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I migliori film italiani del 2023

Il 2023 è stato un anno ricco di uscite, sia in sala che in streaming, per il nostro paese. Tra questi, alcuni spiccano su tutti gli altri per la loro qualità, e a tal proposito: quali sono i migliori film italiani del 2023?
La classifica dei 10 migliori film italiani del 2023

Il 2023 è stato un anno ricco per film distribuiti sia in sala che in streaming, molti dei quali sono stati italiani. Alcuni sono però riusciti a spiccare su tutti gli altri per la loro immensa qualità, per il coraggio e per un senso artistico che, in Italia, non si vede ormai più così spesso. Per questo motivo, segue la classifica dei 10 migliori film italiani del 2023.

Quali sono i migliori film italiani del 2023?

Come detto, sono moltissimi i film italiani che sono stati distribuiti nel corso del 2023. Nonostante il nostro cinema non se la stia passando poi così bene, alcuni titoli sono riusciti a fare la differenza e, in alcuni casi, anche ad affermarsi all’estero e nei festival cinematografici più importanti del mondo. Per questo motivo, la Top10 che segue non ha solo l’obiettivo di mettere insieme i migliori film italiani dell’anno, ma anche quello di portare alla luce dei titoli che – ne siamo sicuri – non ha visto quasi nessuno.

10) Mixed by Erry (Sydney Sibilia)

Sydney Sibilia torna alla regia dopo la trilogia di Smetto Quando Voglio e L’incredibile Storia dell’Isola delle Rose e conferma il suo ruolo di outsider nel cinema italiano odierno. Un ruolo che, va detto, ben più registi coprivano nella filmografia del nostro paese di qualche decennio fa, dunque già solo per questo merita di essere appoggiato nei propri difetti, nonostante dei passi falsi siano stati fatti in carriera. Mixed by Erry è però un film, innanzitutto, divertente: quante volte possiamo dire di andare al cinema, a vedere un film italiano, e ridere? Poche. Se poi, oltre alle risate, il film è confezionato bene, ciò basta per entrare nel meglio dell’anno e pazienza se per molti i protagonisti sono stati dipinti come eroi nonostante lavorassero, fondamentalmente, nell’illegalità.

9) C’è Ancora Domani (Paola Cortellesi)

Posizione che farà certamente discutere. L’esordio alla regia di Paola Cortellesi ha battuto record su record a livello di incassi ed ingressi e non poteva non trovarsi in questa classifica. Perché solamente nono? Perché qualità ed importanza non vanno necessariamente di pari passo e C’è Ancora Domani, nonostante sia di certo un bel film, porta con sé tante errori tipici di un’opera prima. Questo non è un problema ed anzi, attendiamo tutti il prossimo film dell’attrice ed ora regista romana ma, considerando le altre opere in classifica, si ritiene non possa andare più in alto. Paola Cortellesi col tempo riuscirà ad avere un proprio stile ben definito, a limare alcuni difetti di scrittura e ritmo e, ne siamo certi, in futuro entrerà di nuovo nella top10 dell’anno, ma più in alto. Non quest’anno però.

8) Rapito (Marco Bellocchio)

Marco Bellocchio non ha certo bisogno di presentazioni. Uno dei registi più importanti nell’intera storia del nostro cinema, autore di film enormi come I Pugni in Tasca, La Cina è Vicina, Sbatti il Mostro in Prima Pagina ma anche il recente Il Traditore. Uno stacanovista che, ad 84 anni, non ha la minima intenzione di fermarsi. Torna alla regia con Rapito – presentato in anteprima a Cannes76 – e dimostra, per l’ennesima volta, di avere una lucidità estrema, come pochissimi altri registi in tutto il mondo possono vantare. Non che sia un vero difetto, ma Rapito è un film di Marco Bellocchio, alla Marco Bellocchio, non ci si poteva davvero aspettare altro e non sorprende di certo. L’ennesimo ottimo lavoro di un regista grandioso ma che, per premiare nuove leve o film che hanno sorpreso e segnato di più l’annata, non va più in alto dell’ottavo posto.

7) L’Ultima Notte di Amore (Andrea Di Stefano)

Una delle più grandi sorprese del 2023. Andrea Di Stefano – dopo tanti ruoli da attore e la regia di Escobar e The Informer – torna dietro la macchina da presa con L’ultima Notte di Amore che riporta alla mente un tipo di cinema che, in special modo degli anni ’70, ci vedeva come maestri a livello mondiale. Un ritmo stupendo, una colonna sonora che rimanda al miglior Dario Argento ed un poliziesco degno di Fernando Di Leo gli valgono la settima posizione nella Top10 dei migliori film italiani dell’anno. Bravissima Linda Caridi ed il solito Pierfrancesco Favino che però, se vogliamo essere puntigliosi, speriamo sempre di poter vedere in ruoli in cui non debba fare – fisicamente o linguisticamente – il trasformista.

6) Gigi la Legge (Alessandro Comodin)

Se ci ha sorpreso Andrea Di Stefano, cosa dire di Alessandro Comodin, un regista che – parliamoci chiaramente – non è di certo uno dei più noti nel panorama cinematografico italiano. Eppure Gigi la Legge – presentato in anteprima al Trieste Film Festival e premiato al Festival di Locarno – è un diamante di questo 2023, un’opera originale ed atipica, senza eguali nel contemporaneo – forse, paradossalmente, l’opera più recente che può ricordarlo è Sacro GRA di Gianfranco Rosi – e semplicemente irresistibile, come il suo protagonista, interpretato da Pierluigi Mecchia. Il racconto della vita di paese tra sogno e realtà, una commedia con momenti di riflessione e malinconia potentissimi, un film purtroppo invisibile ma che meriterebbe di essere visto da tutti e per questo citato ed addirittura in sesta posizione.

