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I migliori film con Tilda Swinton

Tilda Swinton è una delle attrici più versatili nel mondo del cinema ed ha preso parte a tantissimi film di natura differente nel corso della sua carriera: ma quali sono i migliori con lei?

Attrice di fama internazionale tra le più versatili in assoluto nel mondo del cinema, Tilda Swinton (Katherine Matilda Swinton) è nata a Londra ed ha esordito nel 1986. Oggi è in attività e ha collezionato numerosi premi, tra cui la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile al Festival di Venezia nel 1991 per il ruolo di Isabelle di Francia nel film Edoardo II, mentre per la sua interpretazione in Michael Clayton ha ricevuto l’Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2007, oltre che il BAFTA. Tilda Swinton ha preso parte a numerosi film di successo, tra cui Le cronache di Narnia, Grand Budapest Hotel, Doctor Strange e così via, ma ha anche collaborato con grandi autori come Luca Guadagnino, Jim Jarmusch e Wes Anderson. A tal proposito: quali sono i migliori film con Tilda Swinton? Segue la classifica in ordine crescente.

15) Edoardo II (1991), di Derek Jarman

Performance che le è valsa la Coppa Volpi alla 48esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Tilda Swinton in Edoardo II interpreta Isabella di Francia, ossia la moglie del re. Si tratta di un ruolo reso memorabile dall’attrice in quanto abile nel offrire una profonda panoramica emotiva allo spettatore circa il mondo del suo personaggio, rivelando sia la sfera più intima che quella esterna, ovvero obbligata alle convenzioni reali dell’epoca.

Una Tilda Swinton magnetica mette in scena l’evoluzione di Isabella la quale passa da moglie trascurata a donna forte e vendicativa che agisce simultaneamente con freddezza e passione, per cui l’attrice sfoggia una presenza fisica imponente. Anche sul piano psicologico la Swinton mette in risalto il senso di ribellione e quelle fastidiose/suggestive dinamiche di potere e desiderio, sempre bilanciando la vulnerabilità con la rabbia e la determinazione.

14) Il ladro di orchidee (2002), di Spike Jonze

Altro ruolo indimenticabile tra i tantissimi che costellano la filmografia di Tilda Swinton è quello da lei interpretato in Il ladro di orchidee, opera di Spike Jonze nella quale l’attrice veste i panni di un’editrice cinematografica di nome Valerie Thomas. La Swinton infonde al suo personaggio una personalità fredda e al contempo audace, coraggiosa, così da sottolineare il contrasto tra il suo mondo e il fattore psicologico insito nel protagonista, spalle al muro tra caos e confusione. Questo ruolo è fondamentale proprio per tale ragione, e per di più infonde credibilità al racconto stratificato creato da Charlie Kaufman.

13) Asteroid City (2023), di Wes Anderson

Ruolo dal minutaggio ridotto ma altamente suggestivo e per questo memorabile, Tilda Swinton in Asteroid City è la dottoressa Hickenlooper, scienziata alla quale conferisce la giusta dose di eccentricità sulla base del tono adottato da Wes Anderson, approcciandosi quindi con grande intelligenza alla parte in questione. Dunque, se da un lato la Swinton è seria e professionale, in quanto deve trasmettere informazioni scientifiche ai personaggi e allo spettatore, dall’altro è invece caratterizzata da un umorismo così surreale da risultare irresistibile. Per tutte le ragioni descritte l’attrice arricchisce il film attraverso una performance affascinante che alterna i momenti bizzarri a quelli significativi.

12) Thumbsucker – Il succhiapollice (2005), di Mike Mills

In Thumbsucker – Il succhiapollice Tilda Swinton è la madre del protagonista, per cui in questo film di Mike Mills, risalente al 2005, le sue doti attoriali vengono messe in risalto perché deve conferire al personaggio un elevato livello di sensibilità. Quasi devastata dai contrasti interiori e guidata dalla volontà di stabilire una connessione con il figlio, la Audrey Cobb della Swinton appare alquanto complessa nelle dinamiche familiari, ma una madre è pur sempre un essere umano caratterizzato – come tutti – da insicurezze individuali, per cui con fare autentico e commovente l’attrice ne dipinge un quadro emotivo realisticissimo e bilanciato.

11) Broken Flowers (2005), di Jim Jarmusch

Uno dei migliori film con Tilda Swinton è Broken Flowers, lavoro di Jim Jarmusch nel quale l’attrice contribuisce a creare una grande chimica professionale con Bill Murray, ed insieme generano l’atmosfera di cui ha avuto bisogno il regista. Broken Flowers è caratterizzato infatti dalla tensione, la quale a sua volta è da attribuire al risentimento emanato dalla Swinton nel ruolo di Penny, una delle ex fiamme del protagonista interpretato da Murray. A dispetto di un minutaggio ridottissimo, l’attrice riesce a dominare la scena portando in auge un realismo davvero crudo, intenso ed emotivamente complesso, il tutto avvalendosi di pochi gesti e di sguardi emblematici per la storia narrata.

