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Smile 2 e questa volta si riesce a sorridere

Notevole passo avanti rispetto al precedente film, Smile 2 mostra le due maledizioni che logorano la vita della sua protagonista.
Recensione film horror Smile 2

Dal 17 ottobre 2024, in piena preparazione per la Notte di Halloween di fine mese, esce nelle sale italiane anche Smile 2, il sequel e secondo film dello stesso regista Parker Finn. Quello precedente, Smile del 2022, fu infatti l’adattamento a lungometraggio del suo stesso corto Laura Hasn’t Slept e, 2 anni dopo, si continua a mostrare il suo ghigno inquietante sul solco lasciato dal successo al botteghino.

Con protagonista questa volta Naomi Scott, il nuovo film horror infatti riprende la storia immediatamente dopo quello precedente, portando avanti la diffusione della Maledizione tra le sventurate vittime, sebbene questa volta il risultato abbia fatto decisamente centro. Ecco di seguito la recensione di Smile 2 di Parker Finn.

La trama di Smile 2, il film horror con Naomi Scott

Su sceneggiatura dello stesso regista Parker Finn, Smile 2 riprende la sua narrazione immediatamente dopo le vicende che hanno terminato il precedente film. Con la morte di Rose, infatti, la Maledizione è ora passata a Joel che sta cercando un modo per potersela togliere di dosso, ma il tempo è ormai scaduto.

Smile 2 inizia infatti al 6° giorno di Maledizione per Joel, il quale ha un piano che, tuttavia, non va a buon fine non riuscendo ad evitare il diffondersi di questa letale epidemia. Il virale giro di contatti di morte arriva così a Skye Riley, giovane pop star di successo che sta cercando di risollevare la sua carriera, dopo che un passato di dipendenza dalle droghe le ha distrutto la vita e non solo la sua. Ma la Maledizione è infatti arrivata anche a lei, con Skye che cercherà di sopravviverle.

Recensione dell'horror Smile 2

La recensione di Smile 2: questa volta si sorride

Ci eravamo lasciati con Smile, film horror del 2022 debutto alla regia cinematografica di Park Finn. Un film ricco di difetti, eccessivamente basico, molto lungo, una sceneggiatura molto debole e soprattutto la costante e reiterata volontà di puntare sullo scomodo artificio del jumpscare, spesso di bassa lega. Un film che, inoltre, portava a scimmiottare il passaggio di una maledizione che ha già avuto esponenti sicuramente più illustri, come Ring di Hideo Nakata o It Follows di David Robert Mitchell su tutti, senza avere realmente altro da dire.

Ecco, la cruciale differenza con il suo sequel è che Smile 2 ha veramente qualcosa da dire, oltre la sua architettura che rispecchia fedelmente e coerentemente il primo film, nel bene e nel male. Come per il recente Trap di M. Night Shyamalan, al centro della narrazione si pone una giovane cantante di successo, qui vera protagonista ed interpretata da Naomi Scott. In questo caso, infatti, la Maledizione diviene quella della star, costretta a rispondere ai viscidi sorrisi d’ordinanza di produttori ed agenti che pensano solo ai propri affari e chiamata a sorridere sempre sotto i riflettori e davanti le telecamere, pur cercando di sostenere sulle proprie fragili spalle un peso insostenibile.

Quando il tuo mondo personale è già di per sé estremamente pericolante (Skye resta comunque in piena elaborazione del lutto ed in percorso di ripresa dal passato di dipendenze), i fan arrivano a formare una vera e propria orda di zombie e il film non soprassiede su questioni come lo stalking (incarnate da un vero e proprio “otaku” e strizzando l’occhio anche al capolavoro di Satoshi Kon Perfect Blue) ed il carico proprio fisico degli allenamenti da seguire e che portano al mal di schiena.

In Smile 2, quindi, la Maledizione del primo film è ovviamente presente, ma con la pressione del “si aspettano tutti molto da me” ci si addentra quasi in modo asettico nella vita di Skye e sul rapporto con la madre, per il quale il primo film aveva solo gettato l’amo. Una maledizione, quella della pop star (ed in generale della vita da celebrità), che si amalgama alla perfezione con quella fatale che vede protagonista il Demone senza nome e forma, specialmente nel mirabile finale.

