Bla Bla Baby : tante chiacchiere per nulla.

Articolo pubblicato il 22 Aprile 2022 da Paolo Innocenti

Fausto Brizzi, dopo “La mia banda suona il pop”, è tornato nelle sale con “Bla Bla Baby” : una sorta di “Senti chi parla” all’italiana, che narrasse la storia di Luca, un bidello nell’asilo dell’azienda “Green Light”, che dopo aver mangiato un omogeneizzato alla platessa contaminato, scopra di avere dei superpoteri che gli permettano di capire cosa dicano i bambini, riuscendo a parlare con essi.

Un’idea del genere, scritta dallo stesso regista insieme a Herbert Simone Paragnani, Paola Mammini e Mauro Uzzeo, poteva risultare ottima, riuscendo a portare in sala tutta la famiglia, e regalandoci un prodotto atipico per il panorama cinematografico italiano. Nel cast avremmo trovato Alessandro Preziosi, nei panni del protagonista, accompagnato da una sempre brava Matilde Gioli, e con la partecipazione di Nicolas Vaporidis, che tornasse a lavorare con Brizzi con cui ha iniziato la carriera, Massimo De Lorenzo, Maria Di Biase, Chiara Noschese e Cristiano Caccamo.

Da estimatore del regista romano, cresciuto con i suoi film divertenti e riusciti, così come della commedia leggera italiana, mi aspettavo che venisse ben sfruttato un “high concept” come questo, che si basasse su un’idea originale, non essendo il solito rifacimento, come siamo abituati a vedere spesso. Se inizialmente ci si poteva orientare verso una storia d’amore classica tra Luca (Preziosi) e Silvia (Gioli), la madre di un bambino dell’asilo, nascondendo alla donna che il bidello e il piccolino riuscissero a parlare, il tutto poi sfocia verso una sotto trama inutile, mal scritta e raffazzonata dalle tinte spionistiche, con un’azienda da salvare grazie all’aiuto del team dei neonati, contro il malvagio capo (Caccamo).

Non si capisce il motivo di orientarsi, per giunta prendendosi sul serio, verso intrecci narrativi così labili e poco credibili, quando ormai si era imbastita una trama efficace nella sua linearità e semplicità, tutta basata su questo rapporto d’amore nascente, un segreto da mantenere, e un pestifero neonato pronto a mettere i bastoni fra le ruote alla mamma e al bidello. Speravo che la trilogia di Amy Heckerling (Senti chi parla ; Senti chi parla 2 ; Senti chi parla adesso), così divertente, genuina e divenuta iconica, avesse gettato le basi per sviluppare delle dinamiche più appropriate, meno sterili, e più convincenti. Risulta più credibile un uomo che dialoga con dei bambini di nemmeno un anno, riuscendo a capirli, che tutto il terzo atto condito da tinte spionistiche così fuori luogo che non capisci nemmeno come ci si sia potuto pensare, vista anche la pessima risoluzione finale, la scarsa messa in scena, e il disorientamento che si scorge anche sul volto dei protagonisti.

Dispiace vedere un buon cast mal sprecato, così come un’idea, forte su carta, non saputa gestire e approfondire.

Passi la CGI, talvolta pessima, sulla bocca dei bambini per farli parlare, ma almeno il soggetto poteva decisamente essere sviluppato meglio e in maniera interessante.

Luca Barbareschi, che produce il film, dà fiducia ad un regista che, da anni, ci ha saputi emozionare (Ex), far rivivere gli anni ’80 (Notte prima degli esami), esplorare noi stessi (Maschi Contro Femmine – Femmine Contro Maschi), divertito con altre commedie godibili e simpatiche, ma che adesso si sta un po’incartando, complice forse anche il periodo buio che lo ha attanagliato. Il suo prossimo lavoro consisterà nel reboot del cult “Da Grande” di Franco Amurri. Incrociamo le dita…


Voto :

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Christian D’Avanzo
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Andrea Barone
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Paola Perri
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Giovanni Urgnani
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Alessio Minorenti
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Carlo Iarossi
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Andrea Boggione
 
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