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Jouer avec le feu ha il pregio di raccontare la contemporaneità, ma in modo stereotipato

Jouer avec le feu è il secondo lungometraggio delle sorelle francesi Coulin in Concorso a Venezia81: può dirsi migliore della loro opera prima?
Recensione Jouer avec le Feu 2024

Secondo lungometraggio delle sorelle Muriel e Delphine Coulin, dopo l’opera prima del 2011 17 ragazze, la coppia di registe francesi torna con Jouer avec le feu (The Quiet Son) il film drammatico del 2024, adattamento cinematografico del primo romanzo dello scrittore francese Laurent Petitmangin Quello che serve di notte (Ce qu’il fait de nuit) del 2020. Seguono la trama e la recensione di Jouer avec le feu, il secondo film diretto dalle sorelle Muriel e Delphine Coulin con Vincent Lindon e Benjamin Voisin in Concorso al Festival del Cinema di Venezia81.

La trama di Jouer avec le feu: di che parla il film delle sorelle Coulin con Vincent Lindon e Benjamin Voisin?

Il secondo lungometraggio della coppia di registe francesi, la cui distribuzione in Francia avrà luogo a partire dal 22 gennaio 2025, ha come sfondo il contesto politico-sociale francese delle manifestazioni anarchiche di un gruppo di neonazisti, la cui ispirazione della storia nasce da una serie di interrogativi tra cui la riflessione su come il rapporto padre-figlio potrebbbe cambiare nell’eventualità di scoprire che quest’ultimo ha delle tendenze violente e di aggressività fisica. Prima di passare alla recensione, occorre riportare la trama di Jouer avec le feu per sapere di che parla il film delle sorelle Muriel e Delphine Coulin con Vincent Lindon e Benjamin Voisin in Concorso al Festival del Cinema di Venezia81.

Pierre, cinquantenne, cresce i suoi due figli da solo. I tre sono molto uniti. Louis, il più giovane, sta per lasciare casa per andare all’università a Parigi. Fus, un po’ più grande, sta diventando sempre più schivo. Affascinato dalla violenza, milita in gruppi estremisti di destra, l’esatto opposto dei valori del padre. Tra loro ci sono sia amore che odio, finché non giunge la tragedia.

La recensione di Jouer avec le Feu: il film delle sorelle Coulin in Concorso a Venezia81

Con Jouer avec le feu, le sorelle Muriel e Delphine Coulin proseguono il loro ritratto politico-sociale della Francia, dopo quello eseguito in 17 ragazze in cui si trattava la storia vera di un fenomeno mediatico. Nel loro secondo lugometraggio passano a una tematica estremamente contemporaneo quale quella del disagio e dell’inettitudine giovanile, ossia di quei ragazzi che abbandonati a loro stessi dalla società che non propone loro stimoli si lasciano trasportare da ideologie vuote ed estremiste. Il progetto del film parte da una riflessione, una scintilla che fa scattare l’intera narrazione: scoprire che il proprio figlio appartiene e frequenta un gruppo che si fa portavoce e propagatore di violenza, razzismo e altre idee neonaziste. Effettivamente, l’idea di base sembra di partenza originale e prolifica ma finisce per svilupparsi su discorsi e pensieri stereotipati che le sorelle Coulin potrebbero definire alla francese la cosidetta langue de bois, ossia tutti quei discorsi sopattutto in ambito politico che pronunciati rimangono fini a se stessi e dunque inutili.

L’aspetto che più ostacola l’evoluzione della narrazione è il fatto che si presenta allo spettatore il punto di vista di un genitore single – si presuppone da quanto visto nel film che il personaggio interpretato da Vincent Lindon abbia perso la moglie dopo una lunga convalescenza in ospedale – che per forza di cose, tra cui l’obiettivo di forte critica e denuncia sociale, si prevede sia ovviamente (e per fortuna) quello di contrastare le attività neonaziste del figlio cercando di convincerlo ad allontanarlo dal gruppo di amici estremisti che lo sta portando sulla cattiva strada. Tra gli elementi che più risaltano all’interno del film, che dimostra perlomeno una maturità e una crescita nella produzione registica delle sorelle Coulin, è il fil rouge letteralmente e metaforicamente rosso che tesse insieme la trama intera tramite questo colore che predomina la visione. Rosso è infatti il titolo del film che compare in sovraimpressione, così come quello delle tende della camera di Fus, del sangue versato e del parallelismo esplicito tra il rosso del fuoco dei fumogeni del gruppo di anarchici (les rouges) e quello della fiaccola usata dal padre durante il lavoro notturno sulle ferrovie. Nonostante queste preponderanti debolezze, Jouer avec le feu resta pur sempre un film in cui si rappresenta in modo sufficientemente fedele, anche se a tratti fin troppo stereotipato, il rapporto tra un padre e suo figlio, le cui dinamiche famigliari sono continuamente intaccate dalle idee e azioni politiche violente ed estreme di quest’ultimo.

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La locandina di Jouer avec le feu
Jouer avec le Feu
Jouer avec le Feu

Jouer avec le feu è un film drammatico in cui si affronta una riflessione sul rapporto padre-figlio e su come le influenze politico-sociali possono influenzarlo.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

04/09/2024

Regia:

Muriel Coulin, Delphine Coulin

Cast:

Vincent Lindon, Sophie Guillemin, Benjamin Voisin, Thomas Arnaud, Franco Provenzano

Genere:

Drammatico

PRO

Il simbolismo cromatico che percorre il film
La superficialità assoluta con cui si tratta la tematica, i dialoghi, i personaggi