Articolo pubblicato il 18 Maggio 2024 da Gabriele Maccauro
La recensione di The Belle From Gaza, il nuovo film diretto dalla francese Yolande Zauberman e presentato in anteprima alla 77esima edizione del Festival di Cannes, all’interno della sezione Proiezioni Speciali. A seguire, trama e recensione del film.
La trama di La Bella di Gaza (La Belle de Gaza), presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024
Prima di passare all’analisi e recensione del film, segue la trama di La Bella di Gaza (La Belle de Gaza). Il film racconta la storia di alcune donne come Nathalie, assistita da un’amica d’infanzia dopo l’intervento chirurgico di affermazione del genere, e Nadine, cresciuta in una comunità beduina, che parla apertamente dei pericoli che corre in quanto donna trans che lavora come prostituta. Il film racconta dunque delle conseguenze delle loro scelte e cosa ciò ha comportato nelle loro vite, soprattutto all’interno delle loro famiglie.

La recensione di La Bella di Gaza (La Belle de Gaza), diretto da Yolande Zauberman
Il Festival di Cannes 2024 presenta, all’interno della propria selezione, alcuni tra i titoli più attesi degli ultimi tempi: da Oh Canada! di Paul Schrader a Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos, da Parthenope di Paolo Sorrentino a The Shrouds di David Cronenberg, senza dimenticarsi poi di Megalopolis di Francis Ford Coppola. Gli ultimi progetti di alcuni tra gli autori più importanti del mondo della settima arte che meritano la visione da parte di ogni appassionato. Allo stesso tempo, è altrettanto bello esplorare le varie sezioni del festival, perché uno dei suoi lati migliori è certamente quello di scovare dei piccoli gioielli che, spesso e volentieri, meritano tanto se non più di opere più blasonate ed in vista. Ne è un esempio Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch di cui abbiamo parlato qui ma lo è ancora più, in un certo senso, il nuovo documentario di Yolande Zauberman, già vincitrice di un César con M.
È proprio durante la realizzazione del sopracitato documentario che nasce l’idea per La Bella di Gaza: la regista Yolande Zauberman stava seguendo la storia di tre donne trans arabe quando una di queste ha raccontato ad una sua collega di aver percorso a piedi la tratta che da Gaza portava a Tel Aviv. La commistione di eventi ed informazioni ha portato così la regista francese a rimettersi sulle tracce – inizialmente perse – di questa donna, per poter approfondire meglio questo suo racconto e vedere il mondo dal suo punto di vista. Da qui il nome “la bella di Gaza”.
Per quanto il documentario sia piuttosto ripetitivo e ridondante in certi punti, i suoi 76 minuti di durata volano piuttosto velocemente e non ci si annoia mai. A fare la differenza è però la forza del racconto e le parole di tutte queste donne, che hanno dovuto e devono ancora oggi combattere quotidianamente per avere pari diritti e dignità con chiunque altro. La Bella di Gaza dà voce a chi non ha voce e, in attesa di scoprire se verrà distribuito in un paese come Israele, ha avuto la sua prima mondiale sulla Croisette, ricevendo il plauso di pubblico e critica. Dei racconti strazianti, cinici eppure così precisi, chirurgici: La Bella di Gaza è un film purtroppo estremamente moderno e specchio della società moderna. Purtroppo perché nel 2024 sarebbe anche il tempo di smettere di credere di poter imporre il proprio volere sugli altri, come fossero una proprietà e non esseri umani, come bisognerebbe anche smettere di pensare che un diverso orientamento sessuale, pensiero politico, colore della pelle e chi più ne ha più ne metta, possa rappresentare uno svantaggio nella vita ed anzi, sia addirittura motivo di persecuzione. Purtroppo, in tante parti del mondo in maniera più o meno marcata, tutto ciò sta ancora all’ordine del giorno, ma opere come quella di Yolande Zauberman restano fondamentali per poter portare sempre più alla luce queste questioni e tematiche.