Cerca
Close this search box.

Recensione – Onimusha, la serie tv Netflix di Takashi Miike

Takashi Miike torna alla serialità con Onimusha, con una storia che richiama Musashi Miyamoto e Toshirō Mifune.
Immagine tratta dalla serie tv Netflix di Takashi Miike, Onimusha

SCHEDA DELLA SERIE TV

Titolo della serie tv: Onimusha
Genere: Azione, Horror
Anno: 2023
Durata: 8 episodi da 22-36 minuti
Regia: Takashi Miike, Shinya Sugai
Sceneggiatura: Hideyuki Kurata
Doppiatori: Akio Otsuka, Toshihiko Seki, Hōchū Ōtsuka, Daiki Yamashita, Subaru Kimura, Katsuyuki Konishi, Katsuyuki Okitsu, Makoto Furukawa, Aya Yamane, Ryohei Kimura
Studio: Sublimation
Colonna Sonora: Koji Endo
Paese di produzione: Giappone

La recensione di Onimusha, la serie tv Anime di Takashi Miike tratta dall’omonima serie di videogiochi Capcom e composta da 8 episodi prodotti da Sublimation. Disponibile dal 2 novembre 2023 su Netflix, di seguito ecco trama e recensione di Onimusha.

La trama di Onimusha, la serie tv Netflix di Takashi Miike

Prima di recensire la serie nella sua interezza, ecco la semplice ma interessante trama di Onimusha, serie Anime in 8 episodi e su Netflix dal 2 novembre 2023: la serie segue le vicende del samurai Miyamoto Musashi che, con un guanto che gli conferisce i poteri demoniaci degli Oni e insieme ad un gruppo di sei combattenti, si trovano a compiere un viaggio per eliminare i demoni rimasti nel mondo.

Una scena di Onimusha, la serie Anime Netflix firmata da Takashi Miike

La recensione di Onimusha: l’Anime Netflix tra Takashi Miike, Miyamoto Musashi e Toshirō Mifune

Nonostante il pubblico occidentale – ed in particolar modo italiano – non sia mai stato particolarmente avvezzo al cinema o alla televisione asiatica, negli ultimi anni qualcosa sembra si sia mosso per davvero. Gli autori da ringraziare sono molteplici, come ad esempio i coreani Park Chan-wook e Bong Joon-oh, registi rispettivamente di un cult come Oldboy e del film che forse più di tutti ha riscritto la storia recente del cinema mondiale – Parasite – ma gli autori che iniziano ad ottenere un certo seguito anche al di fuori della propria nazione sono sempre di più. Chi è però riuscito a crearsi uno zoccolo duro di appassionati già in tempi non sospetti è Takashi Miike prolifico regista giapponese noto in tutto il mondo per il suo stile e per opere come Ichi the Killer. Talmente prolifico che qui – dove riveste principalmente il ruolo di supervisore, con la regia affidata a Shinya Sugai, che aveva già adattato un’opera Capcom come Dragon’s Dogma – decide di divertirsi, senza stare a guardare troppo il capello.

 

D’altronde la usa carriera è sempre stata caratterizzata dall’alternanza tra opere impegnate ed altre che hanno invece l’unico scopo di intrattenere il pubblico. Qualcuno la definirebbe la differenza tra Films e Movies. In ogni caso, con Onimusha Miike decide di dare libero sfogo alla propria fantasia, buttando in un calderone tutto ciò che ama, che risulta però essere croce e delizia dell’opera. Sì perché la serie è piuttosto noiosa, i momenti di vero interesse si contano sulle dita di una mano e la scrittura è abbastanza abbozzata (non capiamo davvero il perché di questa missione), ma Miike riesce comunque ad inserire degli elementi che tengono lo spettatore costantemente interessato agli avvenimenti narrati, a prescindere che ciò abbia o meno senso.

 

A partire dal suo protagonista, Onimusha è piena di riferimenti al cinema giapponese: egli si chiama infatti Miyamoto Musashi, come il leggendario samurai dalle cui storie, nel 1954, il regista Hiroshi Inagaki ha tratto un film in cui egli veniva interpretato dal grande Toshirō  Mifune ed è proprio su di lui che si modella l’aspetto dell’eroe di Onimusha. Miike però se ne frega di logiche e schemi predefiniti e decide sì di utilizzare lui come modello, ma di farlo applicando l’aspetto che egli aveva ai tempi di La Sfida del Samurai (1961) e Sanjuro (1962), due dei più grandi capolavori di Akira Kurosawa. I riferimenti sono però molteplici, dal Body Horror di David Cronenberg ad alcuni guizzi registici che richiamano Masaki Kobayashi e Kenji Mizoguchi come anche, inevitabilmente, il cinema dello stesso Miike: i rimandi ad opere come L’immortale o 13 Assassini – che è poi, a sua volta, un enorme omaggio sempre a Kurosawa ed al suo immortale I Sette Samurai – sono infiniti, come anche le scelte stilistiche estremamente crude, sanguinolente soprattutto negli scontri con i vari nemici.

 

Vale dunque la pena guardare Onimusha? Si, a patto che lo si faccia con la consapevolezza che ci si trova di fronte un Jidaigeki, ovvero un Anime di ambientazione feudale, con tutto ciò che può derivarne. Perchè é vero che Onimusha non può essere considerato come un entry point perfetto per chi il cinema asiatico non lo conosce, ma è altrettanto importante sottolineare come Takashi Miike sappia parlare ad un pubblico globale di storie prettamente orientali (nel suo caso, giapponesi). Si tratta comunque di una serie estremamente corta – 8 episodi della durata di circa 22-36 minuti l’uno – ed è disponibile per ogni abbonato Netflix dal 2 novembre 2023, dunque perché non provare ad uscire dalla propria comfort zone e dargi una possibilità.

Voto:
3/5
Bruno Santini
0/5
0,0
Rated 0,0 out of 5
0,0 su 5 stelle (basato su 0 recensioni)
Voto del redattore:
Data di rilascio:
Regia:
Cast:
Genere:

PRO