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Recensione – Gli Anelli del Potere 2×07: Destinati a Morire

La seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” è quasi giunta al termine, la grande battaglia è cominciata, ma quale sarà il destino dei protagonisti?
Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

Ad un passo dall’attesissimo finale di stagione, “Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere” propone al pubblico una nuova grandiosa puntata, anch’essa considerabile una delle migliori dell’intero show realizzato da Amazon Studios in collaborazione con la New Line Cinema. La serie disponibile sulla piattaforma streaming Prime Video creata da J. D. Payne e Patrick McKay, tra elogi e aspre critiche, dimostra ancora una volta una forza incredibile con una settima puntata corposa che in alcune sequenze raggiunge quel fascino e quella potenza della famosa trilogia cinematografica. L’assedio da parte dell’esercito di Adar (Sam Hazeldine) all’Eregion fa da sfondo, ma al suo interno finisce per accadere di tutto e di più. Di seguito la trama e la recensione del settimo episodio della seconda stagione de Gli Anelli del Potere

La trama del settimo episodio della seconda stagione de Gli Anelli del Potere 

La situazione presso l’Eregion è drammatica: Celebrimbor (Charles Edwards) è ancora vittima della potente illusione di Annatar (Charlie Vickers), continuando la forgiatura dei Nove Anelli destinati gli uomini. Il famoso fabbro elfico non si rende conto che al di fuori delle mura c’è un assedio in corso da parte degli orchi, guidati da Adar. Il Signore Oscuro nel frattempo circuisce ancor di più Mirdania (Amelia Kenworthy) ed un gruppo di soldati, facendogli credere che Celebrimbor sia vittima del suo profondo ego e che, secondo lui, non c’è bisogno di contrattaccare perché il fiume intorno alla città li proteggerà. L’esercito Uruk, però, è preparato e provoca una frana che ostruisce il grande corso d’acqua, adesso pare non esserci più niente che possa fermare l’avanzata di Adar. 

Durante l’assedio, però, il Lord dell’Eregion si accorge finalmente di trovarsi all’interno di un loop, una potente illusione che presenta qualche piccolo difetto che permette all’elfo di liberarsi dal profondo inganno. Celebrimbor si rende conto della pessima situazione in cui si trova il suo regno e, soprattuto, si rende conto che l’elemento utilizzato per lavorare ai nuovi anelli del potere non è mithril, ma il sangue del Signore dei Doni, scoprendone la sua vera natura. Il fabbro tenta di avvisare il suo popolo, ma nessuno gli crede e grazie all’ennesima illusione Annatar provoca la morte di Mirdania, facendo credere ai presenti che sia stato proprio Celebrimbor, il quale è costretto ad accettare il patto di Sauron e forgiare i Nove in cambio della salvezza dell’Eregion

Fortunatamente, in aiuto degli elfi giungono sul campo di battaglia Gil-galad ed Elrond (Benjamin Walker e Robert Aramayo) con un grande esercito, ma senza proseguire l’attacco nel momento in cui si rendono conto che Galadriel (Morfydd Clark) è prigioniera di Adar. L’Uruk propone agli elfi di consegnargli un anello in cambio della vita della nota guerriera, Elrond, però, è costretto a rifiutare per il bene del suo popolo e, nel dare l’addio a Galadriel, le da un bacio tentando di sviare l’attenzione degli orchi passandole tra le mani una spilla per potersi liberare. L’elfa, infatti, riesce a fuggire con l’aiuto di Arondir (Ismael Cruz Córdova) mentre il duro assedio da parte dell’esercito di Adar viene interrotto dalle ingenti perdite provocate dagli elfi guidati da Gil-galad ed Elrond. 

Nel frattempo a Khazad-dûm Durin IV (Owain Arthur) incontra il suo amico Elrond che decide di aiutare organizzando un’armata pronta a partire verso l’Eregion, ma poco prima di raggiungere il campo di battaglia e lasciare la montagna, il principe è costretto ad intervenire per porre fine ai deliri di suo padre che ha deciso di scavare personalmente nelle miniere. Una mossa che prende in contropiede l’esercito elfico, convinto dell’arrivo dei nani e che ora si trova in balia di Adar e dei suoi figli. Arondir in un atto di disperazione, deciso a consumare la sua vendetta, affronta il leader degli Uruk finendo gravemente ferito, proprio come Elrond che si arrende ad Adar, il quale si impossessa anche dell’anello di Galadriel. 

Infine, Lord Celebrimbor termina la costruzione dei cosiddetti Nove, ma essendo incatenato al tavolo da lavoro è costretto a tagliarsi di netto un dito per poteri liberare nel tentativo di allontanare il più possibile gli anelli da Sauron. Scappando dalla stanza della forgia, il signore dell’Eregion raggiunge l’esterno, ma viene colpito dall’ennesima esplosione per poi essere catturato da un gruppo di elfi che tenta di riportarlo nella torre. Fortunatamente si presenta Lady Galadriel ordinando ai soldati di liberarlo e il fabbro, dopo un primo momento di incredulità, decide di affidarle le nove reliquie per poi fare ritorno dal Signore Oscuro e affrontarlo una volte per tutte. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

La recensione de Gli Anelli del Potere: “Destinati a Morire” 

