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El Jockey (Kill The Jockey): come finisce? La spiegazione del finale del film

Quella narrata da Luis Ortega è una violenta e surreale fuga introspettiva per potersi ricongiungere con la propria identità. Ma come finisce El Jockey e qual è il suo significato?
La spiegazione del finale del film El Jockey

El Jockey è l’ottavo film scritto e diretto dal regista argentino Luis Ortega, nome tenuto d’occhio specialmente dalla critica oltreoceano anche e soprattutto grazie alla sua ultima opera L’angelo del crimine. Questo nuovo film viene presentato in Concorso all’81a edizione del Festival del cinema di Venezia, in corsa per il Leone d’Oro, e vede come protagonista la coppia formata da Nahuel Pérez Biscayart e Úrsula Corberó, quest’ultima nota al grande pubblico per La casa di carta. Un thriller drammatico ambientato per le strade di Buenos Aires, il quale tende a seguire un registro spiccatamente surreale e denso di simbolismi. Ma come finisce El Jockey e qual è la spiegazione del finale del film?

Come finisce El Jockey (Kill The Jockey)

Prima di continuare ad analizzare la spiegazione del finale del film, occorre innanzitutto indicare come finisce El Jockey di Luis Ortega. In seguito al suo errare per le strade di Buenos Aires, Remo decide di prepararsi ad affrontare Sirena e i suoi scagnozzi procurandosi un’arma. All’interno di un negozio, infatti, l’ex jockey riesce a sopravvivere ad un assalto per poi uccidere poco dopo l’imprenditore/padrino, finendo con l’essere incarcerato per l’omicidio. Dietro le sbarre Remo assume definitivamente la sua nuova identità, ciò fino a quando – per scherzo del destino – non scoprirà che il direttore della prigione è anch’egli un appassionato di corse.

Quest’ultimo punta infatti sulla leggenda Remo Manfredi per ottenere diverse vincite in un clandestino giro di scommesse, lo stesso che porterà il fantino alla morte per mano del misterioso uomo che lo aveva iniziato a seguire fin dall’ospedale. Tuttavia, durante il periodo di detenzione dell’ormai ex compagno, Abril sceglie di non abortire per portare avanti la gravidanza assieme alla sua nuova compagna, andando a trovare Remo e mantenendo i rapporti con lui. In occasione della surreale morte di quest’ultimo, tuttavia, la visione di El Jockey si conclude proprio con la nascita della piccola Lola, la figlia di Abril.

La spiegazione del finale di El Jockey

In successione ad aver indicato come finisce El Jockey, ci si può soffermare ora sulla spiegazione del finale di un teatro dell’assurdo come quello del film di Luis Ortega. L’ottavo film del regista argentino mostra il surreale vagabondaggio di Remo, un fantino infantile che conduce la sua vita droga dopo droga, corsa dopo corsa, per un uomo senza passato incapace di guardare verso il proprio futuro. Una vita senza significato, con il regista che vuole far arrivare il suo protagonista a questa affermazione chiedendogli di morire per poter rinascere, in un nichilista processo di reincarnazione perpetuo.

Ad essere mostrati sullo schermo sono così un mondo impazzito ed una vita dove a vincere è il folle caos, con il registro scelto e seguito da Ortega nel suo film che non poteva non essere squisitamente surreale e grottesco. Al limite dell’onirico, lo spettatore in El Jockey assiste alla continua perdita d’identità del suo protagonista dalle corse al carcere, per poi tornare a sfrecciare sul campo di gara fino a quando non troverà la morte. A procurargliela, infine, sarà proprio quell’uomo misterioso incontrato durante la permanenza del protagonista in ospedale, presentandosi di fatto come un “inviato di Dio” e conoscendo Remo da molto tempo.

Pur non presentando direttamente il personaggio di natura quasi pirandelliana, Ortega potrebbe far riferimento ad un vero e proprio Angelo custode che, sempre per lo stesso scherzo del destino come vero motore del film, si trasformerà in Angelo della Morte. Ma se la vita non ha significato nell’opera di Ortega (con l’eco delle parole “Sei vivo, il resto non conta”), non può avercelo nemmeno la sua fine. La nascita della piccola Lola nel finale, che acquisisce finalmente un “peso”, si riferirebbe così al continuo rinnovo del cerchio della vita in questo pazzo ed assurdo mondo.