5) Il Sol dell’Avvenire (Nanni Moretti)

Dopo Marco Bellocchio, ecco un altro pilastro della cinematografia italiana. Dopo l’enorme e quasi indescrivibile passo falso di Tre Piani, Nanni Moretti torna alla regia e lo fa nel modo migliore possibile. Il Sol dell’Avvenire – anch’esso presentato in anteprima a Cannes76 – è infatti un gioiello, una sorta di mea culpa con cui egli sembra dirci che ha capito ed imparato dai propri errori e che, soprattutto, con il passare del tempo e l’avanzare dell’età, è stato in grado anche di riscoprirsi e conoscersi meglio. Tante le citazioni alle sue vecchie opere, alcuni parallelismi eccezionali – siamo passati da “le parole sono importanti” a “sono solo parole” – una scena come quella in cui chiama Martin Scorsese degna del suo miglior cinema ed un finale tra i più belli degli ultimi anni. Bentornato.

4) Disco Boy (Giacomo Abbruzzese)

Nonostante si sia optato per la quarta posizione, questa è una delle più importanti in assoluto, al di là di questione di classifica. Disco Boy – premiato a Berlino73 – è l’opera prima (o meglio, primo lungometraggio dopo alcuni corti e documentari) di Giacomo Abbruzzese. Una delle opere più particolari dell’annata italiana e che molti hanno criticato perché copia sbiadita di altre film importantissimi. Come purtroppo spesso accade, si tratta però di una lettura semplicistica, cattiva e, banalmente, sbagliata.

Disco Boy richiama indubbiamente il cinema di Francis Ford Coppola Nicolas Winding Refn, ma trova nella regia e nella sceneggiatura di Abbruzzese quel tocco autoriale che lo rende un film del tutto originale, con un grandissimo Franz Rogowski e con una meravigliosa colonna sonora di Vitalic. Pochi lo hanno visto, quasi nessuno sembra averlo capito, ma Disco Boy è eccezionale ed Abbruzzese un regista da tenere d’occhio, sperando che l’Italia possa presto vedere ciò che vedono nel resto del mondo, Francia in primis

3) Io Capitano (Matteo Garrone)

Ed eccoci al podio. Al gradino più basso troviamo quello che, insieme a C’è Ancora Domani, è il film italiano più importante del 2023. Io Capitano – premiato a Venezia80 – è il nuovo film di Matteo Garrone, autore ormai affermato in tutto il mondo e che, come pochissimi altri, riesce ad avere una visione lucida sull’oggi e trasporla su pellicola. Io Capitano è stato selezionato per rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar ma, appena proiettato al Lido, ne ha ricevute eccome di critiche. Ecco, diffidate sempre da chi giudica in maniera così superficiale non solo quest’opera, ma i lavori di Garrone in generale. Un film potentissimo, semplicissimo nonostante la sua importantissima ed attualissima tematica e con una lettura dei fatti profonda, lucida e puntuale. Matteo Garrone è, in poche parole, uno dei vanti del nostro cinema.

2) La Chimera (Alice Rohrwacher)

Seconda posizione per un film che ci riempie il cuore di gioia. La Chimera – presentato a Cannes76 ed inserito da Indiewire tra il meglio del 2023 – è l’ultimo lavoro di Alice Rohrwacher, una regista che si è ormai affermata anche a livello internazionale e che solamente in Italia viene ancora trattata con estrema superficialità, basti pensare a quante poche sale le hanno concesso, tanto da farci pensare che una meraviglia come La Chimera, qui, non ce la meritiamo. La regista toscana firma così la sua opera migliore, chiude una sorta di trilogia iniziata con Le Meraviglie e proseguita con Lazzaro Felice e tocca il punto più alto della sua poetica, con un’opera stratificata e da non prendere assolutamente alla leggera, che merita più di una visione e che la conferma come grandissima autrice di cui, ripetiamolo, si spera che l’Italia possa rendersene presto conto.

1) Gli Ultimi Giorni dell’Umanità (enrico ghezzi, Alessandro Gagliardo)

Ed eccoci alla prima posizione. Gli Ultimi Giorni dell’Umanità di enrico ghezzi e Alessandro Gagliardo è il miglior film italiano del 2023. O meglio, come lo stesso ghezzi direbbe, il miglior non film italiano del 2023. Se prima parlavamo di opere invisibili, qui si tratta di opere inesistenti: sì perché, nonostante sia stato presentato fuori concorso a Venezia79, Gli Ultimi Giorni dell’Umanità ha avuto una distribuzione praticamente nulla, tale per cui si ha la sensazione che ai suoi autori sia stato fatto giusto un favore, con un’arroganza che fa pensare ad una vera e propria mancanza di rispetto, in primis verso enrico ghezzi, una delle menti più illuminate che questo paese abbia mai visto.

Gli Ultimi Giorni dell’Umanità è un’opera mastodontica che pare sì impossibile da decifrare ma che poi, se si guarda attentamente, si mostra per quello che è, ovvero un prodotto complesso e difficile cui però ogni spettatore volenteroso può accedere. Certo, conoscere enrico ghezzi è piuttosto importante per approcciarvisi, ma qui stiamo parlando di un capolavoro che l’Italia dovrebbe mostrare al mondo come proprio vanto, non tenere nascosto come se si fosse permesso a ghezzi e Gagliardo di realizzarlo per far loro un favore. Peccato, ma chiunque avrà modo di recuperarlo ne uscirà arricchito, come cinefilo e, ancor prima, come essere umano.