10) Tremila anni di attesa (2022), di George Miller

Adattamento cinematografico del racconto Il genio nell’occhio d’usignolo di Antonia Susan Byatt, Tremila anni di attesa è uno dei progetti più folli, ambiziosi ed interessanti della carriera di George Miller. Noto per la saga di Mad Max e tornato in auge grazie a Fury road ed al recente Furiosa, il regista australiano, dopo l’enorme successo del film con Tom Hardy e Charlize Theron, si avventura in una storia epico-fantasy che, purtroppo senza sorprendere, ha totalmente fallito al box office, incassando 20 milioni di dollari a fronte di un budget di 60. Al fianco di un grande Idris Elba, Tilda Swinton è protagonista di un’opera che punta forse fin troppo in alto, che merita di essere riscoperta non solo per ricordare quanto Miller sia un regista davvero di serie A, ma anche per dimostrare la poliedricità di una delle migliori attrici della sua generazione. Presentato in anteprima a Cannes75.

9) Snowpiercer (2013), di Bong Joon-ho

Tremila anni di attesa non è però l’unico film dallo scarso successo o dalla poca risonanza mediatica cui Tilda Swinton ha preso parte. Diverse opere che seguiranno all’interno di questa classifica sono infatti la dimostrazione di come quella dell’attrice non sia altro che una ricerca artistica e personale dove il successo non è mai davvero un fattore e che anzi, la spinge da sempre a cimentarsi in un ruoli diversi, dove mettersi alla prova e scoprire culture ed idee di cinema diverse.

Snowpiercer non è stato un totale fallimento di incassi, probabilmente grazie al fatto che esso sia tratto dal fumetto fantascientifico Le Transperceneige di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette, ma nella sua provenienza si possono probabilmente individuare anche i motivi per cui, ad oggi, si parla di un titolo quasi dimenticato, perché la sua non è stata una convenzionale riproduzione su grande schermo del graphic novel. L’opera non si trova più in alto in classifica solamente perché è Chris Evans il vero grande protagonista – qui indubbiamente nel più convincente ruolo in carriera – ma Tilda Swinton si mette in gioco, collabora con un regista della sudcoreano sì noto, ma ancora lontano dal successo planetario di Parasite e dimostra tutto il suo valore, tanto da ritrovarsi nuovamente al fianco di Bong Joon-ho 4 anni dopo, per la sua successiva pellicola.

8) Okja (2017), di Bong Joon-ho

Quattro anni dopo Snowpiercer, come accennato in precedenza, arriva nelle sale il nuovo lungometraggio di Bong Joon-ho. Okja viene però investito dalle polemiche sin dalla sua première avvenuta in occasione della 70esima edizione del Festival di Cannes, dove l’allora presidente di giuria Pedro Almodóvar affermò che non avrebbe mai premiato un film targato Netflix.

Il cinema resta però cinema e Okja, nonostante non si possa definire il miglior lavoro del regista sudcoreano, resta grandioso ed incredibilmente sottovalutato e lo è soprattutto il suo cast corale dove gli statunitensi Paul Dano e Jake Gyllenhaal, insieme alla britannica Tilda Swinton, creano un trio perfettamente assortito che, insieme alla giovane Ahn Seo-huyn, lasciano il segno nel cuore di ogni spettatore. Non avrebbe di certo sfigurato nel fiacco palmarès di Cannes70.

7) The zero theorem (2013), di Terry Gilliam

A proposito di fiaschi al botteghino, che dire di The zero theorem. Nonostante abbia diretto film di grande successo come La leggenda del Re pescatore, L’esercito delle 12 scimmie e Paura e delirio a Las Vegas, Terry Gilliam non è di certo il regista più noto e dai maggiori incassi di sempre, nonostante si tratti di un autore che, nella storia del cinema, c’è entrato di diritto grazie alla sua decennale carriera.

The zero theorem è un film che semplicemente non esiste, citato dai pochi grandi amanti dell’ex Monty Python ma totalmente rimosso dalla memoria collettiva. Eppure, non definirlo un lungometraggio a dir poco grandioso per creatività ed inventiva appare come una vera e propria follia. All’interno di un progetto del genere, un’attrice come Tilda Swinton non può che trovarsi a suo agio ed infatti regala una performance di altissimo livello e colora la propria filmografia con una collaborazione, quella con Gilliam, di spessore assoluto. Presentato in anteprima a Venezia70.

6) Solo gli amanti sopravvivono (2013), di Jim Jarmusch

Personaggio unico nella sua ricchissima filmografia, la vampira di nome Eve viene caratterizzata al meglio da Tilda Swinton, la quale per l’appunto ne cattura l’essenza e ne restituisce, con enorme magnetismo, tutta la saggezza e la pacatezza. Questi ultimi due valori caratterizzano un essere immortale, e la performance eterea della Swinton è imprescindibile in Solo gli amanti sopravvivono in quanto l’attrice infonde un particolare senso di grazia e di spiccata malinconia. Il film di Jim Jarmusch assume un tono contemplativo e poetico per cui l’interpretazione della Swinton non solo è perfetta a riguardo, ma è anche altamente funzionale nel trasmettere la comprensione di un mondo che trascende il tempo.

