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Youth: Homecoming chiude alla perfezione la trilogia di Wang Bing

Presentato in concorso a Venezia81, Youth Homecoming è il nuovo film di Wang Bing, cui primo capitolo fu selezionato l’anno scorso per il festival di Cannes. Si tratta di un’opera che merita la visione?
La recensione del nuovo film di Wang Bing presentato a Venezia81, Youth Homecoming

La recensione di Youth: Homecoming, il nuovo lungometraggio di Wang Bing presentato in anteprima all’interno del concorso ufficiale dell’81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con questo documentario, il regista cinese nato a Xi’an conclude un progetto nato nel 2014 ed una trilogia – formata anche da Youth: Spring e Youth: Hard Times, presentati rispettivamente a Cannes76 e Locarno77 – che col tempo verrà ricordata come una delle più riuscite di sempre. A seguire, trama e recensione di Youth: Homecoming.

La trama di Youth Homecoming, presentato in concorso a Venezia81

Prima della consueta analisi e recensione del film, segue la sinossi ufficiale di Youth: Homecoming, terzo capitolo della trilogia del regista cinese Wang Bing, presentato in anteprima in concorso a Venezia81:

“Con l’avvicinarsi delle vacanze di Capodanno i laboratori tessili di Zhili sono quasi deserti. I pochi dipendenti rimasti sono in disperata attesa dello stipendio per pagarsi il viaggio di ritorno a casa. Dalle rive del fiume Yangtze alle montagne dello Yunnan, tutti festeggeranno nelle proprie città natali e celebreranno i rituali di prosperità con la famiglia. Per Shi Wei questa è anche l’opportunità di sposarsi, come per Fang Lingping. Il marito, ex tecnico informatico, dovrà seguirla a Zhili dopo la cerimonia. Imparare è difficile, ma ciò non ostacola l’avvento di una nuova generazione di lavoratori”.

La recensione di Youth Homecoming, diretto da Wang Bing

Cannes, Locarno e ora Venezia. dopo 10 anni, il progetto Youth di Wang Bing trova la propria conclusione. Un’idea nata nel 2014 e che ha richiesto cinque anni di riprese per 2600 ore di girato, sapientemente suddivisi in Spring, Hard Times e Homecoming che, insieme, sono andati a formare quella che si può tranquillamente definire come una delle migliori trilogie nella storia del cinema. Un racconto sincero che si occupa del reale, che narra la quotidianità di giovani operai tessili nella città di Zhili, lontani da casa, dalla propria famiglia ed a 100km di distanza da Shanghai. Un’opera proletaria che pare un oggetto non identificato nella cinematografia mondiale del 2024, ma che invece è ciò che di più moderno si possa vedere proprio perché, ad essere affrontata, non è altro che la vita che i giovani vivono oggi.

Wang Bing è però un regista dalla mano sapiente e che possiede un chiaro e vivido pensiero cinematografico che ha permesso alla trilogia di vincere non solo su un piano concettuale, ma anche su un piano tecnico. In Youth: Homecoming la macchina da presa è praticamente sempre a mano, incollata all’ambiente e soprattutto ai personaggi, eliminando l’eccedenza, togliendo di mezzo tutto ciò che era superfluo per il raggiungimento dell’unico vero scopo del film, ovvero raccontare la contemporaneità e veicolare un messaggio – anche di denuncia, per le condizioni dei lavorati, per il mondo del lavoro in Cina – a più persone possibili.

Ecco quindi che i festival cinematografici più importanti del mondo hanno fatto sì che la voce di Wang Bing potesse essere ascoltata da tutti noi, popolo del mondo. Prima Spring a Cannes76, poi Hard Times a Locarno77 ed infine Homecoming a Venezia81: le tre realtà più importanti del cinema europeo hanno giocato un ruolo decisivo nel veicolare questo messaggio di uguaglianza e rispetto reciproco che, mai come in questo momento, appare tanto necessario quanto inascoltato. Wang Bing continua però per la sua strada, fondendo vita e cinema – che poi sono la stessa cosa – ed ottenendo un lungometraggio (e, in generale, una trilogia) dal valore universale e che proprio grazie alla sua lunghezza, ormai tratto distintivo del regista, trova un ampio respiro che permette, una volta arrivati fino in fondo, di apprezzare appieno l’esperienza sperando che, magari, qualche domanda sul mondo che lo circonda, lo spettatore se la sia posta.

4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La locandina del nuovo film di Wang Bing presentato a Venezia81, Youth Homecoming
Youth Homecoming
Youth Homecoming

La saga Youth di Wang Bing si arricchisce con un nuovo capitolo, Homecoming, presentato in anteprima all'81esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Voto del redattore:

7.5 / 10

Data di rilascio:

05/09/2024

Regia:

Wang Bing

Cast:

Vari

Genere:

Documentario

PRO

La potenza del messaggio della trilogia Youth
La regia di Wang Bing
Nessuno