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Recensione – Chucky 3×02: Lasciami Entrare

La recensione della seconda puntata della terza stagione di Chucky, la serie sequel dei film cinematografici della saga di La Bambola Assassina.
Chucky 3: la recensione del secondo episodio

La prima puntata della terza stagione di Chucky ha presentato un soggetto molto intrigante, avendo spostato l’ambientazione degli eventi della saga horror all’interno della Casa Bianca. Tuttavia riusciranno i protagonisti, che hanno sempre agito in contesti molto più piccoli, ad essere inseriti nella narrazione senza particolari forzature? A seguire la recensione del secondo episodio, il quale è intitolato Lasciami Entrare ed è stato trasmesso su Italia 1 per poi essere reso disponibile poche ore dopo sulla piattaforma streaming Mediaset Infinity.

La trama di Chucky 3×02

La serie Chucky è il sequel della saga horror di La Bambola Assassina ed è ambientata dopo gli eventi di Il Culto Di Chucky, il settimo capitolo del franchise. Nella seconda puntata della terza stagione della serie, i protagonisti dovranno intromettersi in affari molto più grandi di loro, nonostante ci sia già la presenza dello stesso Chucky. L’episodio infatti presenta la seguente trama:

Durante la colazione, Henry dice che “Joseph” che vuole andare un’altra volta allo Studio Ovale. Il presidente Collins accetta di lasciare che il bambolotto venga con lui ancora una volta, ma ciò permetterà soltanto a Chucky di realizzare nuovi delitti nella Casa Bianca. Nello Studio Ovale, il presidente Collins e il vicepresidente Rhodes incontrano Warren Pryce, un agente governativo che sta indagando sulla natura sospetta della morte di Teddy e capisce presto che un killer si agira nel prestigioso edificio governativo. Mentre Jake, Devon e Lexy hanno convinto miss Fairchild ad andare a Washington e tentano di ottenere l’accesso alla Casa Bianca, Lexy contatta Grant su TikTok e il giorno dopo la ragazza cerca di ottenere le avance del figlio del presidente per entrare nel luogo con molta più facilità.

Recensione - Chucky 3x02: Lasciami Entrare

La recensione del secondo episodio della terza stagione di Chucky

In questo secondo episodio viene dato più spazio al trio di Jake, Devon e Lexy: vengono aumentate le scene in cui i primi due cercano di approfondire gli elementi fisici della loro relazione, mostrando incertezze che accomunano tutti i giovani nonostante la loro situazione particolare, così come è interessante come Lexy sfrutti il suo dolore a proprio vantaggio attraverso la manipolazione dei social e della maschera che indossa, quando un ragazzo può aspettarsi da lei tutt’altro proprio grazie a quello che lei ha espresso sul suo profilo TikTok. Sarà interessante scoprire se tale comportamento possa ottenere una conseguenza negativa sul personaggio di Grant, il quale è un ragazzo che è già fin troppo inglobato dall’ossessione dei like e dei commenti sul suo profilo. Tuttavia Grant, nonostante rappresenti lo specchio di una realtà che rischia di alienarlo dal mondo, non è uno zombi, bensì un ragazzo che si sente solo a causa del suo essere il figlio del presidente ed infatti è emblematico il momento in cui uno dei suoi compagni di scuola lo chiama sfigato subito dopo che ha finito di fare una diretta. I suoi follower dovrebbero colmare il vuoto che sente dentro, ma non appena vede alcuni ragazzi che vogliono parlare con lui, soprattutto una che ha in comune una perdita (il fratello di Grant è morto, mentre la sorella di Lexy è dispersa), lui subito non vuole rinunciare a loro proprio perché gli basta un contatto diverso dai soliti click per sentire finalmente delle persone reali, anche se la ricerca di attenzione lo induce ad essere sfacciato (si vanta della sua bellezza davanti a Lexy).

A Grant si collega la figura di sua madre Charlotte, la quale è costretta a sentire il peso delle responsabilità di una nazione assorbendo tutta la negatività del paese che è costruito sui segreti e sulle menzogne, nonostante la realtà dietro di essa nasconda il sangue. Infatti gli omicidi di Chucky, realizzati sempre con una grande cattiveria, vengono messi da parte come la polvere sotto il tappeto: l’agente Pryce non sottovaluta il pericolo, ma comunque evita di diffonderlo tanto da non volerlo svelare non solo ai cittadini, ma nemmeno al presidente stesso. L’America inganna sé stessa trasformandosi in una macchina senza sensibilità, tanto che Chucky, enunciando una splendida battuta, si diverte al pensiero che lo stesso governo faccia sparire le tracce dei suoi crimini per non creare scandali. Charlotte cerca di affrontare la cosa a testa alta anche se è disgustata non solo da quello che le viene mostrato, ma dal modo freddo in cui Pryce reagisce. Quest’ultimo infatti è talmente patriottico da utilizzare qualsiasi mezzo affinché la nazione non venga messa in pericolo, mostrando come possa diventare viscido facendo quasi dimenticare allo spettatore la crudeltà di Chucky.

Chucky 3: la recensione del secondo episodio

La forza del secondo episodio della terza stagione di Chucky

Un altro elemento fortemente affascinante del personaggio di Charlotte è quanto lei sia sensibile nonostante tutto quello che sta succedendo. Infatti, preoccupata per la salute di Grant, riesce a capire che cosa voglia dire subire un trauma e cerca di comprendere il trio dei ragazzi che cercano di trovare uno sbocco di vita dopo averne passate di tutte i colori. Charlotte, anche se è terrorizzata dal mondo in cui vive, vuole sempre che suo figlio sia felice ed è tanto forte da non scordarsi della sua umanità. A lei si contrappone la splendida figura di Miss Fairchild che, pur sapendo della caccia a Chucky, non solo è sempre accanto a Jake, Devon e Lexy, ma si impegna affinché loro studino per vivere la loro adolescenza nel modo più normale, per quanto la cosa sia possibile soltanto fino ad un certo punto. Don Mancini continua a mostrare l’importanza della sensibilità verso i giovani e della maternità, entrambi elementi presenti in quasi tutti i capitoli della saga e che non abbandonano mai la mano dell’autore.

La seconda puntata della terza stagione di Chucky aumenta la qualità della serie che denuncia un sistema americano basato su bugie che oscurano una realtà sanguinaria, la quale soffoca persone che provano a fare emergere la loro umanità con sempre più fatica. A queste critiche non possono mancare le uccisioni del bambolotto che sono realizzate sempre con molta creatività (l’uso della bandiera americana è un tocco di classe) e trascinano i protagonisti in un terreno sempre più oscuro e tragico.

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