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Recensione – Daredevil: il film Marvel con Ben Affleck

Il film su Daredevil fu un tentativo ambizioso di trasporre le amate storie di Frank Miller sul grande schermo.
Daredevil: la recensione del film Marvel con Ben Affleck

Il grande successo di Spider-Man creò grande attesa nei confronti di numerosi cinecomic che vennero lanciati dagli studios: nel 2003, dopo l’ottimo riscontro di X-Men, la 20th Century Fox continuò con Daredevil, il film Marvel sul diavolo di Hell’s Kitchen diretto da Mark Steven Johnson.

La trama di Daredevil

Ispirato maggiormente alle celebri storie a fumetti scritte da Frank Miller, Daredevil è il primo (e fino ad ora unico) lungometraggio dedicato al personaggio. La director’s cut del cinecomic presenta la seguente trama:

Quando era piccolo, Matt Murdock venne colpito da scorie radioattive che gli fecero perdere la vista, ma ebbe in cambio il potenziamento di tutti gli altri sensi che gli conferirono capacità sovraumane. Dopo 22 anni, a causa dell’uccisione del padre da parte della malavita che traumatizzò la sua infanzia, Matt fa ora l’avvocato, ma di notte si traveste da vigilante che colpisce i criminali dove la giustizia fallisce: il vigilante, noto anche come l’Uomo Senza Paura, si fa chiamare Daredevil. Dopo anni di solitudine, Matt Murdock si innamora di Elektra Natchios, una donna esperta di arti marziali la cui vita sarà messa in pericolo da Kingpin, il boss della malavita che controlla New York e che ha preso di mira la sua famiglia. Come se non bastasse, Matt, insieme al suo collega Foggy Nelson, deve riuscire a far scagionare Dante Jackson, un uomo innocente accusato dell’omicidio di una prostituta.

Recensione: Daredevil il film Marvel con Ben Affleck

La recensione di Daredevil

La regia di Mark Steven Johnson non è eccellente come quella di Bryan Singer o quella di Sam Raimi, ma presenta comunque dei guizzi interessanti: per esempio è d’impatto il piano sequenza della telecamera che parte inseguendo i piedi di un criminale che fugge per poi fermarsi all’inquadratura di una pozzanghera, il cui riflesso mostra Daredevil che atterra sull’acqua. Altre scene ben gestite sono la ripresa espressionista della grande ombra di Daredevil che ingloba quella piccola di uno scagnozzo di Kingpin, oppure il riflesso del simbolo in fiamme mostrato nel primo piano degli occhiali del giornalista Ben Urich. L’impostazione registica risulta più confusa nei combattimenti, perché a volte le inquadrature catturano le coreografie in modo troppo veloce e gli stacchi di montaggio sono eccessivi. Per l’epoca la CGI è ben fatta non soltanto nelle scene in cui il personaggio si muove tra i grattacieli di New York o negli scontri (come quando Daredevil colpisce Bullsey in sella a una moto), ma anche negli intriganti esperimenti visivi che mostrano l’udito estremamente sviluppato di Matt, attraverso una soggettiva (usata sia nei combattimenti che in momenti quotidiani) che crea una maggiore immersione dello spettatore, tra cui il rumore dei battiti del cuore che permettono al personaggio di capire se le persone mentono o no.

Nella bella colonna sonora di Graeme Revell non si può non menzionare la splendida canzone Bring Me To Life che è stata realizzata dagli Evanescence proprio per questo film. Per quanto riguarda il cast, la scelta di Ben Affleck nel ruolo del protagonista risulta convincente, mentre Jennifer Garner ha dei momenti in cui risulta essere monoespressiva, diversamente da un Colin Farrell estremamente sopra le righe che, pur ben rendendo bene la follia del killer Bullseye, a volte è eccessivo. Tra i vari caratteristi presenti nel cast, non si possono non menzionare Jon Favreau nel ruolo di Foggy ed il rapper Coolio nel ruolo di Dante Jackson (quest’ultimo presente solo nella director’s cut), i quali appaiono davvero divertiti sul set e presentano degli sketch esilaranti che spezzano la tensione nei punti giusti, così come è intrigante la performance di Joe Pantoliano nel ruolo di Ben Urich, ma la scena maggiore la ruba sopratutto Michael Clarke Duncan nei panni di Kingpin: la sua straordinaria presenza scenica e la sua eccellente interpretazione rendono l’attore una delle migliori scelte di casting che siano mai state fatte per un cinecomic.

Daredevil: la recensione del cinecomic con Ben Affleck

L’ambizione di Daredevil

Il prologo in cui viene raccontata l’origine di Daredevil fin dalla sua infanzia è ottimo: infatti viene ben evidenziata la tragicità di un dodicenne che diventa cieco a causa della paura delle scelte sbagliate fatte dal padre, così come viene ben introdotta la cattiveria di un mondo che impedisce alle persone di poter crescere e prosperare, simboleggiata dal momento in cui il padre di Matt viene ucciso dalla malavita soltanto per aver cercato di insegnare al figlio di non arrendersi mai anche nei momenti in cui tutto sembra andare storto. La determinazione insegnata dal genitore e la rabbia scaturita dalla morte di quest’ultimo trasformano Matt in un angelo vendicatore che agisce quando i criminali vengono scagionati da una corte corrotta: infatti risulta estremamente coraggiosa l’idea di rendere Daredevil un assassino, creando un maggiore realismo nelle sue scelte emotive, le quali vengono contaminate dal tormento di non riuscire ad assicurare i criminali alla giustizia, cosa che lo fa ricorrere alla soluzione estrema. Tuttavia la rabbia di Matt gli causa anche forti sensi di colpa e la sua ossessione nel rincorrere la sua crociata lo rendono un uomo tormentato e solo, cosa che viene evidenziata nell’ottimo pianosequenza che mostra le vetrate della chiesa macchiate dal sangue di Daredevil fino ad inquadrare quest’ultimo mentre è aggrappato alla croce dell’edificio (scelta registica ripresa da un iconico disegno della graphic novel Daredevil: Diavolo Custode di Kevin Smith), come se Mark Steven Johnson volesse ritrarre un uomo disperatamente attaccato alla sua fede mentre le sue scelte gli causano continue ferite.

