Articolo pubblicato il 26 Dicembre 2023 da Bruno Santini
La recensione di Gigolò per Caso, serie tv italiana diretta da Eros Puglielli e con protagonisti Pietro Sermonti, Christian De Sica e Stefania Sandrelli. Disponibile dal 21 dicembre 2023 su Amazon Prime Video, seguono trama e recensione di Gigolò per Caso.
La trama di Gigolò per Caso, la serie tv Amazon diretta da Eros Puglielli
Prima di procedere con la recensione della serie tv, è giusto spendere due parole sulla trama di Gigolò per Caso: seguiamo la storia di Alfonso (Pietro Sermonti), esperto di antiquariato che scopre che suo padre Giacomo (Christian De Sica) è stato per tutta la vita uno gigolò. Egli però, dopo aver avuto un infarto e con l’età che avanza, non riesce più a portare avanti il proprio lavoro e cerca di convincere suo figlio a seguire le sue orme. Complice un cospicuo debito e la crisi matrimoniale con Margherita (Ambra Angiolini), Alfonso accetta.

La recensione di Gigolò per Caso: Christian De Sica, Pietro Sermonti e una serie troppo italiana
Alphonse è una serie tv diretta da Nicolas Bedos e con protagonisti il premio Oscar Jean Dujardin (The Artist, The Wolf of Wall Street), Charlotte Gainsbourg (Antichrist, Sundown) e l’italiana Laura Morante (Bianca, Il Colibrì), distribuita su Amazon Prime Video lo scorso ottobre. Si tratta dunque di un’opera recente, fresca per cui si è pensato bene – come fin troppo spesso accaduto negli ultimi anni – di riprendere il modello francese e renderlo italiano, anzi italianissimo, senza però lo stesso impegno e la stessa voglia presente nell’opera originale. E questo, purtroppo, neanche sorprende.
Gigolò per Caso non può infatti fare leva sulle stesse risorse dei francesi, mette alla regia Eros Puglielli (Gli Idoli delle Donne, Sono Lillo) e sostituisce i tre attori precedentemente citati con Christian De Sica, Pietro Sermonti e Stefania Sandrelli e ciò non basta. Non basta perché non solo non può, ma Gigolò per Caso pare quasi non voler neanche mettercisi troppo d’impegno, spreme non solo il soggetto originale ma anche la storia della serialità televisiva italiana e della carriera dei suoi interpreti, ma così facendo non sembra fare altro che affidarsi alla fortuna per una buona riuscita del prodotto.
Questo è un peccato enorme e lo è perché, quasi sorprendentemente, in Gigolò per Caso ci sono eccome degli elementi che funzionano, in primis lo stesso De Sica. Indelebilmente legato al mondo dei cinepanettoni, il figlio del grande Vittorio ha sempre avuto un enorme potenziale che non è praticamente mai riuscito ad esprimere, se non in sporadici momenti attraverso la sua lunga carriera. Qui però sembra trovarsi nei propri panni, in un ruolo cucito intorno alla sua figura e dove il suo alternare un linguaggio forbito a battute in dialetto romanesco e la propria gestualità – forse gli unici elementi menzionabili dei cinepanettoni – lo rendono un personaggio che funziona. Dispiace dunque dire che ciò sorprende, ma così è, anche perché le altre interpretazioni sono parte dell’enorme problema di Gigolò per Caso: Pietro Sermonti è bravissimo ma il suo personaggio richiama fin troppo lo Stanis La Rochelle di Boris e l’Andrea De Sanctis di Smetto Quando Voglio, mentre Asia Argento e Ambra Angiolini si trovano semplicemente nel posto sbagliato.
Il problema è dunque ben più grande della sola Gigolò per Caso, che da esso viene sovrastato e schiacciato, perché il fatto che su questi prodotti vada a mettere le mani la solita cerchia, ha piuttosto stufato, ancor più perché poi il risultato finale lascia a desiderare. Esempio perfetto di ciò che si intende è Frank Matano. Nulla contro l’ex youtuber e conduttore televisivo, ma inserirlo ovunque per sfruttare la sua popolarità potrà forse aiutare a livello di introiti, di certo non per un discorso qualitativo ed artistico dell’opera in questione. Gigolò per Caso è dunque una serie simpatica, con momenti divertenti che si alternano a minuti e minuti di noia ma che, alla fin fine, merita anche la visione. Che peccato, però.