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Allégorie Citadine: Alice Rohrwacher e JR reinventano magistralmente il mito della caverna di Platone

Presentato in anteprima al Festival di Venezia 2024, Allégorie Citadine è il nuovo cortometraggio di Alice Rohrwacher e JR: ma qual è il risultato di questa collaborazione?
Allégorie Citadine: Alice Rohrwacher e JR reinventano magistralmente il mito della caverna di Platone (Recensione)

Da sempre avvezza alla formula del cortometraggio, che l’ha portata a guadagnare anche una candidatura agli Oscar con Le Pupille, Alice Rohrwacher torna dietro la macchina da presa – a seguito del suo La Chimera – collaborando nuovamente con JR, celebre artista francese che era già stato presente, in termini di regia, anche in Omelia Contadina. I due collaborano per Allégorie Citadine, un cortometraggio dalla durata di appena 20 minuti che reinventa il mito della caverna di Platone, raccontato nel suo Repubblica e presentato in anteprima al Festival di Venezia 2024. Il risultato, magistrale, conferma il pregio delle arti visive di JR e, soprattutto, consacra definitivamente Alice Rohrwacher in quanto una delle registe italiane migliori di sempre. Per comprenderne maggiormente, vale la pena considerare successivamente quale sia la recensione di Allégorie Citadine.

La trama di Allégorie Citadine, il cortometraggio di Alice Rohrwacher e JR

Per quanto possa apparire come ridondante, rispetto alla materia raccontata, prima di procedere con la recensione di Allégorie Citadine è importante sottolineare innanzitutto la trama del cortometraggio in questione. Nella Parigi raccontata con numerose riprese dall’alto e colta iconicamente attraverso i tetti blu e per mezzo dello skyline cittadino, una giovane donna e suo figlio Jay vanno alla ricerca di un teatro dove la prima vorrebbe realizzare il provino per un nuovo spettacolo di danza, il cui regista è interpretato da Leos Carax. Il tema raccontato all’interno dello spettacolo è quello del mito della caverna di Platone, del quale il regista rivela a Jay il finale: quando il bambino, allontanandosi dalla madre, decide di scoprire la verità tanto agognata da uno dei prigionieri della caverna, il risultato sarà incredibile.

La recensione di Allégorie Citadine: reinventare il mito della caverna di Platone, 2500 anni dopo

Sono numerose le responsabilità di un regista, soprattutto nel rispetto della materia narrata e del lavoro svolto: una di queste, probabilmente la fondamentale, è il lavoro con e dell’immagine, un presupposto che da sempre anima scuole di pensiero contrastanti, dettate soprattutto dalla dicotomia che si pone tra il cinema verboso e quello fatto, invece, di soli riferimenti visivi. Alice Rohrwacher è una regista che da sempre lavora con le immagini e che, servendosi di queste, ha perseguito una strada atipica nel cinema italiano, in parte ispirandosi all’insegnamento felliniano e radicalizzandosi in una formula naturalistica, quasi bucolica, per la quale ancora oggi non le si rende eccessivo merito. Dall’altro lato c’è JR, un artista che con le immagini esiste e che vede la sua intera carriera dedicata al collage e al site specific. Il risultato della loro collaborazione (la seconda dopo Omelia Contadina) è Allégorie Citadine, un breve cortometraggio che ha il merito – e non è certamente roba da poco – di reinventare il mito della caverna di Platone 2500 anni dopo e, soprattutto, in un contesto urbano.

I due hanno ragionato a proposito di alcuni stilemi fondamentali, come spiegato dalla Rohrwacher: danza, ombre, installazioni che vengono fusi all’interno di un racconto estremamente metaforico, eppure lontano dallo stile tradizionale della regista italiana. Con la predominanza di riprese dall’alto e con l’abbondanza di elementi “cittadini”, che vengono inquadrati nella loro essenzialità, il cortometraggio ragiona sull’immagine nel suo senso più puro, ovvero mettendo in discussione il lavoro del cinema. Che cos’è, in fondo, un regista se non un creatore di illusioni visive? È proprio a partire dall’insegnamento platonico – gli uomini incatenati nella caverna, osservando le ombre, le crederanno immagini reali finché non avranno la possibilità di osservare ciò che c’è al di fuori – che Alice Rohrwacher e JR si servono del cinema per raccontare il cinema, immaginando una rivoluzione ideale in cui, contemporaneamente, ogni essere umano decide di ribellarsi all’illusione per cedere alla lusinga della realtà. Il risultato, reso ancor più incredibile dall’estetica di JR, dapprima ingloba, poi si libera nello spazio circostante, fino a investire il reale, diventando egli stesso realtà: del resto, “forse non basta affermare che le immagini sono illusioni finché le catene che ci legano sono reali”. Alice Rohrwacher dimostra di essere una pura mente geniale, in grado di dialogare perfettamente con il presente e con la storia e, soprattutto, anche di tradire la sua stessa poetica, per ricercare un qualcosa di oltre (in questo cortometraggio anche nella colonna sonora, nelle scenografie e nelle interpretazioni, quella di Leos Carax su tutti): siamo di fronte ad una delle registe italiane migliori di sempre.

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Allégorie Citadine
Allégorie Citadine

Alice Rohrwacher e JR tornano a collaborare dietro la macchina da presa per Allégorie Citadine, un cortometraggio che riflette sul mito della caverna di Platone, reinventandolo 2500 anni dopo.

Voto del redattore:

10 / 10

Data di rilascio:

31/08/2024

Regia:

Alice Rohrwacher, JR

Cast:

Naïm El Kaldaoui, Lyna Khoudri, Leos Carax

Genere:

Drammatico

PRO

Ogni elemento del cortometraggio
Nessuno