Articolo pubblicato il 4 Gennaio 2025 da Bruno Santini
Il suo esordio al cinema in Italia c’è stato in occasione del 1 gennaio 2025 e, fin da quel momento, Nosferatu ha fatto tantissimo parlare di sé in virtù di una serie di motivi. Gli elementi non mancano, così come è particolarmente importante la caratterizzazione dei personaggi – tra cui anche i baffi di Nosferatu che hanno fatto storcere il naso a non pochi spettatori – che permette di costruire un racconto molto importante sotto tutti i punti di vista. In molti avranno notato che, in diversi passaggi del film (sia in lingua originale che nel doppiaggio italiano), ci sono delle frasi che vengono pronunciate in una strana lingua. Naturalmente, ci si riferisce soprattutto a quella parlata dal Conte Orlok nel film: ma di quale si tratta?
L’utilizzo del romeno nel film Nosferatu di Robert Eggers
La caratterizzazione degli ambienti, dei personaggi e delle diverse componenti estetiche e narrative, per Robert Eggers, rappresenta un fattore molto importante. Per questo motivo, non sorprende sapere che per il regista fosse fondamentale avere delle riprese soddisfacenti della Transilvania, anche se la produzione non ha reso possibile dirigere parte del film proprio in quel contesto; le stesse riprese in nave, realizzate con un team russo e con condizioni climatiche molto proibitive, hanno portato Robert Eggers a conoscere delle realtà anche molto estreme per un regista.
Tutto ciò lo si dice per un motivo molto semplice: era abbastanza semplice immaginare che il film si servisse del romeno per parte delle sue espressioni, soprattutto dal punto di vista narrativo e di caratterizzazione dei personaggi. Si ascolta la lingua romena quando Thomas giunge in Transilvania e conosce i cittadini di un piccolo villaggio, che si prendono gioco di lui perché straniero, ma anche quando la nave – che trasporta topi e lo stesso Nosferatu – viene presa d’assalto dalla peste e i marinai parlano l’uno con l’altro. Il romeno, con la conseguente scelta di non tradurlo, crea sicuramente delle buone condizioni di immedesimazione nel film, con il dialogo tra i personaggi che si fa difficoltoso, soprattutto quando è Thomas a parlare con altri o ha bisogno di una traduzione nella sua lingua.
Qual è la lingua che parla Nosferatu nel film?
Se il romeno è la lingua che viene utilizzata dagli altri personaggi nel film di Robert Eggers, per caratterizzare meglio l’ambiente che viene scelto di portare sullo schermo, è ancor differente e ben più marcata la lingua di cui si serve Nosferatu stesso. Come si può notare, la lingua del Conte Orlok non è il romeno che viene utilizzato dagli altri personaggi, ma un parlato molto più cadenzato e quasi ritmico, che viene accompagnato dal modo di pronunciare compassato del vampiro, soprattutto quando parla in inglese: ma qual è, allora, la lingua di cui si serve Nosferatu? Potremmo definirla come lingua dacica o daca: trattasi di una lingua sostanzialmente estinta, che viene reinventata per questo film e che rimanda ad una serie di dialetti del popolo della Dacia che sono andati definitivamente perduti intorno al sesto secolo d.C., sulla base della quale si eredita anche il moderno romeno. Come si può ascoltare, appartenendo al ceppo delle lingue indioeuropee, il dialetto parlato dal Conte Orlok ha molti legami con il latino e ne condivide parte della terminologia, oltre che dell’accentazione, risultando per questo molto simile anche a molti termini dialettali di cui ci si serve soprattutto nel Sud Italia.