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Tim Dillon: This Is Your Country è l’esasperazione della malattia americana

Su Netflix è approdato il nuovo speciale Tim Dillon: This Is Your Country, che vede il noto comico e podcaster calarsi nei panni di presentatore di uno show; ma con quale risultato?
Tim Dillon: This Is Your Country è l'esasperazione della malattia americana (Recensione)

Dopo aver annunciato il suo ritorno in piattaforma a giugno del 2024, Netflix ha poi ufficializzato che Tim Dillon sarebbe stato protagonista di uno speciale che omaggia la tradizione degli show televisivi dalla durata di un’ora, in cui vengono intervistate personalità di spicco nel mondo dello spettacolo; il risultato è uno speciale dal titolo Tim Dillon: This Is Your Country, dalla durata di poco meno di 50 minuti in cui il comico e podcaster si cala nei panni del presentatore televisivo, per sfruttare il budget di Netflix intervistando non personaggi nel mondo della politica, benché il risultato sia realizzare un qualcosa che accompagni il periodo delle elezioni, ma persone comuni che sono colte in ambiti differenti. Ma con quale risultato? Per comprenderlo, si considera di seguito la trama e la recensione di Tim Dillon: This Is Your Country.

Di che cosa parla Tim Dillon: This Is Your Country, il nuovo speciale Netflix?

Prima di proseguire con la recensione di Tim Dillon: This Is Your Country, è importante sottolineare innanzitutto quale sia la trama dello speciale Netflix in questione, che vede il noto comico e podcaster nei panni del presentatore di uno show. Ma di che parla? La sinossi è quella che segue:

In questo speciale unscripted, il comico Tim Dillon chiacchiera con gli americani comuni a proposito di criptovalute, OnlyFans e altri problemi scandalosi che devono affrontare.

La recensione di Tim Dillon: This Is Your Country: il prodotto perfetto per rappresentare gli Stati Uniti in periodo di elezioni

Delle elezioni presidenziali per gli Stati Uniti del 2024, che decreteranno chi guiderà il paese tra Donald Trump e Kamala Harris, si è parlato praticamente in qualsiasi ambito; ci ritroviamo di fronte a uno dei momenti più importanti della storia della politica recente e, per questo motivo, sono tantissimi i contributi che sono stati offerti a proposito di presente e passato, così da restituire una visione d’insieme che possa generare maggiore consapevolezza nel cittadino; nel contesto del Festival di Venezia 2024, ad esempio, sono stati presentati prodotti come Separated di Errol Morris e 2073 di Asif Kapadia, entrambi approcci ibridi che avvicinano la narrazione documentaristica a quella fiction, per parlare di storia americana con sguardi differenti.

C’è, poi, anche un’altra presa visione possibile che in questo momento storico appare quanto mai attuale: quella di un paese come gli Stati Uniti che diventa sempre più preda di se stesso, schiavo di atteggiamenti che sono portati all’estremo e di tendenze che rappresentano (anche se non ce ne si accorge in maniera esplicita) il risultato di un processo secolare, in grado di cristallizzarsi in forme altamente disturbanti e disturbate. Quello di Tim Dillon è uno speciale assolutamente fresco e intelligentissimo, che omaggia la tradizione degli show televisivi con intervista e che vede lo stesso comico – pur con redini che appaiono perfettamente trainate lungo tutta la durata dello speciale – fare un passo indietro rispetto al contesto del palco, che viene invece lasciato all’ospite. Ma quali sono le persone intervistate? Parafrasando lo stesso comico e podcaster: se Netflix offre del budget per realizzare uno show sulle elezioni negli Stati Uniti, gli intervistati non possono che essere persone comuni che non hanno minimamente a che fare con la politica ma che, forse, restituiscono un risultato assolutamente autentico. Nelle situazioni rappresentate c’è la perfetta estremizzazione della malattia americana, fatta di capitalismo che scorre nelle vene, di accumulo acritico e ingurgitante di risorse, di corpi che vengono piegati alle logiche schiavizzanti di potere, di urla e di godimenti nell’osservare il male altrui.

Tutti gli intervistati – a partire dal primo caso di un ex pornodivo che guadagna realizzando massaggi su OnlyFans, fino all’ultimo di un uomo che ha perso 200.000 dollari in NFT – gravitano in un universo moralmente ambiguo, di cui non si riesce mai davvero a comprendere quale sia la verità e quale la menzogna. Il tutto è ottenuto esasperando perfettamente i caratteri, facendo interloquire un pubblico urlatore, che partecipa e viene interpellato per giudicare l’altro e che viene a sua volta schernito dallo stesso Tim Dillon, a cui si deve un ruolo di anti-mediatore, costantemente impegnato nel fomentare gli animi e nel provocare delle situazioni di ironia becera. Nei poco meno di 50 minuti di speciale di Tim Dillon: This Is Your Country si ride, e questo è un fattore importantissimo quando si parla di comicità, ma soprattutto si ha modo di comprendere quale sia il motivo di queste risate; di fronte ad esagerazioni di questo genere, che appaiono più smodate e deformi di quanto una qualsiasi scrittura possa realmente prevedere, la risata è l’unica reazione possibile di chi osserva qual è il mondo in cui vive e qual è la realtà del nostro tempo. Gli Stati Uniti hanno ormai perso quel loro grande emblema del sogno americano e rivendicano di essere un mondo malato, una cultura malata e che vive dell’esaltazione della propria stessa malattia (alimentare, finanziaria, politica, sociale, sessuale, sentimentale): lo speciale di Tim Dillon non fa altro che sottolinearlo, perfettamente, in ogni secondo.

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Tim Dillon: This Is Your Country
Tim Dillon: This Is Your Country

Il comico e podcaster Tim Dillon è protagonista di un nuovo speciale Netflix in cui, nel periodo delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2024, intervista persone comuni su problemi di attualità.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

01/10/2024

Regia:

Michael Shea

Cast:

Tim Dillon

Genere:

Commedia

PRO

La comicità di Tim Dillon
Le personalità intervistate
La messa al bando della malattia americana
Nessuno