Spellbound – L’incantesimo: come finisce? La spiegazione del finale del film d’animazione su Netflix

Disponibile sulla piattaforma digitale Netflix il nuovo film d’animazione prodotto da Skydance Animation, con canzoni originali firmate da Alan Menken: qual è il significato del finale di Spellbound – L’incantesimo?
La spiegazione del finale di Spellbound - L'incantesimo, prodotto da John Lasseter

Dal 22 novembre 2024 è disponibile nel catalogo della piattaforma digitale Netflix, il nuovo film d’animazione prodotto da John Lasseter, regista di Toy Story (1995), con un cast vocale d’eccezione, che vede la presenza di Rachel Zegler e i premi Oscar: Javier Bardem e Nicole Kidman. Ma come finisce Spellbound – L’incantesimo? Di seguito tutte le informazioni necessarie sulla spiegazione del finale del film diretto da Vicky Jenson.

Spellbound – L’incantesimo, il finale del film d’animazione

ATTENZIONE!!! SPOILER!!!!

Il re Solon e la regina Ellsmere sono riusciti insieme a mettere da parte i loro rancori di coppia, salvando la loro figlia Ellian dal vortice dell’oscurità, calandosi esclusivamente nel ruolo di genitori, in modo tale da esprimere il loro comune amore verso di lei. Il gesto ha permesso non solo di mettere in pace l’animo della ragazza, ma di far spezzare l’incantesimo che li rendeva dei mostri, cosicché finalmente possono riavere le loro sembianze umane.

Un anno dopo, nel regno di Lumbria prosperano pace e armonia, in particolare nella famiglia di Ellian, dove si è trovata un necessario equilibrio tra i componenti: mamma e papà, ormai consci di non poter più continuare il matrimonio, vivono separati, ma sereni nel svolgere il proprio ruolo. Ora la protagonista, all’alba dei suoi sedici anni, può vivere la sua vita in piena normalità, per quanto possa esserlo quella di una principessa.

Spellbound – L’incantesimo, la spiegazione del finale del film Netflix

Non capita tutti i giorni di vedere in un film per famiglie un lieto fine in cui il suddetto consiste nella fine dell’unione matrimoniale tra i genitori del personaggio protagonista; soprattutto in questo periodo dove ci si sta avvicinando alle festività natalizie, ogni prodotto audiovisivo indirizzato al quel target di solito chiude tutto con il pieno happy ending, in cui l’amore trionfa su tutto, per la maggior parte delle volte in modo assai retorico, e i problemi svaniscono magicamente.

La pellicola diretta da Vicky Jenson sotto questo punto di vista compie un grande passo avanti: viene lasciata da parte l’atmosfera da “famiglia del Mulino Bianco”, per invece mostrare come la vita a volte debba essere il risultato di un compromesso, doloroso si ma necessario per mantenere serenità e convivialità. In certi casi, una famiglia giova della consapevolezza raggiunta dalla coppia adulta nel capire che tale percorso è giunto al termine; il tentare di stare insieme per il bene del figlio/a non porta assolutamente a nulla di buono, ma porta la situazione ad un inasprimento insostenibile. Un insegnamento ai genitori a proposito della ricerca di collaborazione nella crescita e nell’educazione, evitando di prevaricare l’uno sull’altro, ma anche un insegnamento ai bambini, perché accettino che l’amore tra marito e moglie possa finire, senza che ciò influisca sul bene verso di loro.