L’approfondimento legato alla tragica figura di Daredevil viene rappresentato molto nel prologo ed in vari momenti sparsi durante la parte centrale (come le scene in cui tenta di goffamente di andare a messa), ma le cose si fanno più difficili proprio con l’introduzione degli altri personaggi che hanno abilità speciali, tra cui Elektra. Lei è infatti la prima figura che crea in Matt un punto di riferimento per indicargli che nel mondo non ci sono soltanto rabbia e dolore, ma la stessa Elektra si lascia poi contaminare dalle brutte cose che le succedono a causa del coinvolgimento di Kingpin. L’oscurità vendicativa che avvolge Elektra diventa un riflesso di ciò che Matt ha sempre sentito vestendo i panni di Daredevil, cosa che viene intelligentemente mostrata nel momento in cui le gocce di pioggia smettono di colpire il corpo di Elektra, impedendo a Matt di vederla grazie al loro suono e perdendo quella luce che fino ad allora lo aveva sfiorato. Tuttavia, per quanto i sentimenti di Matt abbiano spazio, non si può dire lo stesso per Elektra, la cui tragedia viene esplorata soltanto nell’ultimo terzo del film quando diviene la ninja conosciuta nei fumetti in modo decisamente frettoloso. Il lungometraggio infatti ha problemi nel cercare di mantenere tanti personaggi complessi in un unico film, tra cui Bullseye che viene ridotto semplicemente ad un killer psicopatico che ama uccidere le persone e basta, nonostante le scene in cui trasforma persino le noccioline in armi siano abbastanza divertenti. Kingpin è un villain con un grande carisma e la pericolosità della sua influenza sulla città è evidente, ma la complessità del personaggio, cresciuto con l’idea che a New York possa sopravvivere soltanto il più forte, viene sacrificata con poche frasi a causa del poco screentime dato a disposizione. Il boss criminale infatti risulta essere maggiormente un semplice cattivo da sconfiggere come i primi fumetti di Spider-Man degli anni 60 piuttosto che il criminale solo e spietato presente nelle storie drammatiche di Frank Miller alle quali il lungometraggio vorrebbe rifarsi, ma fortunatamente gli elementi positivi elencati e la già citata splendida performance di Duncan lo rendono comunque un villain funzionale.

Daredevil: la recensione del film di Mark Steven Johnson

L’espiazione di Daredevil

Un altro lato affascinante del cinecomic, il quale è stato disgraziatamente rimosso dai produttori nella versione cinematografica, è lo spazio riservato alle vicende di Matt e Foggy come avvocato. Infatti è interessante vedere il protagonista indagare sulla scena del crimine per trovare indizi da utilizzare in tribunale, usando i suoi ipersensi per ricostruire ciò che è successo. Il tentativo di proteggere un accusato che sembra spacciato dal principio è un modo per mostrare la grande volontà di Matt nel cercare di credere il più possibile in una giustizia sempre più inapplicabile, nonostante il cinismo di Foggy. Il fatto che due avvocati molto piccoli (che vengono anche sbeffeggiati dallo stesso Kingpin e dai suoi tirapiedi) riescano a fronteggiare i complotti giudiziari guidati da un essere apparentemente inarrestabile fornisce maggiore speranza nella possibilità dell’evoluzione del sistema, così come Matt può evolvere il suo stato d’animo smettendo di agire come un killer ed affrontando finalmente a testa alta i nemici senza abbandonarsi ai loro stessi mezzi, perché Daredevil sta dalla parte del bene esattamente come il suo alter ego Matt Murdock. Inoltre le indagini dei due avvocati forniscono al film una maggiore impostazione da noir, fornendo più spunti sulla doppia identità del protagonista e non annoiando grazie alla varietà delle scene.

La director’s cut di Daredevil soffre della sua eccessiva carne al fuoco che non permette l’approfondimento completo di tutti i personaggi presenti. Tuttavia, anche se il film non raggiunge i livelli di altri cinecomic di successo dell’epoca e né quelli della splendida serie televisiva del Marvel Cinematic Universe, le vicende della storia coinvolgenti, la complessa figura del protagonista e l’impostazione visiva non sempre riuscita ma comunque ben fatta, rendono il film un’opera capace di intrattenere e di avere spunti interessanti.

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Daredevil: la recensione del cinecomic di Mark Steven Johnson
Daredevil
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Matt Murdock è un avvocato cieco dotato di sensi speciali che di notte si traveste da Daredevil, vigilante deciso a sconfiggere i criminali quando la giustizia fallisce.

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:

14/02/2003

Regia:

Mark Steven Johnson

Cast:

Ben Affleck, Jennifer Garner, Michael Clark Duncan, Colin Farrell, Jon Favreau, Coolio, Joe Pantoliano, Erick Avari

Genere:

Supereroistico, azione, fantascienza, noir

PRO

Le ottime scelte di casting
L’approfondimento della figura di Daredevil
I guizzi registici
L’atmosfera noir
La mancanza di equilibrio nelle caratterizzazioni dei personaggi
L’interpretazione di Jennifer Garner
Alcune scene di combattimento confuse
Il montaggio che a volte è epilettico senza motivo