Cerca
Close this search box.

Vangelo secondo Maria è una mezza sovversione, non osa fino in fondo

Vangelo secondo Maria è un film italiano distribuito nelle sale cinematografiche dal 23 maggio 2024, diretto da Paolo Zucca e interpretato da Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann. Ma il film è riuscito effettivamente nel suo intento sovversivo?
Recensione Vangelo Secondo Matteo, film con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann

Vangelo secondo Maria è un film diretto da Paolo Zucca, presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino Film Festival. Questa produzione italiana ha fatto parlare di sé per la coppia di attori presente e formata da Benedetta Porcaroli, nel ruolo di Maria, e Alessandro Gassmann, nel ruolo di Giuseppe. Vangelo secondo Maria è stato distribuito nelle sale cinematografiche a partire da giovedì 23 maggio 2024: di seguito la trama e la recensione del film di Paolo Zucca.

La trama di Vangelo secondo Maria, con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann

Come preannuncia il titolo, il film con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann ha delle intenzioni sovversive, tant’è che prova a rileggere la nota storia cristiana dell’Annunciazione per offrire il punto di vista di Maria. Ma di cosa parla quindi Vangelo secondo Maria? La trama:

Si tratta della storia di Maria (Benedetta Porcaroli), una ragazza giovanissima originaria di Nazareth, grande appassionata dei racconti della Bibbia. Purtroppo essendo una donna nella Palestina antica, alla giovane è proibito leggere e scrivere. Eppure, Maria in sinagoga è entusiasta di come i profeti riescano ad avere un dialogo diretto, da pari a pari, con Dio. La ragazza sogna la libertà, la possibilità di aver un’istruzione, nonché l’opportunità di fuggire e vivere un’impresa. È per questo che Maria si ribella a Dio, disobbedendogli. Accanto a lei c’è Giuseppe (Alessandro Gassmann), maestro e al contempo complice della ragazza, un uomo forte e affascinante, totalmente diverso dal vecchio ricurvo rappresentato nei dipinti sacri.

La recensione di Vangelo secondo Maria, un film dove la sovversione è accennata: non ha il coraggio di osare fino in fondo

In un Paese storicamente improntato sulla religione come l’Italia è interessante osservare l’idea che un film come Vangelo secondo Maria vorrebbe trasmettere, poiché prendere come base l‘Annunciazione e farne invece un atto di ribellione della figura della Madonna nei confronti di Dio in persona è sicuramente audace. Se le premesse potrebbero lasciar presagire uno sviluppo concreto, tangibile e stimolante, al contrario la messa in scena si limita all’adottare un impianto teatrale facendo uso di una scenografia alquanto suggestiva. Da un punto di vista recitativo c’è sicuramente un risultato soddisfacente grazie alle singole prestazioni e alla sinergia che dimostrano di avere due attori come Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, e proprio perché impostare lo scambio di battute come una rappresentazione a teatro è senz’altro ragguardevole. Tuttavia, minuto dopo minuto si spera in un vero e proprio sradicamento del racconto biblico incentrato su Maria, e grazie all’arte del teatro, dove è possibile inserire determinate battute con i giusti tempi, il rigetto dell’archetipo religioso per eccellenza viene intriso di una modernità per certi versi ancor più spaventosa perché per definizione è vicina ai giorni nostri. Ecco che si punta il dito contro la quantità di eccessiva di stranieri accorsi a Nazareth, ecco che le donne sono ridotte a delle serve per colpa della legge locale.

Purtroppo però tali concetti restano solo in superficie e non graffiano mai, in quanto ci si limita a far notare le condizioni sociali e politiche soltanto avvalendosi di battute lasciate lì, non approfondite attraverso una narrazione che invece arranca. Ad esempio, dalla sceneggiatura emergono verbalmente due fattori: “la legge è per gli uomini” e “dovrei vestirmi come un uomo”; l’atto di denuncia è il far prendere nota allo spettatore della contemporaneità di un evento presumibilmente accaduto migliaia di anni fa. Le donne devono lottare per la propria libertà, e persino la Vergine Maria in persona ha dovuto farlo ai suoi tempi, quando per l’appunto gli uomini vedevano in loro solo delle madri e delle casalinghe. Addirittura Dio voleva servirsi di lei per il concepimento di suo figlio Gesù, questo lascia trasparire il film di Paolo Zucca, per cui è l’insurrezione della protagonista a dominare la scena. Come anticipato, quanto descritto è però asettico, racchiuso in un rigido e meccanico schema con il quale viene elargita una storia in fin dei conti anche piuttosto banale, e non per l’idea, bensì per realizzazione. Sembra quasi che le scene siano legate tra loro in forma epistolare, dove ciascuna di essa ha un suo macro-racconto da esporre allo scopo di centrare l’obiettivo concettuale, ma un’intuizione ha pur bisogno di avere un seguito realmente cinematografico, spassionatamente sovversivo, altrimenti resta solo un’intuizione astratta.

Se nella prima parte emergono già tutti i difetti, nella seconda parte questi appesantiscono maggiormente il film, il quale si conclude con un’incoerenza facile da spiegare: l’Italia è una nazione fortemente cattolica, quindi andare completamente contro una certa visione sarebbe potuto risultare scandaloso per i più. Dunque, non solo Vangelo secondo Maria è claudicante nella messa in scena e con un minutaggio ingiustificato, apparendo poco convinto negli espedienti narrativi proposti per mandare avanti la storia, ma ha un finale contraddittorio che ne causa un crollo definitivo. Ciò accade perché non si può stare con due piedi in una scarpa, se si prende una direzione per contrastarne un’altra è davvero riduttivo concludere con l’accettazione di una delle due per far sì che convivano. Infatti, dato che Giuseppe è stato reinterpretato come un uomo misterioso, affascinante e docile, così come Maria è la figlia incontrollabile e ritenuta pazza dal suo villaggio, terminare la visione con la decisione di partire con in grembo il figlio di Dio è deludente. Il motivo è che questo evento manca di sincerità: si raggiunge un compromesso incomprensibile e inutile, quando invece si sarebbe potuta mettere in evidenza – tramite una determinata azione – una sovversione struggente e impattante, la quale risulta invece accennata e poco coraggiosa. Allora l’intento di mostrare due personaggi antichi e iconici per i fedeli che sono però diversi poiché moderni, desiderosi di viaggiare, di fuoriuscire dalla comune ignoranza e di vivere la propria libertà – la quale deve essere pari per ambo i sessi come suggerisce lo stesso Giuseppe –, è una nozione che potremmo definire “sintetica” in quanto artificiosa, didascalica come se si trattasse di una tesi con scadenza di consegna.

1,5
Rated 1,5 out of 5
1,5 su 5 stelle (basato su 2 recensioni)
Recensione locandina Vangelo secondo Maria
Vangelo secondo Maria
Vangelo secondo Maria

Si tratta della tradizionale storia cristiana dell'Annunciazione, rivisitata però in chiave moderna: Maria vuole conquistarsi la propria libertà nella Palestina antica, e per farlo deve ribellarsi a Dio stesso.

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

23/05/2024

Regia:

Paolo Zucca

Cast:

Benedetta Porcaroli, Alessandro Gassmann, Lidia Vitale, Leonardo Capuano, Giulio Pranno, Maurizio Lombardi, Fortunato Cerlino, Andrea Pittorino

Genere:

Drammatico

PRO

L’impostazione teatrale e la recitazione
L’idea
Il tentativo di stare concettualmente con due piedi in una scarpa, quindi non c’è una vera sovversione
Il minutaggio è ingiustificato
La messa in scena è claudicante, soprattutto nella seconda parte