Articolo pubblicato il 14 Gennaio 2024 da Christian D’Avanzo
Successivamente alla sua anteprima alla 61a edizione del New York Film Festival, il nuovo film di Garth Davis è disponibile sulla piattaforma di Prime Video dal 5 gennaio, con Il Nemico che vede protagonisti Saoirse Ronan e Paul Mescal.
Il Nemico: la trama del film fantascientifico di Garth Davis
Ispirato all’omonimo romanzo di Iain Reid (il quale figura come produttore e co-sceneggiatore del film assieme al regista), Il Nemico è il nuovo film dell’australiano Garth Davis, sua terza regia dopo Lion – La strada verso casa e Maria Maddalena. La trama di questo suo nuovo lavoro del regista muove da presupposti e sviluppi fantascientifici, essendo ambientato nel Midwest del 2065, quando la Terra sta ormai terminando le sue risorse naturali e con l’uomo che continua a portare avanti il progetto di colonizzare nuovi pianeti per sopravvivere.
Protagonista de Il Nemico è una giovane coppia di sposi, formata da Junior ed Hen, che abita in una vecchia fattoria e cerca di tirare avanti col lavoro cercando di smussare i problemi del matrimonio. Una notte alla loro porta si presenta Terrance, un uomo del governo che informa la coppia che Junior è stato scelto – indipendentemente dalla sua volontà – per partecipare ad una nuova spedizione spaziale che lo porterà via da Hen per anni. La partenza per lui è così inevitabile e, avendo i giorni contati, Junior ed Hen cercheranno di non sprecarli, facendo di tutto per aggiustare definitivamente il loro rapporto.

La recensione de Il Nemico: la rottura di un matrimonio è la fine del mondo
Un divorzio forzato, un allontanamento contro la propria volontà, che ha il sapore della fine del mondo per questo film distopico ed apocalittico. Arrivato ingiustificatamente un po’ troppo in sordina in Italia, il nuovo thriller-sentimentale del regista australiano Garth Davis pone infatti le sue basi su una fantascientifica terapia di coppia, una preventiva elaborazione del lutto. Per gran parte della visione de Il Nemico, infatti, si assisterebbe di fatto alla visione di un matrimonio – già di per sé non idilliaco come sembrerebbe – dove la coppia deve far fronte al fatto che uno dei due debba quasi andare in guerra (col rischio di non tornare affatto) o che rappresenti di fatto una sorta di “malato terminale” (che poi risponderà addirittura ai sintomi dell’Alzheimer) e l’altro dovrà inevitabilmente prepararsi alla cosa.
Junior è destinato a partire, è destinato ad abbandonare Hen per una missione che lo terrà lontano da casa per anni, con soprattutto lei che dovrà rispondere al pungente quesito se dovrà aspettare il suo ritorno o se dovrà provare a rifarsi una nuova vita, specie se il rapporto presenta qualche crepa. La rottura (pausa) inevitabile diventa così l’occasione per tentare di aggiustare, infatti, un rapporto che rischiava ormai di incrinarsi in modo irreparabile, sebbene la sceneggiatura a quattro mani di Davis e Reid tardi a mostrare le effettive cause della crisi matrimoniale. Questo perché, per gran parte del film, il regista mostra su schermo un marito ed una moglie comunque sempre legati tra loro, con il sentimento che tenderebbe a fortificarsi col passare del tempo (prova che la “seduta terapeutica” stia effettivamente funzionando), sebbene – in alcuni frangenti – i due portano in atto comportamenti e ragionamenti che si mostrerebbero indecifrabili agli occhi dello spettatore. Questo fino al risolutore punto di svolta della narrazione.
Più o meno pronosticabile (specialmente per i più avvezzi al genere, avendo in mente su tutti lo splendido esempio del Moon di Duncan Jones), il plot-twist dell’atto conclusivo de Il Nemico se da una parte risulta particolarmente chiarificatore rispetto a tali momenti enigmatici della visione, dall’altra cambia completamente le carte in tavola. Una svolta particolarmente intrigante che innesta un affascinante cortocircuito sull’incapacità di poter ricominciare una nuova vita per l’ormai ritrovata Hen, nonostante accanto a lei ci sia effettivamente l’uomo che (forse) ha sempre amato. La nuova conflittuale disposizione tra i due porta la differenza sostanziale che, mentre lei ha appena superato il proprio percorso terapeutico (scivolando anche in un nuovo trauma), il nuovo/vecchio Junior ne è rimasto completamente estraneo, non registrando miglioramenti nel rapporto.
Si arriva così ad un nuovo – stavolta sì irreparabile – momento di rottura nel rapporto, con quel barlume di speranza di poterlo aggiustare che è andato ormai dimenticato, come “lacrime nella pioggia” o note di un pianoforte divorato dall’oscurità di un’umida cantina. A dir poco cinico il finale del film, dove l’essere umano è per sua natura destinato a distruggere l’amore, così come continua a distruggere il suo stesso pianeta, la sua casa. I “sostituti” forse non riusciranno a salvare il mondo, ma anche solo una piccola vita in più forse sì.
La recensione de Il Nemico: i chiaroscuri di un arido kammerspiel
Cosa vuol dire essere fatti l’uno per l’altra? Rapportarsi con un sosia/copia sarebbe la stessa cosa? Sono alcuni interrogativi che Davis presenterebbe con un film che, a mo’ di MacGuffin, si poggerebbe su basi apocalittiche. Il pianeta, sul quale orbita la narrazione de Il Nemico, è infatti quello di una vecchia fattoria inghiottita dalle tenebre del dubbio e della paura di amare, per una claustrofobica regia di un kammerspiel fatto di incontri, scontri e soprattutto sguardi e di non detto. Eccezion fatta quando si vuole dare spazio proprio all’ambiente esterno, nel mostrare aride distese che ben ridanno all’immaginario di una fantascienza distopica, austera e minimalista.
Ad impreziosire la visione del film di Davis è poi sicuramente un mirabile comparto tecnico, per una fotografia di gran livello nei suoi chiaroscuri, pronta a riflettere luci ed ombre della vita di coppia, con predominanza delle seconde. A tal proposito, il cuore pulsante del film resta sicuramente l’appassionata prova recitativa della coppia protagonista. Belli e bravi, Saoirse Ronan e Paul Mescal intrecciano una chimica relazionale decisamente convincente, che permette di risaltare il lato drammatico e romantico della storia, con il suggestivo e vibrante sonoro che accompagna le emozioni suscitate già di per sé dalla bellissima costruzione dell’immagine. Il momento più alto del film resterebbe forse quello proprio del plot-twist, più o meno pronosticabile ma che riesce a lasciare il segno grazie proprio alla prova del cast, al sonoro totalizzante ed ancora una volta alla potenza immaginifica.
Con Il Nemico, tuttavia, non si parla comunque di un film perfetto o che riesca ad eccellere per chissà quale originalità o forza espositiva. Il minutaggio (comunque ben dosato e rilassato nel ritmo) potrebbe risultare eccessivo, con qualche tempo morto di troppo; la sceneggiatura non è sempre pulita e puntuale soprattutto nella cura dei dialoghi, perdendo a volte una certa linearità necessaria; la metafora della condizione climatica ed ambientalista, sebbene sia un alone perennemente presente nella visione, non viene mai affrontata veramente, lasciando marginali molti dei temi trattati (su tutti l’allevamento intensivo). Il nuovo film di Garth Davis vince e convince così specialmente per il suo lato drammatico e sentimentale, esaltato dalla grande prova dei suoi protagonisti, che non disdegna un intreccio e sviluppo narrativo che si muoverebbe più sulle corde del thriller.