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Recensione – Coppia aperta quasi spalancata, film con Chiara Francini

Tratto dall’omonimo spettacolo, la commedia di Federica Di Giacomo con Chiara Francini vorrebbe accendere i riflettori sulla libertà sessuale e sentimentale della donna in un’ipocrita società borghese.
Recensione film Coppia aperta quasi spalancata con Chiara Francini

Evento speciale al Festival di Venezia 2024, Coppia aperta quasi spalancata di Federica Di Giacomo è il film d’apertura delle Giornate degli Autori. Con protagonisti Chiara Francini e Alessandro Federico, la commedia tratta dall’omonimo spettacolo di Franca Rame e Dario Fo è il primo film di finzione scritto e diretto dalla regista, dopo i precedenti documentari Il palazzo, Liberami e Il lato grottesco della vita. Ecco di seguito la recensione di Coppia aperta quasi spalancata, film di Federica Di Giacomo con Chiara Francini.

La trama di Coppia aperta quasi spalancata, film con Chiara Francini

Basato sull’omonimo spettacolo teatrale di Dario Fo e Franca Rame, Coppia aperta quasi spalancata è scritto a sei mani dalla stessa regista, da Mario Sesti e dalla protagonista Chiara Francini. La sinossi ufficiale della commedia di Federica Di Giacomo recita:

Un film sul desiderio di felicità tratto dallo spettacolo di Franca Rame e Dario Fo. Chiara, attrice e scrittrice di successo, porta in scena da anni il testo di Coppia aperta quasi spalancata, che racconta la sempiterna favola o il sempiterno martirio dell’amore quando è coppia, o quando si diventa molti di più. È la storia di Antonia, alla quale il marito propone di spalancare la coppia. Lei accetta pur di non perdere l’uomo, ma tutto cambia nel momento in cui comincia ad ascoltarsi e guardare oltre il divano di casa.

Così Chiara/Antonia – divisa fra il suo compagno Fredrik e il suo partner in crime e in scena Alessandro – decide di scoprire un universo, figlio della coppia aperta degli anni Settanta, fatto di poliamorosi, di giovani (e meno giovani) “contro” la monogamia, di femministe e party sex positive. Un viaggio dentro se stessa, la vita e i suoi affetti, farcito delle domande, dei dubbi, delle risate e delle granitiche certezze a cui tutti noi ci appigliamo per non tracimare.

La recensione di Coppia aperta quasi spalancata: una spregevole caccia al pensiero ammantata d’amore

Inaugurando la recensione del film di Federica Di Giacomo si intende innanzitutto tagliare la testa al toro andando subito al cuore della fatale criticità di un’operazione come quella di Coppia aperta quasi spalancata, ovvero la sua onestà intellettuale. Si arriva così a camminare sulle uova nel portare avanti un’analisi di questo genere, ritrovandosi in una posizione assimilabile a quella (da incubo) vissuta dalla protagonista, in qualche modo antagonista quest’ultima ad una realtà che predica amore, uguaglianza e rispetto.

Nel 2024 sarebbe alquanto disarmante continuare ancora a non difendere pubblicamente tale posizione, ovvero quella della ricerca della libertà individuale e collettiva, contro ogni trincea di pensiero tossico ancorata a velenosi dogmatismi. Fatto sta che, in Coppia aperta quasi spalancata, il modo in cui viene portato avanti tale sano principio risulta alquanto spregevole. Un pensiero di libertà e amore che non accetta il dialogo ed il confronto, che prosegue dritto per dritto come un treno, travolgendo ciò che ha davanti.

Il personaggio di Chiara diventa di fatto l’unico a pensare in modo controcorrente, non tanto per “cattiveria” o mancanza di empatia, quanto per una reiterata condizione riconosciuta e sancita dall’esperienza della stessa, dagli insegnamenti ricevuti. Un personaggio relegato a macchietta volgare, grezza ed “antica” su determinate questioni, isolata prima di essere accerchiata e divorata dal “branco”.

Oltre al modus operandi dittatoriale e squadrista adottata sotto questo aspetto, l’operazione non riesce a reggere nemmeno sulla genuinità di cosa viene mostrato sullo schermo. Viene infatti proposto sullo schermo un mondo idilliaco per questa realtà “open”, dove l’amore fuoriesce da tutte le porte, le quali vengono appunto spalancate dalla gente con cui i personaggi entrano in contatto. Mancano appunto reale omofobia, razzismo o pregiudizio che possa avvalorare la posizione teorica presa da Coppia aperta quasi spalancata (che si ripete deve essere difesa qualora non sia tossica), eccezion fatta per qualche debole tentativo di rendere il tutto più “reale”.

Continuando nella recensione e superando elementi e tematiche più propriamente concettuali nel concepire un’opera del genere, resterebbero quelli più vicini alla visione tecnica del film in sé. Federica Di Giacomo viene infatti dalla realtà documentaristica, realizzando un’opera di finzione nello stesso modo in cui verrebbe composto un reportage, senza però le sue regole. Coppia aperta quasi spalancata arriva così a mostrarsi come opera di mezzo tra il teatro, il documentario d’inchiesta e il film commedia, senza raggiungere nessuno dei 3 campi.

Non solo sfugge il ricordo di una singola inquadratura che possa essere degna di venire ricordata, ma il registro eccessivamente verboso e particolarmente violento utilizzato riesce solo a far venire il mal di testa. Un’operazione (difficile da definire film) che vomiterebbe così imbarazzo nel sovrastare qualche risata lungo il percorso, con il coinvolgimento attoriale che non ha decisamente aiutato la causa.

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Locandina film Coppia aperta quasi spalancata
Coppia aperta quasi spalancata
Coppia aperta quasi spalancata

L'opera della regista Federica Di Giacomo vorrebbe dare voce alla libertà sessuale femminile contro l'ipocrita società maschilista, ma finisce col mancare totalmente il bersaglio e sbagliando completamente approccio.

Voto del redattore:

1 / 10

Data di rilascio:

29/08/2024

Regia:

Federica Di Giacomo

Cast:

Chiara Francini, Alessandro Federico, Karl Gustaf Fredrik Lundqvist, Sara Girelli, Chloe Gatti, Daniele Gatti, Efrem Sposini

Genere:

Commedia

PRO

Nessuno
Sgradevole scorrettezza nel modo in cui viene affrontato il delicato tema trattato.
Una totale incapacità di prendere una decisione nel campo della finzione o meno.
Una visione battibeccata da una verbosità tossica.