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Spider-Man 2: la spiegazione del finale del sequel di Sam Raimi

Tutto ciò che c’è da sapere sul finale del secondo capitolo di Spider-Man diretto da Sam Raimi.
Come finisce Spider-Man 2 di Sam Raimi

Spider-Man 2 è considerato uno dei migliori cinecomic di sempre anche grazie alla sua conclusione, la quale è definita uno dei più grandi finali che il cinema supereroistico abbia mai realizzato. Ma come finisce Spider-Man 2? A seguire la spiegazione del finale del secondo film della trilogia di Sam Raimi.

Come finisce Spider-Man 2

Dopo la fine di Doctor Octopus, Harry Osborn rimurgina sull’aver scoperto che la vera identità di Spider-Man è Peter Parker, il suo miglior amico che lui crede, ingiustamente, l’assassinio di suo padre. All’improvviso Norman Osborn appare attraverso una visione di Harry, il quale cerca di allontanarla quando quest’ultima lo esorta a vendicarlo. Dopo aver lanciato un coltello per difendersi dall’insistenza dell’allucinazione, Harry frantuma un vetro dietro cui è nascosto un passaggio segreto che porta all’ex rifugio di Norman Osborn: Harry trova così le armi e le sostanze chimiche utilizzate da suo padre per diventare Green Goblin.

Il giorno del matrimonio di Mary Jane con John Jameson, Peter rimane nel suo appartamento sapendo di dire addio per sempre all’amore della sua vita. A sorpresa, Mary Jane, che ha scoperto finalmente chi c’è dietro la maschera di Spider-Man, abbandona John all’altare e si reca da Peter vestita da sposa. Peter sa che, fidanzandosi con lui, la vita di Mary Jane potrebbe essere in pericolo perché molti criminali potrebbero farle del male se scoprissero la vera identità di Spider-Man. Nonostante ciò, Mary Jane afferma che sta a lei prendere la decisione e sceglie di rimanere accanto a Peter per il resto della vita. La scena finale del film mostra un’ultima inquadratura con il volto di Mary Jane mentre guarda Peter oscillare come Spider-Man dopo aver sentito le sirene della polizia.

La spiegazione del finale di Spider-Man 2

Nel finale di Spider-Man 2, Peter Parker accetta la decisione di Mary Jane che sceglie di portare sulle spalle lo stesso peso che il suo amore affronta tutti i giorni. L’ultima inquadratura infatti è realizzata per sottolineare il dramma della ragazza che dovrà passare numerosi momenti della sua vita ad aspettare Peter mentre cerca di aiutare le persone, sapendo che un giorno potrebbe non tornare più, senza contare il fatto che lei stessa potrebbe essere usata da futuri nuovi villain come mezzo per arrivare a lui, rischiando di morire come è già avvenuto più volte.

La grandezza del finale del sequel di Raimi sta nell’aver portato una nuova visione della responsabilità: il supereroe, in quanto individuo, non deve più contare sulla sua solitudine per affrontare le sue paure più grandi, ma può farsi forza delle persone a lui care che possono aiutarlo a tenere insieme i pezzi per andare avanti. Tuttavia, affinché tutto possa andare nel modo migliore possibile, le persone che scelgono di entrare in un legame così forte devono essere consapevoli delle difficoltà che affrontano, creando così totale trasparenza. La responsabilità non è più soltanto nell’azione, ma anche nell’amore reciproco nei confronti di chi la compie, preparandosi ad affrontare le avversità di un’esistenza che avrà sempre alti e bassi, ma con la promessa che ci si possa sempre ritrovare anche nel dolore. Invece la scena di Harry Osborn è il preludio della nascita del nuovo Green Goblin, il quale sarà uno degli antagonisti di Spider-Man 3, teaserando il confronto definitivo tra lui ed Peter.