La piacevole sensazione di Long Distance nel sorridere a condizioni disperate

Il film di fantascienza Long Distance è la nuova regia della coppia formata da Will Speck e Josh Gordon, per un simpatico survival-movie ambientato in un pianeta sconosciuto.
Recensione del film di fantascienza Long Distance

Articolo pubblicato il 17 Novembre 2024 da Vittorio Pigini

Dall’11 novembre 2024 è disponibile in piattaforma streaming, di Amazon Prime Video, il nuovo film diretto dalla coppia di registi Will Speck e Josh Gordon. Prodotto anche dalla DreamWorks, successivamente al film dello scorso anno Demeter – Il risveglio di Dracula, Long Distance – Senza ossigeno è un survival-movie di fantascienza ambientato in un pianeta sconosciuto.

Il simpatico film con protagonista Anthony Ramos segue infatti la lotta per la sopravvivenza di Andy, minatore spaziale che si ritrova risvegliato dal criosonno in un luogo ed in delle condizioni ambientali particolarmente ostili. Di seguito la recensione di Long Distance – Senza ossigeno di Will Speck e Josh Gordon.

La trama di Long Distance, il film di fantascienza con Anthony Ramos e Naomi Scott

Il quinto film diretto dalla coppia di registi Will Speck e Josh Gordon, successivamente alla loro precedente collaborazione in Il talento di Mr. Crocodile del 2022, viene sceneggiato da Spenser Cohen, autore fra gli altri anche di Moonfall di Roland Emmerich. Con Long Distance – Senza ossigeno si torna infatti fra le stelle, per un film che narra la spedizione spaziale della nave mineraria Borealis.

In seguito allo scontro con dei meteoriti, tuttavia, l’equipaggio viene fatto risvegliare dal criosonno e fatto improvvisamente evacuare dalla nave attraverso le navicelle di salvataggio, con il protagonista Andy che viene così spedito verso una direzione ignota.

Lo stesso atterra su un pianeta sconosciuto, è da solo e l’ossigeno sta iniziando a scarseggiare, ma riceve la richiesta di aiuto da un altro membro dell’equipaggio, Naomi. Nonostante i pericoli e la lunga distanza, Andy proverà ad arrivare da lei per provare a sopravvivere.

Recensione film fantascienza Long Distance

La recensione di Long Distance: farsi una risata in condizioni disperate

Dopo aver collaborato alle sceneggiature di film come Moonfall e La profezia del male (Tarot), l’autore Spenser Cohen incontra e si lega all’umorismo della coppia di registi. Will Speck e Josh Gordon vengono infatti dalle commedie con Will Ferrell e Jennfer Aniston, oltre all’ultimo film Il talento di Mr. Crocodile con Javier Bardem. Nonostante il sottotitolo italiano possa far pensare ad una visione claustrofobica e di tensione (per via dell’assenza di ossigeno), Long Distance è il punto d’incontro tra l’avventura fantastica a sfondo catastrofico e la commedia sul confine del romanticismo.

In questo scenario variopinto, la fantascienza rappresenta la scintilla, il motore, il mezzo (spaziale) per traghettare una visione a tutti gli effetti di un survival-movie che porta a servire con facilità l’intrattenimento su schermo. La Long Distance del titolo è infatti quella percorsa dal protagonista Andy, in fuga per cercare un modo per redimere se stesso da un tragico errore (che forse tale non è, ma poco importa al “vittimismo” di una persona).

Bastano infatti poche informazioni ed immagini per dare sfondo alla caratterizzazione di un personaggio che riesce ad avere quel momento di rivalsa nel finale, anche con buoni risultati nel riscontro emotivo soprattutto dal lato scenico. Nel film, infatti, quel survival-movie per cercare di non morire a causa delle pericolanti condizioni fisiche e delle minacce autoctone, si tramuta in una sopravvivenza personale e “spirituale” sull’andare avanti.

