Articolo pubblicato il 30 Dicembre 2023 da Arianna Casaburi
I film drammatici sono un genere di prodotto che solitamente mette d’accordo il pubblico in quanto si differenziano molto spesso per sottogeneri, abbracciando così i gusti di ogni singolo spettatore. Tra i molteplici titoli drammatici che hanno costellato il 2023, selezionamo qua di seguito quelli che si sono più contraddistinti per la concentrazione di pathos, la capacità di trasmettere emozioni e di far empatizzare lo spettatore, senza però mai peccare di originalità. Queste sono solo alcune delle caratteristiche che definiscono un film drammatico a tutti gli effetti: quali sono i migliori film drammatici del 2023?
Quali sono i migliori film drammatici del 2023?
Prima di riportare la classifica dei migliori film drammatici del 2023, occorre premettere che si tratta di una lista stilata in base a criteri puramente soggettivi e che tiene in considerazione quei titoli che sono stati distribuiti nelle sale o sulle piattaforme di streaming nell’arco dell’anno 2023 in Italia. Per queste ragioni, alcuni titoli sono rimasti esclusi dalla seguente classifica pur avendo pieno titolo di esservi inseriti in quanto appartenenti al genere. Di seguito i migliori film drammatici del 2023, in ordine decrescente dal decimo al primo posto.
10) Io Capitano (Matteo Garrone)
Presentato in anteprima a Venezia80, Io Capitano di Matteo Garrone apre la classifica dei migliori film drammatici del 2023 posizionandosi al decimo posto. Definito come un’Odissea contemporanea, il film racconta la storia di un ragazzo, Seydou, il quale, insieme a suo cugino Moussa, decide di lasciare il Senegal per raggiungere l’Europa. Il lungo e periglioso viaggio che si ritrova a dover intraprendere diventa così anche la metafora di un percorso tortuoso per inseguire un sogno: è il dramma di chi decide di diventare il capitano di se stesso, abbandonare il proprio paese natale in cerca di un futuro migliore, non senza subire la sofferenza e il male che questo mondo riserva persino a chi nutre speranza nel proprio cuore.
9) Gli Spiriti dell’Isola (Martin McDonagh)
Quarto lungometraggio del regista premio Oscar Martin McDonagh, Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin) è un film di genere ibrido commedia-drammatico, dai toni grotteschi e horror. La storia racconta di due amici di vecchia data, interpretati da Colin Farrell e Brendan Gleeson, finché uno dei due decide improvvisamente di porvi fine, dando inizio a una serie di reciproci ricatti psicologici e fisici. Il punto di forza del film è l’onnipresente comicità trasmessa dai dialoghi dei due protagonisti, che non stride affatto con l’atmosfera drammatica in cui la vicenda è calata, al contrario ne accentua la profondità emotiva. Nonostante la semplicità della trama, il film non lascia mai presagire un momento di stallo, ma tiene lo spettatore stretto in una continua suspence, nella smania di conoscere ciò che sta per accadere.
8) Anatomia di una caduta (Justine Triet)
Vincitore della Palma d’Oro a Cannes76, Anatomia di una caduta (Anatomie d’une chute) è un film drammatico della regista francese Justine Triet. La storia ruota intorno al personaggio di Sandra Voyter (Sandra Hüller) accusata di aver ucciso il marito, trovato morto sotto la finestra della loro abitazione, e di suo figlio non vedente che però è l’unico testimone a essere presente al momento della morte in casa insieme a Sandra. La drammaticità del film si concentra per tutta la sua durata in un’unica domanda: è davvero lei la colpevole? Per tentare di rispondere a questo misterioso quesito, la regista propone di analizzare attentamente la vicenda da più punti di vista: quello psicologico, giuridico, personale e sentimentale sia della protagonista accusata, che del figlio non vedente.
7) La Chimera (Alice Rohrwacher)
La Chimera di Alice Rohrwacher rientra tra quei film del 2023 che hanno fatto parlare molto di sé per la questione dell’ingiusta distribuzione nelle sale italiane. Questa causa è stata portata avanti e sostenuta dal pubblico e da personaggi del mondo dello spettacolo sul web e non solo proprio in virtù della qualità del prodotto. La Chimera, presentato in anteprima a Cannes76 e al Festival del Cinema di Roma, è un film in cui il dramma del protagonista Arthur, che ha perso la sua amata, si mescola al fantastico. Arthur è infatti una sorta di rabdomante il quale, con i suoi poteri magici, riesce a reperire tesori nascosti, come reperti archeologici etruschi, ma il cui unico desiderio sarebbe trovare una volta per tutte la porta di accesso all’al di là per ricongiungersi alla sua Beniamina.
6) Foglie al vento (Aki Kaurismäki)
Sullo sfondo di un mondo in declino, tra le onnipresenti notizie alla radio del conflitto russo-ucraino di morti e feriti, disoccupazione, disagio sociale, condizioni pessime sul luogo di lavoro, apatia e indifferenza per il prossimo, il film Foglie al vento del regista finlandese Aki Kaurismäki lascia intravedere un barlume di speranza. Vincitore del Premio della Giuria a Cannes76, il film narra la storia di due solitudini, quella di Ansa e Holappa, che si incrociano e i cui destini pongono davanti a loro la scelta di continuare a vivere un’esistenza vuota, insignificante e alienata o essere disposti a cambiare per esporsi all’amore. Il vero dramma consiste proprio in questa sfida: quella di superare ogni ostacolo, equivoco o incomprensione per credere veramente nell’amore, unica certezza al riparo dalle logiche vili della società.
