre per la vita di una donna vessata, a cui viene negato di accedere alla stanza degli aromi perché ciò comporterebbe deturpare il lavoro di un maschio; la donna che decide di diventare madre, pur di permettere la vita di Arum.
In una serie che spesso soffre, probabilmente nell’avvicinarsi al suo finale, del tentativo di diventare didascalica per lo spettatore e fin troppo esplicativa nel ricostruire – a posteriori – l’accaduto, si riesce anche ad intravedere quella traccia ideologica di un popolo, oltre che una cultura, che supera il colonialismo occidentale e che da esso si allontana per mezzo di un prodotto, le kretek, che si rende emblema del cambiamento. In un solo prodotto in cinque puntate Netflix riesce, così, a condensare elementi di libertà, indipendenza, superstizione e progressismo, facendo emergere un discorso estremamente delicato di femminismo che viene sì accompagnato dal sentimentalismo ma che, allo stesso tempo, regala una piccola perla meritevole di essere recuperata.