Il protagonista Anthony Ramos (A Star Is Born, Transformers – Il risveglio, Twisters) riesce con ampia sufficienza a coinvolgere lo spettatore e a permettere di entrare in sintonia con il suo personaggio. Un’operazione in questo caso necessaria e che risulta anche riuscita, grazie soprattutto al coinvolgimento del personaggio di Naomi Scott. Non arrivando all’interazione tra Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson in Her, l’attrice di Aladdin e Smile 2 non è fisicamente in scena per gran parte del film, ma solo la sua voce permette di creare una certa intimità tra i due personaggi dall’efficace risultato.

Una vicinanza che accresce fisicamente nel finale, nel quale si assiste forse al troppo celere arrivo al dunque e che lascia velenosamente aperta la strada a futuri seguiti. Una drammatica rivalsa personale e le note del sentimentalismo ma, come accennato, Long Distance si concentra quasi principalmente sul lato dell’ironia. In questo caso si impedisce di appesantire la visione, potendo contare su simpatiche trovate di scrittura e regia che si poggiano sull’interpretazione dei suoi personaggi e, soprattutto, sulla voce del fastidioso e vitale assistente L.E.O.N.A.R.D..

La coppia in cabina di regia riesce così ad amalgamare molto bene il lato umoristico con l’avventura del survival-movie, non sacrificando venature drammatiche e sentimentali ma senza riuscire ad eccellere in nessun caso. Long Distance resta così una visione divertente, simpatica e dal buon intrattenimento senza particolari pretese.

La recensione di Long Distance: la simpatia di una visione piacevole e dimenticabile

Una visione dunque piacevole quella di Long Distance che, oltre al Deus Ex Machina dell’ironia semplice e coinvolgente, scorre in maniera oliata lungo i suoi già filtrati 87′. Buono infatti il montaggio del film, che oltre allo sfruttamento del comparto sonoro si pregia anche di un ottimo lavoro sulla direzione della fotografia, efficace nel restituire un ambiente ostile, nascosto ed imperscrutabile. Decisamente meno efficace l’utilizzo di cgi ambientale ed effetti speciali, macchinosi e troppo spesso dallo sgradevole risultato finale, sebbene le creature aliene godano di un buon charcter design che fa eco ai “mostroni” del caso, non solo A Quiet Place.

La narrazione di Long Distance non gode di chissà quale originalità (fattore sempre importante soprattutto se ci si immerge in una visione fantascientifica), ma l’intreccio viene sviluppato a dovere e senza intoppi inserendo qualche interessante trovata in uno sviluppo lineare, dal riciclato evento scatenante allo scontato lieto fine. Come riportato precedentemente, a risultare efficace nel film è soprattutto l’interazione tra i due protagonisti, con un discorso a parte sulla “bizzarra” comparsata del norvegese Kristofer Hivju, il Tormund della serie Il Trono di Spade.

In conclusione, Long Distance – Senza ossigeno non è sicuramente una visione indimenticabile, ma resta un film in qualche modo coinvolgente e che sa sfruttare al meglio i suoi 87′. Mescolando in un bizzarro calderone elementi di fantascienza catastrofica, sentimentalismo, dramma, avventura da survival-movie, horror e soprattutto molta ironia, Long Distance serve un intrattenimento piacevole che vince la sua scommessa soprattutto per per la coppia protagonista.

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Long Distance
Long Distance

La nuova regia della coppia formata da Will Speck e Josh Gordon è un simpatico survival-movie ambientato in un pianeta sconosciuto, con una convincente coppia protagonista.

Voto del redattore:

6 / 10

Data di rilascio:

11/11/2024

Regia:

Will Speck e Josh Gordon

Cast:

Anthony Ramos, Naomi Scott, Kristofer Hivju

Genere:

Fantascienza, azione, commedia

PRO

L’ironia viene amalgamata molto bene al tutto permettendo alla visione di scorrere con facilità.
Buona e convincente l’intesa tra la coppia protagonista.
Di bell’aspetto la messa in scena, che gode anche di un lavoro di livello sulla direzione fotografica.
Una narrazione fin troppo lineare e senza particolari sussulti.
Effetti speciali che risultano troppo spesso sgradevoli alla visione.
Un calderone di genere ben amalgamato ma facilmente dimenticabile.