Destinati a Morire” è un’altra puntata di altissimo livello, è indubbio quanto la produzione abbia deciso di alzare un’ipotetica asticella e migliorare il prodotto televisivo sotto diversi aspetti, anche se quello che ha lasciato a bocca aperta il pubblico è la spettacolare messa in scena di un assedio in piena regola, uno scontro che per tutta la durata dell’episodio non ha fatto altro che mostrare agli spettatori più di qualche somiglianza con le famose battaglie presenti nella trilogia cinematografica firmata da Peter Jackson. Ovviamente “Gli Anelli del Potere” difficilmente raggiungerà quel tipo di estetica e potenza visiva, ma lungo questa seconda stagione lo show targato Amazon ci si avvicina particolarmente. Un fattore non da poco visto la mancanza di un vero e proprio materiale di partenza come, invece, è accaduto con i film rilasciati sul grande schermo. Due medium diversi, ma con la stessa ispirazione ovvero raccontare la storia della Terra di Mezzo, ricca di eroi, guerrieri, tragedie, perdono, battaglie e viaggi, senza dimenticarsi di quanto raccontato da Tolkien

Come di consueto, fin dall’inizio di questa nuova stagione, la serie si sviluppa su differenti macro-trame, passando spesso di palo in frasca, cercando di legare maggiormente alcune story-line, tralasciandone parecchie. Anche in questa settima e penultima puntata alcuni personaggi risultano più presenti di altri, le molteplici linee narrative a volte risultano più o meno interessanti di altre, scatenando più di qualche volta un effetto domino. Sono tante le situazioni ripetitive, un difetto che sicuramente disturba soprattutto lo spettatore più attento, ma senza risultare troppo incisivo ai fini del racconto. Sono, però, tanti anche i legami che si creano tra i protagonisti, è importante rivedere Durin IV ed Elrond, ma è ancora più importante osservare il mancato arrivo dell’armata guidata dal principe di Khazad-dûm nel momento del bisogno per gli elfi, nonostante un patto. C’è chi affronta il proprio percorso in solitaria oppure chi si muove in gruppo, ma nonostante alcuni elementi più ridondanti o situazioni che finiscono per apparire ripetitive, la sostanza non cambia e anche questa puntata risulta una delle più emozionanti e riuscite dell’intera produzione. 

Se come sottolineato in precedenza la battaglia per l’Eregion rappresenta uno degli elementi più riusciti di “Destinati a Morire”, a dare quella decisiva spinta più che positiva ci pensano due vicende in particolare: da un lato prosegue quella discesa verso il baratro da parte del popolo nanico guidato da un re, interpretato magistralmente da Peter Mullan, completamente caduto nell’oblio di un potere enorme, mentre dall’altro ci sono Celebrimbor e Sauron, una relazione tra due personaggi, uno vittima ed uno carnefice, che sviluppano un legame quasi indissolubile attraverso un inganno, una vera e propria tortura da parte del Signore Oscuro che finisce per mostrarsi in tutta la sua forza e perfidia di fronte ad un elfo che, finalmente, si rende conto di quanto si è lasciato circuire dal male. Lo scambio di sguardi ed i dialoghi che prendono forma tra i due costruiscono probabilmente la miglior story-line dell’intera storia. In aggiunta, la totale assenza di due altre vicende che, interessanti o meno, restano ridondanti come quelle ambientate a Rhun e Numenor aiutano sicuramente nella composizione e struttura di una puntata a tratti frenetica, ma che più di una volta si prende tutto il tempo di approfondire determinate tematiche, avendo anche più tempo a disposizione. 

Nonostante una nuova puntata ai limiti della perfezione, anche qui non mancano quei difetti che fin dalla prima stagione popolano le vicende della Seconda Era della Terra di Mezzo: in primis a tratti la mancanza di comparse e personaggi di contorno, nelle splendide sequenzae di battaglia l’impressione è che di due grandi eserciti si scontrino una manciata di soldati, stesso discorso si presenta tra le viscere della montagna popolata dai nani dove il principe Durin IV sembra trovarsi di fronte a pochi nel tentativo di motivare un popolo contro il proprio re, sempre più vittima del potere dell’anello. Infine, se per molti lo scambio di effusioni, che tale non è ai fini narrativi, tra Elrond e Galadriel è parso fuori contesto, in realtà resta perfettamente sensato visto l’intento di un azione volta ad ingannare Adar ed i suoi sottoposti. 

Gli Anelli del Potere creata da J. D. Payne e Patrick McKay

Ad un passo dal gran finale 

La penultima puntata della seconda stagione de “Gli Anelli del Potere” è qualcosa di clamoroso, l’ennesima prova dell’incredibile potenza visiva e tecnica di un prodotto ancora molto divisivo. Oramai manca poco e la serie è ad un passo dal tanto atteso finale di stagione, una conclusione che si appresta a stupire ancora una volta gli spettatori, nonostante alcuni evidenti difetti che man mano sono stati sempre più limati. Finalmente il Signore Oscuro si è rivelato non solo al pubblico come sul finire della passata stagione, ma anche al suo compagno di questa folle avventura, colui che ha sfruttato ed ingannato portandolo quasi alla totale pazzia. 

Inoltre, sono sempre più presenti le sue reali intenzioni, il suo modo di fare e, come fatto notare dallo stesso Celebrimbor, che lui è vittima del suo stesso gioco malvagio, nonostante ci tenga a ribadire sempre che il suo sogno è portare un senso di pace nella Terra di Mezzo. Lui si sente completamente diverso dal terribile Morgoth, il quale ha finito per corrompere lo stesso Sauron, colui che si sente vittima del suo predecessore. Ora la sua nuova missione è ritrovare i Nove anelli degli uomini, così da poter raggiungere il suo obiettivo, quell’obiettivo che ne rappresenta anche la sua stessa condanna. 

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