5) Killers of The Flower Moon (Martin Scorsese)
Tratto da una storia vera, raccontata nell’omonimo saggio di David Grann, Killers of The Flower Moon di Martin Scorsese è un film in cui si narra la tragedia delle uccisioni di massa durante gli anni ’20, di cui la popolazione indiana Osage è stata vittima, in seguito alla scoperta di un giacimento di petrolio nella terra da loro abitata, in Oklahoma. Il motore dell’azione è messo in atto dalla ricerca continua da parte di un agente FBI di trovare il mandante che si cela dietro a questi omicidi.
Ad aggravare maggiormente la tensione e la drammaticità del film è l’intreccio amoroso che nasce tra Ernest (Leonardo Di Caprio), un uomo sopravvissuto alla Guerra, e Mollie (Lily Gladstone), un’indiana appartenente alla popolazione Osage. Il sangue versato delle vittime innocenti si mescola quindi alla nascita di un’amore, la vita e la morte sono dunque le parole chiave dell’ultimo film capolavoro di Scorsese, non a caso definito il suo testamento cinematografico.
4) Il male non esiste (Ryusuke Hamaguchi)
Vincitore del Leone D’Argento a Venezia80, Il male non esiste del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi, già Premio Oscar come Miglior Film per Drive My Car, esprime fin dal suo titolo una tematica complessa su cui far riflettere. La vicenda si svolge nel paesino di Mizubiki, vicino Tokyo, dove abitano Takumi e sua figlia Hana. La tranquillità idilliaca che offre la natura locale viene interrotta dalla notizia di un progetto di costruzione di un glamping, un campeggio di lusso per attirare turismo. Il titolo apre dunque a una provocazione: il piano di distruggere la natura per accaparrarsi i finanziamenti economici stanziati dallo Stato post pandemia, che sembrerebbe inizialmente l’incarnazione del male, lascia presagire a un male maggiore, più invisibile.
3) As Bestas (Rodrigo Sorogoyen)
A inaugurare il podio ufficiale, al terzo posto, As Bestas – La terra della discordia. Presentato in anteprima a Cannes75, è il sesto lungometraggio del regista Rodrigo Sorogoyen, definito il miglior film spagnolo dell’anno, nonché pluripremiato ai Goya. Nel film una coppia di francesi si trasferisce in un paesino della Galizia dove vivono all’insegna dell’agricoltura ecosostenibile e rilevano case abbandonate per renderle abitabili. Fino a qua sembrerebbe l’inizio di una favola, finché non entrano in scena i loro vicini che ostacolano la loro permanenza attuando una politica di violenza fisica e psicologica sulla coppia, poiché quest’ultimi si oppongono alla costruzione di una turbina eolica. La drammaticità si esplica dunque tramite una metafora di base, assimilabile all’espressione homo homini lupus, fulcro del sistema triangolare girardiano del capro espiatorio: alla fine le vere bestie sono gli uomini verso i loro stessi simili.
2) Leila e i suoi fratelli (Saeed Roustayi)
Al secondo posto sul podio dei migliori film drammatici del 2023 troviamo Leila e i suoi fratelli del regista iraniano Saeed Roustayi, presentato in anteprima a Cannes75. Il film è il ritratto di una famiglia iraniana composta da cinque figli, tra cui l’unica femmina è Leila, la quale, compiuti quarant’anni, si accorge di non voler più badare ai suoi genitori ormai anziani e ai suoi quattro fratelli disoccupati e inetti. Per far fronte ai debiti, Leila escogiterà un piano a insaputa dei suoi cari, che potrebbe permettere di salvare tutti quanti i membri della sua famiglia, anche a costo di causare il dolore e la delusione di suo padre. Il film riesce a trasmettere con estrema delicatezza e poesia il conflitto interiore di Leila tra dovere morale verso i suoi genitori da una parte, e il diritto suo e dei suoi fratelli dall’altra a vivere un’esistenza dignitosa.
1) Aftersun (Charlotte Wells)
Ad aggiudicarsi a mani basse il primo posto come migliore tra i film drammatici del 2023 è Aftersun di Charlotte Wells. Film d’esordio della regista britannica, liberamente ispirato alla sua vita, Aftersun racconta il rapporto tra un giovane padre Callum (Paul Mescal) e sua figlia Sophie (Francesca Corio) usando l’espediente narrativo di una videocamera, tramite cui si ricostruisce la memoria e il ricordo di una vacanza estiva trascorsa insieme, grazie ai filmati girati dalla stessa bambina.
Aftersun è un film che fa indubbiamente presa sui meandri più profondi dell’animo umano, che fa soffrire ma allo stesso tempo scalda il cuore dello spettatore. Il dolore fluisce dalle immagini legate al ricordo del padre ormai scomparso, mentre combatte con episodi di depressione e attacchi d’ansia, ma che così riprende vita proprio il giorno del suo compleanno. Quello che conta alla fine è portare dentro di sé il ricordo e riprodurlo all’infinito nella camera oscura del nostro cuore, e ballare su quella melodia di un tempo, oggi portatrice di una dolce nostalgia.