Cerca
Close this search box.

Il Signore degli Anelli – Le due torri: come finisce? La spiegazione del finale

Il secondo film della trilogia di Peter Jackson lega, in modo eccezionale, l’inizio dell’epico viaggio nella Terra di Mezzo con la sua naturale conclusione. Ma come finisce Le due torri?
La spiegazione del finale del film Il Signore degli anelli - le due torri

Quella inaugurata dal primo film del 2001, La Compagnia dell’Anello, è una delle trilogie più amate ed importanti non solo nel mondo del cinema. Il Signore degli Anelli – Le due torri ha così onere ed onore di continuare la linea narrativa tracciata da Peter Jackson e squadra, dalla Contea fino alle pendici del Monte Fato. Una narrazione che viene sviscerata in questo modo seguendo diverse strade e personaggi, con un finale ovviamente troncato nell’attesa della terza conclusiva parte. Ma come finisce il secondo film della trilogia di Il Signore degli Anelli?

Come finisce Il Signore degli Anelli – Le due torri

Prima di continuare nella spiegazione del finale del secondo film della leggendaria trilogia di Peter Jackson su Il Signore degli Anelli, occorre indicare innanzitutto come finisce. Come accennato e differentemente dal primo capitolo del 2001, una delle peculiarità de Le due torri sta proprio nel condurre la propria avvincente narrazione attraverso 3 distinte linee narrative, cambiando personaggi ed ambientazioni ma non facendo perdere loro peso ed importanza all’interno dell’economia della visione.

La prima “squadra” è infatti composta dagli inseparabili hobbit Merry e Pipino, in compagnia degli Ent guidati da Barbalbero. Per vendicare la sofferenza e la violenza subita dalla foresta di Fangorn, questi hanno infatti attaccato Isengard riuscendo a sopraffare le forze dello stregone Saruman, il quale viene rinchiuso nella sua stessa torre di Orthanc quale nuova prigione. Un’altra importante squadra, ovvero quella formata da Aragorn, Legolas, Gimli, Gandalf ed il popolo di Rohan guidato da re Theoden, ha appena trionfato nella sanguinaria battaglia per il Fosso di Helm.

Poi resta quello che rimane a tutti gli effetti il giovane protagonista della Trilogia, ovvero quel Frodo accompagnato nel suo viaggio dal fedele Sam e dal sinistro Smeagol. Questi sono infatti incappati nel capitano di Gondor Faramir, il quale aveva inizialmente intenzione di prendere per sé l’Anello per poi portarlo al padre sovrintendente per cambiare le sorti della guerra e riabilitare il suo nome. Tuttavia, Faramir riesce a comprendere il senso di sacrificio di Frodo e decide di lasciarlo andare, anche perché le sue forze ad Osgiliath sono state attaccate da quelle di Sauron e da capitano valoroso dovrà prima proteggere i suoi uomini. Frodo, Sam e Smeagol riprendono così il loro viaggio verso il Monte Fato.

Il Signore degli Anelli – Le due torri: la spiegazione del finale

Al fine di addentrarsi nella spiegazione del finale de Il Signore degli Anelli – Le due torri, si continua procedendo nella suddivisione narrativa sopracitata. Per quanto riguarda il fronte di Merry e Pipino poco ci sarebbe da aggiungere alla cattura di Saruman, con gli Ent che hanno preso controllo di Isengard e con lo stregone rinchiuso nella sua Torre. Spostandosi invece dalle parti dei trionfatori della grande battaglia per il Fosso di Helm, è Gandalf a guidare i suoi compagni, non solo quelli partiti insieme a lui da Gran Burrone, ma anche i nuovi ritrovati a Rohan, ovvero Theoden, Eomer e Gamling. Il Bianco avverte loro come Sauron sarà furioso della dipartita di Saruman, indicando l’inizio della nuova Guerra per la Terra di Mezzo, che si tramuterà nella chiusura della trilogia nelle battaglie di Minas Tirith e del Nero Cancello.

Gandalf sottolinea inoltre come le loro speranze e quelle di tutti siano riposte nelle mani di due giovani hobbit, ovviamente non essendo a conoscenza della presenza con loro di Gollum. Sono proprio questi 3 personaggi a chiudere gli ultimi minuti di visione di Le due torri, dopo aver salutato Faramir che li ha liberati al loro destino. Successivamente ad aver evidenziato il valore di Sam, il capitano di Gondor chiede quale strada i tre prenderanno per raggiungere Mordor, scoprendo che Smeagol li vorrebbe portare al passo di Cirith Ungol per poi esplodere di rabbia proprio verso il sinistro personaggio. Faramir, infatti, avverte Frodo e Sam che un oscuro terrore dimori in quella zona. Non si usa a sproposito l’alternanza di nomi tra Gollum e Smeagol, perché proprio nell’ultima scena di Le due torri questo profondo dualismo viene prepotentemente fuori nel personaggio.

Mentre Frodo e Sam cercano di trovare un minimo di leggerezza nella prosecuzione del viaggio, la loro guida si defila tormentato dai suoi demoni. Smeagol sta infatti soffrendo delle violenze subite sotto la cattura di Faramir per le quali Frodo non lo avrebbe difeso, con il dolore e la paura che fa tornare Gollum più minaccioso che mai. Quest’ultimo, nonostante fosse stato precedentemente “sconfitto” dallo stesso Smeagol, riesce a prendere il sopravvento convincendo la parte “buona” del suo diabolico piano. Ciò consiste nel portare i due hobbit da “Lei”, arrivando all’uccisione di Frodo e Sam e riuscendo finalmente a prendere l’Anello per sé. Con “Lei”, Gollum si sta riferendo proprio all’oscuro terrore citato da Faramir che dimora sopra il passo di Cirith Ungol, riferendosi alla mostruosa creatura Shelob ovvero l’aracnide discendente della stirpe di Ungoliant che verrà affrontata dai due hobbit in Il Ritorno del Re.