Articolo pubblicato il 24 Dicembre 2024 da Christian D’Avanzo
Netflix è da sempre in prima linea per quanto riguarda la distribuzione di prodotti che siano legati, soprattutto in campo cinematografico, al Natale. L’ultimo in ordine di tempo è Appuntamento a Natale, lungometraggio diretto da Rusty Cundieff e con Christina Milian, Devale Ellis e Kofi Sirifoe nei panni dei protagonisti. Il prodotto, arrivato in streaming a partire dal 6 novembre 2024, rappresenta un primo – timidissimo e scialbo, al netto della top conquistata per ovvie ragioni – tentativo di accompagnare e definire il Christmas Time sulla piattaforma. Ma con quale risultato? Per comprenderlo, di seguito si indica tutto ciò che c’è da sapere a proposito della trama e della recensione di Appuntamento a Natale.
La trama di Appuntamento a Natale: di che cosa parla il film su Netflix?
Prima di procedere con la recensione di Appuntamento a Natale, è importante indicare innanzitutto quale sia la trama del film in questione, diretto da Rusty Cundieff. Il racconto è quello di Layla, una donna che festeggia il suo natale in aeroporto, a causa di un ritardo aereo, e che nella lounge conosce alcune persone, tra cui James. Tra i due nasce una grandissima complicità, determinata soprattutto dal fil rouge dei Pentatonix, di cui Layla è ossessionata e che ogni anno segue in concerto: l’uomo vorrebbe conoscere meglio Layla ma questa è in una relazione con il suo ragazzo da tanti anni, dunque i due si promettono che – in caso di destino che li porterà ad essere single nel Natale successivo – si incontreranno al concerto dei Pentatonix. Quando Layla, nell’anno successivo, scopre di essere stata tradita dal suo ragazzo, va alla ricerca di un biglietto per il concerto credendo nel destino di quell’incontro, ma il concerto è sold out e inizia un’incredibile ricerca, affidandosi ad un concierge di nome Teddy.
La recensione di Appuntamento: “Oh shit, here we go again”
Neve posticcia, personaggi ingiustificatamente abbigliati di colore rosso, biscotti ovunque, situazioni improbabili ma romanticamente melense, Pentatonix e suono di campanelle: il Christmas Time di Netflix è ufficialmente iniziato con Appuntamento a Natale, film che inaugura la tradizione di more of the same natalizi a cui ci si rapporterà in tutte le settimane che precedono il 25 dicembre. Negli ultimi anni, è ormai cosa nota, il Natale inizia ad essere festeggiato sempre prima e, se nel Venezuela di Maduro la festa nel 2024 cadrà ad ottobre per tentare di risollevare gli animi di un popolo in estrema difficoltà, nel resto del mondo si inizia a parlare di Avvento e di cioccolata calda sempre più anticipatamente. Un semplice riflesso dei tempi e, allo stesso tempo, anche una volontà di conquistare quell’allegria che Babbo Natale e soci portano con sé.
A partire da tutte queste premesse, si sviluppa il film diretto da Rusty Cundieff, che il senso del Natale vuol farlo percepire con così tanto grande forza da imporlo – con mezzi anche molto semplicistici – in qualsiasi momento del lungometraggio; quanto è bella la magia del Natale, del resto? Difficile dirlo se si dà uno sguardo soltanto a questo film, che di Natale (paradossalmente) non ha alcuna traccia, dal momento che tutto ciò che porta con sé è incredibilmente esagerato e posticcio, quasi a voler colmare un vuoto che di fatto non esiste, aumentando sì la proposta della piattaforma ma, allo stesso tempo, saturandola di rosso e brillantini, senza avere nient’altro da offrire dal punto di vista tecnico. L’espediente e la portata romantica del racconto è sempre la stessa, per cui viene quasi in mente quel celebre meme “oh shit, here we go again” nel rapportarsi a prodotti di questo genere, che non si discostano in alcun modo da quella che può essere una cornice certamente interessante (per quanto ridondante), ma allo stesso tempo sfruttabile in tanti modi differenti. Con un finale atteso e una dinamica sentimentale delle più banali, il film vorrebbe arricchire la sua proposta con un’idea di viaggio tra i quartieri di New York e le diverse sfaccettature di quotidiana ma – tra miliardari in un palazzo di 82 piani e nobildonne che litigano per l’ultimo modello Chanel – sembra quasi di ritrovarsi in una versione più patinata e kitsch del Decameron di Boccaccio.
A che cosa servono, allora, tutti i buoni sentimenti che un film come Appuntamento a Natale vorrebbe donare allo spettatore con il suo finale e con il suo “e vissero per sempre felici e contenti”? A far credere nella magia natalizia oltre ogni ostacolo? A mostrare che i segni dell’universo possono essere interpretati? A dare l’illusione che amor vincit omnia? A vendere qualche biglietto in più dei Pentatonix, che nel film si palesano come persone isteriche, pronte alla presa in giro e insopportabili con i loro motivetti? La risposta non è semplice da darsi, ma quel che si osserva ha poco altro da dire e non bastano di certo le spalle comiche – in un’ironia generale incredibilmente becera e tendente all’assurdo – per risollevare il tono di un film scialbo, inutile e insostenibile. Che un buon Natale sia, allora, per tutti gli utenti di Netflix.