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Recensione – Agatha All Along 1×03: Ho Mille Prove / Sfide Nuove

La recensione della terza puntata di Agatha – All Along, la serie Marvel spin-off di WandaVision.
Agatha All Along: la recensione del terzo episodio

Le prime due puntate di Agatha All Along sono state l’introduzione al mondo delle streghe, ma adesso la serie Marvel ha l’ambizione di unire modernità con mitologia attraverso l’inizio delle prove delle protagoniste. Il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe confermerà il personaggio di Agatha sui suoi sentieri oscuri mostrati in precedenza, oppure ribalterà completamente il suo ruolo? A seguire la recensione del terzo episodio, intitolato Ho Mille Prove / Sfide Nuove ed attualmente disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus.

La trama di Agatha All Along 1×03

La terza puntata di Agatha All Along presenta alcuni accenni a WandaVision (di cui è lo spin-off) e fa capire che ogni episodio, almeno in larga parte, mostrerà una diversa prova della Strada delle Streghe. Infatti il nuovo episodio presenta la seguente trama:

Agatha informa la congrega che, per raggiungere la fine della Strada, affronteranno prove incentrate sui diversi studi di stregoneria. Mentre sono in cammino verso la prima prova, la congrega viene a conoscenza del sigillo del ragazzo, che impedisce alle streghe di scoprire il suo nome. Alla prima prova, la congrega trova una casa misteriosa che sembra accogliente, ma tutto cambia quando compare del vino che ogni strega è costretta a bere per andare avanti…

Recensione - Agatha All Along 1x03: Ho Mille Prove Sfide Nuove

La recensione del terzo episodio di Agatha All Along

Nell’episodio c’è una forte ambizione visiva: tutto l’arco temporale in cui si vede la prima prova della Strada delle Streghe è interamente girato in IMAX. Nonostante ciò, la regia di Rachel Goldberg rimane piatta, perché nelle scene ambientate nel salotto della misteriosa casa non c’è molto al di fuori del semplice campo e controcampo, mentre nei pochi momenti horror, nonostante le scenografie suggestive e le buone atmosfere musicali, i movimenti di macchina non vengono sfruttati e manca un reale effetto che possa rendere tutto spaventoso. Le uniche eccezioni sono l’allucinazione di Agatha che è gestita bene nei tempi ed anche il primo piano che rivela l’intelligente colpo di scena finale. Se nel lato registico l’episodio non brilla, la prima prova che mette in pericolo le protagoniste si dimostra essere coinvolgente. L’idea di creare un espediente che rischia di ucciderle lentamente allo scadere di un conto alla rovescia genera la giusta tensione, ancora di più se le protagoniste sono indebolite ed hanno maggiori difficoltà nell’applicare la loro abilità.

La stessa prova, basata puramente sull’ingegno e non su colpi di magia o su combattimenti, porta un’atmosfera diversa rispetto a quello a cui si è abituati con il Marvel Cinematic Universe e dimostra come si può intrattenere con personaggi dai poteri speciali anche senza ricorrere all’azione. Infatti la forza risiede anche nei dialoghi, specialmente nei momenti in cui Agatha cerca di stare sempre un passo avanti a discapito delle sue compagne, aumentando l’ansia del gioco per gli ostacoli che inserisce e per l’inasprimento del rapporto con gli altri personaggi. Molto intelligente anche la scenografia che brilla di colori puliti con una fotografia che esalta la luce del giorno, cosa che crea un forte contrasto con l’uso di pozioni e riti da fatucchiera che si è abituati a vedere in contesti più tradizionali (comprese celebri serie televisive come Le Streghe e Le Terrificanti Avventure Di Sabrina). La già menzionata fotografia diventa più cupa quando manca poco tempo alla fine della prova e ciò porta maggiore tensione, con l’ambiente che quasi cambia in base alla paura delle protagoniste. Anche l’umorismo macabro funziona, come per esempio le divertenti frecciate ai brodotti cosmetici (e tossici) di Jennifer Kale.

Agatha All Along: la recensione della terza puntata

Le visioni della terza puntata di Agatha All Along

Altro punto di forza della terza puntata è l’inserimento delle tinte horror generato dalle visioni che ha ciascuna strega. Nonostante Goldberg non sia particolarmente brava a creare scene visive che richiamino ai veri film dell’orrore, le scene risultano comunque efficaci grazie alla bravura delle attrici (il terrore presente nei loro volti si percepisce tutto) e soprattutto grazie ai soggetti delle allucinazioni che mostrano traumi legati al loro passato, aumentando quindi l’interesse dello spettatore per la loro storia. Il più interessante fino ad ora è il personaggio di Alice Wu-Gulliver, la quale sente il dolore di essere cresciuta con una madre che è stata eccessivamente tormentata dalla maledizione delle streghe, influenzando in modo negativo la sua crescita. Invece il personaggio peggiore continua ad essere Sharon, poiché non si capisce per quale motivo Agatha la consideri utile per il viaggio e ciò la rende ingombrante all’interno della storia al di fuori di alcune parti da comic relief riuscite e soprattutto di una svolta narrativa efficace (che però non rende ancora sensata la sua presenza sul piano narrativo).

In tutto ciò cresce anche l’interesse per il personaggio di Agatha, dal momento che la serie rivela alcune sue azioni svolte quando la sua carriera era in ascesa. Tali azioni rendono terrificante la sua figura sia per il dolore che ha causato alle altre persone che per l’impatto che ha portato su sé stessa, anche se c’è la paura che la rivelazione finale dei successivi episodi possa essere meno grave di come viene presentata in questa puntata, in modo da ammorbidire un po’ il personaggio per il grande pubblico. In ogni caso le basi mostrate sono comunque molto stimolanti, soprattutto perché possono portare ad un discorso di redenzione che sarebbe coerente con quello di tutte le altre streghe, le quali cercano di ritrovare sé stesse dopo che hanno sofferto e non hanno più nulla da perdere. Il terzo episodio di Agatha All Along continua a non avere reali guizzi dal punto di vista tecnico, ma le difficoltà che affrontano le protagoniste sono un buon espediente per creare un maggiore approfondimento psicologico ed una buona gestione della tensione, portando quindi miglioramenti rispetto alle puntate precedenti che rendono la narrazione finalmente piacevole.

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