Il colpo di scena nell’atto conclusivo porrà sicuramente le basi (purtroppo) per futuri sequel, ma lo stesso resterebbe di per sé perfettamente autoconclusivo. Quella Maledizione, brillantemente impacchettata dalla fama e dal successo, viene infatti così trasmessa a migliaia di giovani fan, i quali non sognano altro che intraprendere quella stessa strada senza sapere, tuttavia, in cosa realmente consiste, con tutte le sue luci ed ombre. I riflettori si spengono, le urla di gioia per il proprio idolo si tramutano in urla di paura e la musica viene storpiata in risate inquietanti. Un finale ad effetto, potente e che porta il suo messaggio e conclude un film che ha la forza di uscire dai confini dello schermo.

La recensione di Smile 2: un horror commerciale ben eseguito

Al di là dell’interessante analisi offerta da Smile 2 (il precedente non offriva nemmeno quella), il secondo film di Parker Finn denota anche un evidente passo in avanti anche per quanto riguarda la sua stessa regia. La fotografia Charlie Sarroff è sì monospressiva, ma glacialmente solida e funzionale nel seguire il bel dinamismo nello stile di ripresa. Già l’intro del film riesce infatti a mettere sull’attenti, con un mirabile e coinvolgente piano sequenza (non sarà l’unico) che riesce ad immettere lo spettatore all’interno della narrazione, senza troppi momenti di esitazione.

L’azione è infatti ben presente all’interno di una visione che scorre in maniera oliata, nonostante i suoi 132 minuti di durata (decisamente troppi e già 15 in più rispetto a quelli dell’interminabile visione di Smile). A differenza inoltre del precedente film, che tendeva a nascondersi unicamente dietro a jumpscare ed alla “trovata” del ghigno inquietante, questo sequel riesce a caricare a dovere anche le scene d’orrore più pure, con una violenza feroce e sanguinolenta che riesce ad impattare con forza sulla scena. Interessante e funzionale in tal senso anche il lavoro svolto dal comparto sonoro, che punta soprattutto ad opprimere (anche nel gioco di dissolvenze) il mondo di Skye attorno a lei sempre di più.

Come accennato, tuttavia, nonostante gli evidenti ed apprezzabili passi in avanti l’architettura tecnica e concettuale resta la stessa del film del 2022. Si continua infatti a portare avanti lo smile quale effetto caratteristico dell’orrore del film, il quale risulta sì inquietante ma che rischia sempre di fare il giro e scadere nel ridicolo se non si gestiscono minuziosamente tempistiche e condizioni in scena (cosa che questo film riesce a calibrare). I jumpscare tornano prepotentemente anche in questo Smile 2, ma almeno sono quelli da manuale (rispetto al mostro che fa letteralmente “bu” al precedente) e riescono a spaventare a più riprese.

La sceneggiatura riesce invece a tenere in maniera alquanto solida lo sviluppo narrativo, nonostante si tendi ancora una volta a fare il celeberrimo “spiegone” della maledizione e si mostri le sue fasi cosa che, trovandosi in un sequel, dovrebbe essere ormai assodato dal precedente film. Oltre al finale, ad essere “col botto” è anche l’interpretazione della sua protagonista Naomi Scott. Successivamente a film dalla discutibile resa finale come Power Rangers, Charlie’s Angels e Aladdin di Guy Ritchie (almeno quest’ultimo è stato un successo commerciale), la giovane attrice e cantante britannica ha ora l’occasione di mostrare le sue capacità, attraverso una prova rabbiosa, nevrotica, ma che riesce anche a mostrare le drammatiche fragilità di una protagonista narrativamente molto interessante.

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Locandina film horror Smile 2
Smile 2
Smile 2

Notevole passo avanti rispetto al precedente film, Smile 2 mostra le due maledizioni che logorano la vita della sua protagonista.

Voto del redattore:

7 / 10

Data di rilascio:

17/10/2024

Regia:

Parker Finn

Cast:

Naomi Scott, Rosemarie DeWitt, Kyle Gallner, Lukas Gage, Miles Gutierrez-Riley, Peter Jacobson, Dylan Gelula

Genere:

Horror, drammatico

PRO

Interessante come la maledizione del Demone si fondi con quella della pressione di una giovane pop star
Passo in avanti nella regia di Parker Finn che fa esplodere l’orrore su schermo con cognizione di causa
Il film si porta dietro alcuni dei difetti di quello precedente, con la maledizione che non presenta un’evoluzione ma si ristagna
Il minutaggio è eccessivo, nonostante la visione scorri bene nel ritmo