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Trois amies è un esperimento tra la commedia e il drammatico mal riuscito

Trois amies è una commedia drammatico-sentimentale del 2024 del regista Emmanuel Mouret in Concorso a Venezia81: ma merita la sua partecipazione alla selezione?
Di seguito la recensione di Trois Amies, film diretto da Emmanuel Mouret in Concorso a Venezia81

Definibile come l’equivalente francese degli autori di commedie romantiche nello stile analogo alla Woody Allen, il regista Emmanuel Mouret, dopo il suo Una relazione passeggera del 2022, torna dietro la macchina da presa con Trois amies, presentato in anteprima in Concorso al Festival del Cinema di Venezia 2024. Seguono la trama e la recensione di Trois amies, il film di Emmanuel Mouret in Concorso a Venezia81 con India Hair, Camille Cottin e Sara Forestier prodotto da Arte France Cinéma e distribuito in Italia grazie a Lucky Red.

La trama di Trois Amies: di che parla il film di Emmanuel Mouret?

Trois amies, il film del 2024 del regista francese Emmanuel Mouret è stato scritto a quattro mani da quest’ultimo insieme alla sceneggiatrice Carmen Leroi. Nel cast, oltre ai memorabili ruoli maschili di Vincent Macaigne, che ha già collaborato con Mouret per il film del 2022 Una relazione passeggera presentato a Cannes75, e Damien Bonnard, le vere protagoniste della storia sono tuttavia le tre amiche del titolo interpretate da India Hair, Camille Cottin e Sara Forestier. Prima di passare alla recensione, occorre riportare la trama di Trois amies per sapere di che parla il film di Emmanuel Mouret in Concorso a Venezia81.

Joan non è più innamorata di Victor, ma le fa male pensare di essere disonesta con lui. Alice, la sua migliore amica, la rassicura: lei stessa non prova passione per il suo compagno Eric, eppure la loro relazione va a gonfie vele. Non sa che lui ha una relazione con la loro comune amica Rebecca. Quando Joan decide finalmente di lasciare Victor e lui scompare, le vite delle tre amiche e le loro relazioni vengono sconvolte.

La recensione di Trois amies: quando il dramma risulta inconciliabile con la commedia

Cimentarsi in un genere cinematografico mai affrontato o poco approfondito nel corso della propria carriera talvolta può essere rischioso. Il rischio, inoltre, potrebbe aumentare nel caso in cui il regista scelga non solo di percorrere un territorio a lui sconosciuto, ma addirittura di farlo realizzando un’opera che diventa il campo per sperimentare un’ibridazione di generi. O meglio, in Trois amies, il regista francese Emmanuel Mouret, conosciuto per le sue commedie dai dialoghi e dalle tematiche brillanti, sceglie di mettere in atto un susseguirsi di generi spaziando tra commedia, drammatico e sentimentale. Si tratta di una metamorfosi perpetua, un vortice nel quale i protagonisti, maschili ma soprattutto femminili delle tre amiche del titolo si ritrovano esattamente coinvolti, in balia delle loro tempeste e dubbi amorosi.

Diversamente da quanto visto in Una relazione passeggera, dove sequenze e battute sono distribuite in modo equo e sanno trovare autonomamente un equilibrio armonioso che rasenta anche una poeticità visiva, in Trois amies la visione è decisamente disturbata dall’intervento orale spasmodico dei personaggi che finiscono per saturare con un fiume di parole le scene, distogliendo totalmente l’attenzione dello spettatore da ciò che sta vedendo. Così facendo, le immagini risultano totalmente sovrastate da dialoghi cervellotici che vanno a occupare tempi e spazi maggiori andando a diluire e dilatare eccessivamente la durata della scena. Fatta eccezione per gli effimeri casi di zoom in tipici della cifra stilistica di Mouret nei momenti in cui lo spettatore si ritrova più vicino al mondo interiore dei personaggi e per i rari spunti di comicità offerti durante la visione, il lungometraggio finisce per essere percepito davvero troppo lungo e duro da digerire, soprattutto per le dinamiche relazionali interne alla narrazione che vengono reiterate dapprima creando un senso di comicità, ma che in secondo luogo compartecipano a una banalità e mediocrità di fondo.

Dietro questo tentativo fallito del regista di realizzare un film ibrido, in continua trasformazione ma che non riesce completamente a esprimersi come vorrebbe, persistono tuttavia alcuni elementi salvabili che richiamano le tematiche filosofico-esistenziali care a Mouret. Il personaggio di Victor è di estrema importanza in questo caso in quanto la storia del film è raccontata in voice over da lui, dapprima come narratore intradiegetico in quanto marito di Joan, per poi diventare, dopo l’incidente mortale in auto in cui perde la vita, esterno ai fatti sottoforma di fantasma – espediente narrativo alquanto raffazzonato e inutile e dunque evitabile. La morte di Victor, per quanto causi per ovvie ragioni logiche la sua scomparsa fisica dalla storia, diventa la scintilla che crea il cortocircuito grazie a cui le tre amiche protagoniste trovano il coraggio e lo slancio per compiere nel pratico ciò che avevano in mente di fare – si tratta della “complessità fortuita” che dà il titolo al libro pubblicato da Thomas – ma che temevano per paura di ferire i sentimenti tra di loro o dei loro compagni di vita. Trois amies, nonostante la misera resa finale dovuta al fallito tentativo di sperimentare una commistione di generi tra la commedia e il drammatico, resta pur sempre un esempio seppur debole di quanto il regista francese Emmanuel Mouret sia in grado di ritrarre e immortalare la perpetua metamorfosi dell’amore contemporaneo di cui ogni spettatore è vittima.

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La locandina di Trois amies, film di Emmanuel Mouret
Trois amies
Trois amies

Trois amies narra la vita di tre amiche che si ritrovano a dover affrontare insieme alcune difficoltà sentimentali e i loro rapporti amorosi burrascosi: riusciranno a trovare la strada giusta?

Voto del redattore:

5 / 10

Data di rilascio:

30/08/2024

Regia:

Emmanuel Mouret

Cast:

Camille Cottin, Sara Forestier, India Hair, Grégoire Ludig, Damien Bonnard, Vincent Macaigne, Éric Caravaca

Genere:

Commedia, drammatico, sentimentale

PRO

Gli zoom in tipici dello stile del regista
I rari casi di comicità che risollevano la visione
Il prevaricamento delle parole sulle immagini
La reiterazione banale delle dinamiche relazionali e narrative
Gli espedienti narrativi forzati per la rappresentazione del dramma