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Vermiglio è un film riempito da silenzi, paesaggi e stagioni

Presentato in concorso all’81esima edizione del Festival del cinema di Venezia, Vermiglio è il nuovo film di Maura Delpero, film a sfondo storico che vede protagonisti tra i suoi interpreti principali Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico e Roberta Rovelli. Ma com’è il secondo lungometraggio di Maura Delpero?
La recensione di Vermiglio

Presentato in concorso all’81esima edizione del Festival del cinema di Venezia, Vermiglio è il nuovo film di Maura Delpero, la sua seconda opera di finzione dopo Maternal (2019) candidato ai Nastri d’argento del 2021 e al David di Donatello del 2022, in entrambi i casi per la miglior regista esordiente. Precedentemente la regista aveva diretto due mediometraggi, un cortometraggio e un documentario. Vermiglio si avvale inoltre della presenza di Tommaso Ragno, un attore che negli ultimi anni è riuscito a farsi valere come caratterista di ottimo livello. A tal proposito: com’è Vermiglio? Di seguito la recensione del film.

La trama di Vermiglio, film di Maura Delpero in concorso a Venezia81

Vermiglio è uno dei 21 lungometraggi tra quelli selezionati ufficialmente per il concorso di Venezia81. Si tratta, come anticipato, del secondo film diretto da Maura Delpero. Ma di cosa parla effettivamente? Segue la trama di Vermiglio:

“In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere. Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.”

La recensione di Vermiglio: il film di Maura Delpero è un’opera elegante, matura e sorprendente

Ci sono film che, dotati di una semplicità disarmante, si dimostrano in grado di stupire. Vermiglio di Maura Delpero rientra nella suddetta casistica proprio per la capacità con cui la regista ha realizzato un’opera matura, sia sul piano estetico che in termini narrativi, intrecciando forma e contenuto nel migliore dei modi. Gli interni e gli esterni vengono inquadrati con un rigore invidiabile dalla cineasta, la quale ha reso funzionali i paesaggi, gli arredi e le relative modifiche dettate dal tempo. Da questo punto di vista è doveroso parlare di simmetria, e non soltanto per la composizione suggestiva, bensì per la finalità (riuscitissima) di incanalare tutte le emozioni dei personaggi nella mutevole scenografia. Per ciò che concerne lo sfondo storico c’è da dire che risulta indispensabile per due motivazioni: la prima riguarda il dialetto e l’integrazione dell’identità nazionale, mentre la seconda implica un paradosso. Entrambe vengono pian piano a galla con l’impiego di silenzi significativi.

Vermiglio, ovvero il titolo del film, fa proprio riferimento alla località rappresentata dalla Delpero, così da mettere in evidenza le caratteristiche appartenenti alla comunità posta sotto la lente d’ingrandimento della macchina da presa. Non si tratta tuttavia di un’analisi o di un tentativo di riflettere sul periodo storico-sociale nel senso più stretto del termine, ma di uno spasmodico desiderio scaturito dai sentimenti e dalla rispettiva evoluzione. La ragione per cui si può considerare Vermiglio un vero e proprio gioiellino del cinema nostrano, nonché tra i titoli presentati in concorso a Venezia81, è dettata dalla qualità introspettiva annessa alle immagini, le quali una dopo l’altra svelano – con fare graduale – la crescita di ciascun personaggio presente in famiglia. A tal proposito, riprendendo il filo conduttore del paradosso, il secondo lungometraggio di Maura Delpero sfrutta saggiamente l’espediente del soldato siciliano per scombinare l’apparente ordine caratterizzante il villaggio di montagna, in contrasto con la conclusione della Seconda Guerra Mondiale che invece porta alla pace. La figura del padre/maestro interpretato da un glaciale quanto essenziale Tommaso Ragno, in combinazione con il progresso di Lucia e delle sue sorelle, danno vita ad una quantità di interazioni inversamente didascaliche: più si va avanti più si percepiscono le difficoltà psicologiche, i malintesi, le tensioni e persino i buoni sentimenti, e ciò è reso possibile solo e soltanto dalle immagini.

Ecco che con il passare dei minuti si scoprono sfaccettature intime di un giovane uomo alle prese con un problematico rapporto con il genitore (Dino e suo padre), di una ragazza alla scoperta della propria sessualità, di una bambina prodigiosa a scuola, di una madre che dopo la perdita non rinuncia all’amore e, infine, di una neo mamma in lutto inizialmente incapace di accettare la realtà. L’eleganza con cui Maura Delpero mette in scena la velata tensione, la malinconia e la successiva – delicata – crescita di ognuno è pregevole, intensissima, tant’è che il passaggio da una stagione all’altra permette di percepire anche la trasformazione comunicativa: dall’iniziale chiusura (o distacco emotivo) segnato dalla neve, che per ovvi motivi non consente di viaggiare, si finisce con il viaggio di Lucia verso la Sicilia, tappa fondamentale per lei dopo essere diventata vedova. Vermiglio è un’opera appassionante anche per la calorosità dei gesti, per la sana curiosità mostrata dai bambini e per la quotidianità in cui ci si immerge nei suoi circa 118 minuti di durata: sembra realmente di sentire il calore del fuoco, il freddo che oltrepassa le finestre e il sapore del latte fresco. La conclusione di quest’opera densissima non fa altro che accentuare quanto descritto, ponendo l’attenzione sull’unione tra generazioni e identità culturali, un tempo differenti anche per il diffuso analfabetismo.

3,0
Rated 3,0 out of 5
3,0 su 5 stelle (basato su 3 recensioni)
Vermiglio
Vermiglio

Ambientato l'ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, Vermiglio (secondo film di Maura Delpero) usa come espediente l'arrivo di un soldato rifugiato per poter raccontare il paradossale cambiamento all'interno di una famiglia.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:
Regia:

Maura Delpero

Cast:

Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico e Roberta Rovelli

Genere:

Drammatico, storico

PRO

L’eleganza registica di Maura Delpero
L’utilizzo degli interni e dei paesaggi per comunicare le emozioni dei personaggi
L’unione tra la tematica sociale e il vissuto individuale all’interno della comunità
Nessuno