Cerca
Close this search box.

Marco: la storia vera del personaggio protagonista del film biografico spagnolo

Presentato in Orizzonti a Venezia 81, Marco è un biopic spagnolo incentrato sulle reali vicende che hanno coinvolto il personaggio protagonista realmente esistito. Ma qual è la storia vera di Marco?
La storia vera del film biografico Marco

Nuovo film della coppia di registi spagnoli Aitor Arregi e Jon Garano, Marco è stato presentato all’81a edizione del Festival del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti. Un intenso biopic che, regalando su schermo una visione emozionante tra dramma e thriller, racconta la storia di Enric Marco Batlle. Quello interpretato dall’attore premio Goya Eduard Fernández è un sindacalista realmente esistito, figura particolarmente controversa non solo in Patria per le vicende politiche che lo hanno travolto dal 2005. Ma qual è la storia vera di Marco?

Cosa c’è da sapere su Marco, il film biografico presentato al Festival di Venezia

Marco, la verdad inventada è il titolo originale del nuovo film diretto dalla coppia di registi spagnoli Aitor Arregi e Jon Garano. Per il primo si tratta della settima regia, dopo una filmografia a tutto tondo tra animazione, documentari e drammi storici mentre, per il secondo, si tratta dell’ottavo lungometraggio. I due hanno già collaborato altre 3 volte, per il documentario Sahara Marathon del 2004 oltre che ai drammi storici Handia e La trinchera infinita.

Con la regia di Marco si torna infatti a raccontare di momenti particolarmente drammatici della storia di cui facciamo parte e, in questo caso, uno dei più struggenti. Nel film presentato al Festival di Venezia, nella sezione Orizzonti, il tema principe sarebbe infatti quello dell’Olocausto, o meglio, dei sopravvissuti alle deportazioni nei campi di concentramento nazisti. Tuttavia, il biografico diretto dalla coppia di registi spagnoli fugge dal “classico” biopic di un personaggio realmente esistito ed intavola un’affascinante narrazione sulla narrazione stessa, sulla capacità di saper raccontare una storia per manipolare e stravolgere le pagine di quel libro polveroso che forgia la nostra memoria collettiva.

Ciononostante, Marco resta comunque un film biografico incentrato sulle incredibili vicende accadute a Enric Marco Batlle, sindacalista realmente esistito travolto dall’opinione pubblica per i fatti del 2005. Ma chi è Enric Marco Battle e qual è la sua storia vera?

La storia vera di Enric Marco Batlle

Classe 1921, Enric Marco Batlle nasce a Barcellona e negli anni ’70, soprattutto dopo la morte di Francisco Franco, iniziò a militare ed inserirsi sempre di più nella vita politica nazionale, arrivando a diventare segretario del CNT nel ’78, la Confederación Nacional del Trabajo Confederazione Nazionale del Lavoro.

Un leader nato, dalla mirabile capacità oratoria che lo ha portato in breve tempo a diventare un nome particolarmente noto nel campo politico, con un’impennata alla fine degli anni ’90. In questo periodo, Enric si avvicinò particolarmente alle associazioni che riunivano gli spagnoli vittima delle deportazioni nei campi di concentramento, affermando come egli stesso sia un sopravvissuto del lager nazista di Flossenbürg e del periodo di carcerazione alla prigione di Kiel.

Il sindacalista diventò così in poco tempo segretario (ed in seguito presidente) dell’Associazione Amicale di Mauthausen ed altri campi, gruppo con sede a Barcellona che aveva proprio l’obiettivo di riunire i sopravvissuti spagnoli agli orrori della Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Enric divenne un personaggio di spicco, anche soprattutto in seguito all’emozionante discorso rilasciato in Parlamento nel 2005 e successiva vicinanza con il capo del governo José Luis Rodríguez Zapatero ma, nello stesso anno, la sua vita venne completamente stravolta.

Come mostrato nel film biografico Marco di Aitor Arregi e Jon Garano, lo storico Benito Bermejo riuscì a dimostrare che la carriera politica di Enric si basò su un enorme inganno, con il personaggio che avrebbe mentito a tutti sul suo passato. Non ci sarebbero infatti prove concrete della deportazione di Enric nel campo di Flossenbürg, con lo stesso che anzi sarebbe colpevole di aver modificato e contraffatto documenti ufficiali per vedere segnato il proprio nome sulle liste.

Addirittura, per quanto riguarda invece la sua prigionia a Kiel, ci sarebbero prove a sostegno del fatto che Enric avesse lavorato volontariamente al servizio dell’industria bellica tedesca, contribuendo alla crescita d’arsenale dell’esercito di Hitler. In tale circostanza, tuttavia, ci sarebbero prove effettive a sostegno del fatto che Enric sia stato arrestato dalla Gestapo nel 1943, con l’accusa di fare propaganda comunista con i suoi compatrioti.

La prigionia a Kiel durò comunque pochi giorni, per poi venire assolto dal tribunale e rispedito in Spagna per tornare comunque a lavorare nel campo bellico. Lo svelamento del vero passato di Enric Marco Batlle portò inevitabilmente a conseguenze distruttive verso la sua immagine pubblica, con l’azione di Bermejo che coincise con uno degli eventi più importanti per l’Associazione catalana nel 2005. Enric fu costretto a dimettersi da Presidente dell’Associazione e restituì di sua iniziativa al governo la Croce di San Giorgio, la massima onorificenza civile della Catalogna.

Nonostante i provvedimenti presi, la figura di Enric Marco Batlle non sparì in breve tempo dalla polveriera mediatica che continuava a soffiare sullo scandalo, con l’ex sindacalista spagnolo che diventò anche personaggio protagonista del documentario Ich bin Enric Marco nel 2009, oltre all’uscita di un saggio a lui dedicato nel 2014 dal titolo L’impostore.

Enric Marco Batlle morì in quasi totale isolamento il 21 maggio 2022 ma, dopo l’ondata di indignazione pubblica nei suoi confronti, non si diede mai per vinto. La sua proverbiale oratoria e testardaggine lo portò infatti a cercare di riabilitare il suo nome fino all’ultimo momento, ritenendo di aver agito per un ideale giusto, che nei fatti non avrebbe cagionato danno a nessuno e che si debba considerare anch’egli una vittima del delirio nazista.