Recensione – Expats 1×05: Central

Dopo The Farewell, Lulu Wang torna dietro la macchina da presa con Expats, serie tv disponibile su Amazon Prime Video. Arrivati ormai al quinto episodio, merita davvero la visione?
Nicole Kidman in Expats, la nuova serie tv di Lulu Wang disponibile su Amazon Prime Video

Articolo pubblicato il 19 Febbraio 2024 da Gabriele Maccauro

È disponibile su Amazon Prime Video il quinto episodio di Expats, la serie tv che vede Lulu Wang (The Farewell) alla regia e Nicole Kidman come protagonista; ogni venerdì la serie, che non è altro che l’adattamento del romanzo The Expatriates di Janice Y. K. Lee, si aggiorna attraverso nuove puntate. In attesa dell’episodio finale, segue dunque la recensione di Central, il quinto episodio di Expats.

La trama di Expats, la nuova serie tv di Amazon Prime Video

Prima di passare alla recensione del suo quinto episodio, è bene spiegare brevemente qual è la trama di Expats, la serie tv di Lulu Wang presente nel catalogo di Amazon Prime Video. Ambientata nella Hong Kong del 2014, Expats ha come protagoniste tre donne: Margaret (Nicole Kidman) è una donna americana e benestante che ha dovuto lasciare il suo lavoro e trasferirsi per seguire suo marito Clarke (Brian Tee), finendo così per dover badare costantemente ai suoi tre figli. Hilary (Sarayu Blue) è la cognata di Margaret ed anche lei si è trasferita – in questo caso dall’India – per seguire il marito David (Jack Huston) che, dopo anni senza averne sentito il bisogno, desidera adesso avere un figlio, ma il concepimento risulta piuttosto complicato. Infine Mercy (Ji-young Yoo), giovane ragazza che viene dalla Corea, che ha girato molti paesi e realtà ma che fatica ancora a trovare il proprio posto nel mondo. Ben presto però, un lutto porterà i loro destini ad intrecciarsi.

Ji-young Yoo in una scena di Central, quinto episodio della serie Amazon Prime Video diretta da Lulu Wang, Expats.

La recensione del quinto episodio di Expats, diretta da Lulu Wang

Commentando il suo primo episodio, si è sottolineato come la città di Hong Kong rappresentasse non solo la cornice di questa meravigliosa storia, ma un vero e proprio personaggio della stessa. Personaggio che, per il modo in cui faceva sentire Margaret, Hilary e Mercy appariva come un vero e proprio villain, a maggior ragione dopo la scomparsa del piccolo Gus ma che, col passare delle puntate, ha mostrato sempre più le proprie sfaccettature. Questo fino a Central, il quinto episodio di Expats che lavora proprio su questo concetto, sull’idea che forse il più importante protagonista di questa vicenda non è una persona, ma un luogo.

Hong Kong è da sempre stata luogo di proteste, tafferugli e scontri, terra che la Cina ritiene gli appartenga da decenni ma per cui la questione resta ancora oggi più aperta che mai. Il 2014 è, in questo senso, uno degli anni più importanti e critici per quanto riguarda la tensione tra il popolo cinese e la regione amministrativa speciale, soprattutto per via della rivolta nota come Rivoluzione degli ombrelli, una protesta pacifica protratta per più di due mesi che si poneva come obiettivo quello del raggiungimento del suffragio universale. A dare il via al tutto fu in primis il movimento di Occupy Central, i cui leader furono incriminati ed arrestati nel 2019. L’ennesimo simbolo di una lotta che sembra non avere fine e che trova, negli occhi e nel cuore di Lulu Wang, una meravigliosa portavoce.

La regista cinese naturalizzata statunitense riesce così a fare un ulteriore passo in avanti a livello narrativo, portando in scena una vicenda politica e sociale che l’ha toccata in maniera profonda. Decide di farlo senza orpelli ma in maniera chiara, onesta, decisa. A cuore aperto, portando in alto quella libertà di parola che tutti dovrebbero avere, in modo pacifico, tentando quanto più possibile di essere inclusiva, aperta ad ascoltare l’opinione di tutti senza però voler scendere a compromessi su questioni più grandi del singolo, che riguardano un popolo intero e che, francamente, sono tutto fuorché discutibili.

Inutile a dirsi, l’episodio è stato fortemente censurato in Cina, ma questo non fa altro che rafforzare il lavoro di una regista che qui dimostra di essere anche una grandiosa sceneggiatrice: dopo quattro intense puntate, è infatti sorprendente il modo in cui tutta questa storia venga raccontata andando a mettere quasi totalmente in stand-by l’arco narrativo delle tre donne e che anzi, in un certo senso lascia più spazio proprio adesso ai due uomini, in primis ad un Brian Tee davvero magistrale. Si tratta in ogni caso di persone con una ferita aperta, proprio come Hong Kong ed il suo popolo, qui assoluto protagonista ed occhio quasi alla Grande Fratello di orwelliana memoria che osserva e commenta proprio le loro vicissitudini. Con Central, Lulu Wang raggiunge probabilmente l’apice – fino a questo momento – della propria carriera e non resta che attendere la chiusura di questo cerchio, con l’ultimo frammento di storia che verrà rilasciato venerdì prossimo. Difficile però pensare che possa esserci una chiusa in grado di rovinare il lavoro fatto fino a questo momento.

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