5) Wittgenstein (1993), di Derek Jarman

Nonostante una ricchissima filmografia, la principale collaborazione che viene in mente quando si pensa alla carriera di Tilda Swinton è quella con Derek Jarman, regista britannico che la fece debuttare nel 1986 e che se la tenne stretta al suo fianco praticamente fino alla sua morte, avvenuta nel 1994. Nonostante il suo testamento cinematografico sia Blue del 1993, lo stesso anno Jarman ha diretto uno dei Biopic più eccentrici e particolari di sempre sul noto filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein. Un’opera diretta quasi senza soldi, girata solamente in interni ma dall’enorme valore artistico, dove l’allora 33enne Tilda Swinton diede libero sfogo alla propria creatività dimostrando di essere attrice di livello mondiale.

4) Suspiria (2018), di Luca Guadagnino

Grazie al lavoro incredibile del truccatore premio Oscar Mark Coulier non è fisicamente possibile riconoscere Tilda Swinton in ben due dei tre ruoli che interpreta magistralmente nella rivisitazione di Suspiria risalente al 2018, e l’attrice riesce a scindere tutte le centrali personalità del film, entrando anche in contatto con personaggi essenziali come Susie (Dakota Johnson) e Sara (Mia Goth). Da un lato c’è Madame Blanc, che la Swinton caratterizza come una donna autoritaria e al contempo misteriosa, dall’altro c’è invece Helena Markos, figura inquietantissima che appare soltanto nel finale.

Infine, il dottor Klemperer viene mostrato come un uomo vulnerabile per il suo passato ma deciso nel tentativo di svelare la realtà delle streghe, e l’attrice in tal senso è incredibile per come si presta sia fisicamente che sul piano espressivo. Si tratta dunque di tre ruoli portanti nel Suspiria di Luca Guadagnino, e le sublimi doti attoriali di Tilda Swinton contribuiscono alla creazione di un’atmosfera rarefatta che si lega alla grande all’esoterismo raccontato attraverso le immagini e i suoni.

3) Io sono l’amore (2009), di Luca Guadagnino

Uno dei migliori film con Tilda Swinton è Io sono l’amore, ancora una volta di Luca Guadagnino, opera nella quale l’attrice interpreta Emma Recchi, una donna espatriata dalla Russia per sposare un uomo d’affari italiano. Non solo qui l’attrice si dimostra fenomenale nell’approfondire ciascuna emozione appartenente alla sfera più intima del personaggio, ma riesce a destreggiarsi perfettamente da una lingua all’altra, e quando parla italiano risulta credibilissima. Insomma, al talento attoriale si affianca quello linguistico, per cui un ruolo del genere è diventato indimenticabile proprio grazie alla Swinton, qui delicata, potente e determinata nel rendere esplicita l’evoluzione di Emma da moglie devota a donna emancipata, passando dalla repressione alla tanto desiderata passione liberatrice.

2) L’uomo di Londra (2007), di Béla Tarr

Nonostante sia oggi una delle attrici più note di Hollywood, pochi sono effettivamente a conoscenza dell’intera filmografia di Tilda Swinton. Oltre ad aver preso parte al Marvel Cinematic Universe o ad opere di registi noti a livello internazionale come Wes Anderson o Luca Guadagnino, l’attrice britannica ha infatti collaborato con alcuni tra i più grandi esponenti della settima arte. In questo senso, Béla Tarr rappresenta forse il punto più alto della sua carriera.

Il regista ungherese, ritiratosi ormai da anni, è infatti uno dei più grandi cineasti di sempre, nonostante sia noto solamente ad una nicchia di cinefili ed appassionati ma che è stato in grado, con soli 9 lungometraggi, di scrivere pagine indelebili nella storia del cinema. Una di queste perle è L’uomo di Londra, presentato in anteprima al 60simo Festival di Cannes e tratto dall’omonimo romanzo di Georges Simenon, dove Tilda Swinton comprende alla perfezione il senso dell’opera ed il suo peso specifico, mettendosi al servizio del suo regista e regalando un’interpretazione tanto indimenticabile quanto da riscoprire, in quanto praticamente mai citata.

1) Memoria (2021), di Apichatpong Weerasethakul

Caso vuole che la carriera di Tilda Swinton sia stata costantemente segnata da apparizioni al Festival di Cannes o, per meglio dire, di partecipazioni all’interno di opere di peso specifico assoluto che si sono così andate a meritare un posto all’interno del programma ufficiale del festival cinematografico – insieme alla Mostra di Venezia – più importante al mondo.

Al primo posto nella classifica dei migliori film con Tilda Swinton, ecco quindi che ci finisce Memoria, lungometraggio diretto dal thailandese Apichatpong Weerasethakul – già Palma d’oro a Cannes63 – che al 74esimo Festival di Cannes, si è aggiudicato il Premio della Giuria in ex aequo con Le Genou d’Ahed di Nadav Lapid. In Memoria, l’attrice britannica è semplicemente sensazionale, lavora di sottrazione, si mette nuovamente alla prova, sperimenta e, soprattutto dà l’idea di essere un tutt’uno col progetto e con la visione del regista. Altro film poco chiacchierato che merita di essere riscoperto da ogni appassionato.