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Ricchi a tutti i costi e la deriva della commedia italiana nell’era dello streaming

Sulla piattaforma di streaming Netflix ha fatto il suo esordio il film Ricchi a tutti i costi con Christian De Sica, Ninni Bruschetta, Angela Finocchiaro e Claudio Colica: ma qual è il suo risultato?
Ricchi a tutti i costi e la deriva della commedia italiana nell'era dello streaming (Recensione)

Il 4 giugno 2024 ha fatto il suo esordio, sulla piattaforma di streaming Netflix, la commedia Ricchi a tutti i costi, scritta e diretta da Giovanni Bognetti e sequel di Natale a tutti i costi. Un film particolarmente atteso dagli amanti di Christian De Sica, che torna a recitare all’interno della commedia, nel cast corale che comprende anche le presenze di Angela Finocchiaro, Claudio Colica, Dharma Mangia, Ninni Bruschetta e Darko Peric (che i più ricorderanno per il suo ruolo in La Casa di Carta). Ma qual è il risultato del film? Di seguito, si indica di più a proposito della trama e della recensione del film.

La trama di Ricchi a tutti i costi: di che cosa parla il film Netflix?

Prima di proseguire con la recensione di Ricchi a tutti i costi, vale la pena indicare innanzitutto la trama del film con Christian De Sica nel cast, attraverso la sua sinossi:

Dopo il successo di Natale a tutti i costi, la famiglia Delle Fave parte per una nuova avventura a Minorca. L’obiettivo è proteggere la nonna (e la sua ricca eredità) dalle grinfie del viscido Nunzio, che ha sedotto l’anziana donna e ha in programma di sposarla, portarla con sé in Sud America e, probabilmente, farla sparire il qualche recondito anfratto del Rio delle Amazzoni. Anna trascina marito e figli in un folle piano: uccidere il futuro sposo a pochi giorni dalle nozze, per salvare la madre. Tra liti in famiglia, vecchi dissapori e tragedie sfiorate, i killer improvvisati scopriranno ancora una volta che il vero tesoro è essere una famiglia.

La recensione di Ricchi a tutti i costi: bisogna davvero rimpiangere i cinepanettoni?

La storia politica e ideologica italiana ha avuto dei riflessi importantissimi nella rappresentazione della commedia e, non a caso, l’Italia può vantare un genere cinematografico assolutamente unico e originale: il cinepanettone. Nato dall’età del rigetto e dal disimpegno politico e sociale che ha caratterizzato la borghesia milanese di matrice (e di derivazione) yuppista, il cinepanettone ha assunto forme sempre più radicate nel nostro paese: di fatto, che piacciano o meno, questi prodotti hanno caratterizzato la commedia italiana, o ancor meglio una delle tante forme possibili di manifestazione ideologica e artistica che l’Italia potesse concepire in un momento particolarmente complesso – a cavallo tra la Democrazia Cristiana e il berlusconismo – nella sua storia. Poi, è stata la volta del superamento, proprio quando il cinepanettone è iniziato a vacillare contenutisticamente e tematicamente, della formula dell’anticinepanettone: film che, pur uscendo a Natale o avendo cornici e caratteristiche simili al cinepanettone, proponessero una forma di comicità differente, spesso su modello della commedia francese. Ne è un grande esempio, per intendersi, Il peggior Natale della mia vita con Fabio De Luigi.

Come si è giunti, a partire da una così tanto radicata tradizione (che, lo si ripete, indipendentemente dal gradimento dice molto del nostro paese), a film come Ricchi a tutti i costi? Offrire una recensione di tale film vuol dire anche inquadrarne la cornice, la caratteristica peculiare da cui muove i suoi passi e il contesto storico-sociale in cui quel film si forma; Ricchi a tutti i costi di Giovanni Bognetti è l’esatta conseguenza del cinema algoritmico che Quentin Dupieux racconta nel suo film Il secondo atto, presentato a Cannes 2024: in un luogo e in un tempo storico in cui la forza degli autori è sempre più blanda, sono le piattaforme ad avere la meglio con la presentazione di un acritico calcolo combinatorio, che non tiene conto dell’etica e del buon costume, ma che si propone di rimescolare immagini, citare altri contenuti (la lettera che richiama Totò e Peppino, per citare un solo esempio), cambiare le carte in tavola ed evadere da qualsiasi binario. Il risultato, così come nel film del cineasta francese, è sorprendente in senso negativo: in questo film, in effetti, si ha l’impressione che ci si diverta nel proporre delle formule che tendono all’imbarazzante e che pullulino di errori di montaggio, caricature dei personaggi ed elementi di assurdità nella narrazione. Ciò funziona per un personaggio pensato sopra alle righe – Nunzio Zampa interpretato da Ninni Bruschetta, che però sembra quasi essere il Duccio di Boris -, ma distrugge tutti gli altri, annullando qualsiasi caratterizzazione possibile delle personalità e accontentandosi di esagerare, ma non alla maniera comunque politica del cinepanettone, in qualsiasi momento, che si parli di una donna 87enne penetrata o del simulare l’atto del suicidio all’interno di una piscina.

Nei suoi 90 minuti totali Ricchi a tutti i costi si mostra come una post-commedia, un film che non soltanto non sa far ridere – salvo rari momenti -, ma che non sa neanche in quale ambito introdursi; che cosa vuole essere questo lungometraggio? Una parodia della famiglia disfunzionale che trova un’armonia solo nell’obiettivo comune di uccidere una persona? Un cinepanettone ma con meno corpi nudi e meno flatulenze? Una satira sociale del mondo borghese? Un film che vuole far riflettere sull’importanza dell’educazione mancata che genera delle difficoltà emotive e depressive? Tutto è presentato in pura abbondanza e in un inquietante caos, che non può che trovare una causa nella realtà dello streaming: Netflix, o chi per lei, è parte integrante del problema di prodotti che ormai non hanno più target ma che si accontentano di essere lanciati nel marasma generale della piattaforma; film come Ricchi a tutti i costi non sono nulla, nel senso letterale del termine, poiché non hanno niente da comunicare, da raccontare o da insegnare. E ancora, forse peggio: non riescono neanche a far ridere in modo scevro, poiché sacrificano l’eleganza dell’umorismo e non sono neanche così tanto esagerati ed estremi quanto un cinepanettone.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
Ricchi a tutti i costi
Ricchi a tutti i costi

Ricchi a tutti i costi è il sequel di Natale a tutti i costi e, con la scrittura e la regia di Giovanni Bognetti, vede un cast corale con Christian De Sica e Angela Finocchiaro protagonisti.

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

04/06/2024

Regia:

Giovanni Bognetti

Cast:

Angela Finocchiaro, Claudio Colica, Dharma Mangia, Ninni Bruschetta e Darko Peric

Genere:

Commedia

PRO

L’interpretazione sopra le righe di Ninni Bruschetta
Gli errori di montaggio grossolani
La rappresentazione caricaturale di ogni personaggio
Le assurdità narrative, tematiche e ideologiche del film
La totale assenza di target o cura del contenuto