L’abbaglio, ovvero l’Italia unita sotto la bandiera della truffa

Roberto Andò torna a dirigere Toni Servillo e il duo composto da Ficarra e Picone, questa volta per raccontare la Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi: qual è il risultato del film?
La recensione de L'abbaglio, diretto da Roberto Andò, con Toni Servillo, Ficarra e Picone

Articolo pubblicato il 20 Gennaio 2025 da Giovanni Urgnani

Distribuito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 16 gennaio 2025, grazie a 01 Distribution, il nuovo film di Roberto Andò (La stranezza) vede tra i protagonisti Toni Servillo (Iddu – L’ultimo padrino) e il duo comico composto da Salvatore Ficarra e Valentino Picone (Santocielo), di nuovo insieme questa volta all’interno della celebre Spedizione dei Mille, durante il Risorgimento. Ma qual è il risultato de L’abbaglio? Di seguito la trama ufficiale e la recensione del film, con allegato il trailer ufficiale.

La trama de L’abbaglio, il film di Roberto Andò

La pellicola è stata prodotta da Tramp Limited e Bibi Film, con la partecipazione di Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con la piattaforma digitale Netflix. Oltre allo stesso regista, la sceneggiatura è firmata anche da: Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. Ma di cosa parla quindi L’abbaglio? Di seguito la trama ufficiale del film diretto da Roberto Andò:

“5 maggio 1860: Giuseppe Garibaldi si prepara a compiere l’impresa dei Mille e affida al colonnello Vincenzo Giordano Orsini l’incarico di reclutare i volontari. Fra questi ultimi ci sono Domenico, un siciliano claudicante specializzato in fuochi d’artificio, e Rosario, un palermitano emigrato al Nord che millanta un titolo nobiliare e un passato all’accademia militare. l manipolo di uomini provenienti da tutta Italia vuole liberare la Sicilia dai Borbone e unire il Paese, ma alla prima battaglia a Marsala Domenico e Rosario disertano e si imbarcano in un viaggio attraverso la Sicilia, il primo per ritrovare la donna che ha promesso di sposare, il secondo cercando riparo da chi al Nord ha scoperto i suoi trucchi.”

La recensione de "L'abbaglio", il film con Ficarra e Picone, uscito al cinema il 16 gennaio 2025.

La recensione de L’abbaglio, con Ficarra e Picone

La rilettura della Storia è un processo in continua evoluzione, con l’avanzare degli anni si cerca sempre di più di ricostruire gli eventi per quello che sono stati, distaccandosi in maniera progressiva dalla possibile contaminazione ideologica e dai forti interessi politici che possono filtrare la narrazione dei fatti in base alle esigenze circostanti. È il caso del Risorgimento: un periodo affascinante, ricco di sfumature e complessità; a discapito di un immaginario collettivo che lo vuole colmo di eroi, di ideali e di partecipazione popolare, tutti elementi considerati imprescindibili per l’ottenimento della fatidica Unità.

Il processo di riconsiderazione incomincia proprio dalla figura celebre di Giuseppe Garibaldi, trasposto audiovisivamente innumerevoli volte e qui leggermente defilato a livello di minutaggio, ma capace di essere ovunque, caratterizzato da un alone di dubbio e ambiguità, le cui parole forse nascondono altri tipi di pensieri e un personalismo potente, non incline a condividere la scena con individui che potrebbero eclissare la sua immagine. Roberto Andò attinge ad un periodo così importante come la spedizione in terra di Sicilia per ricostruire il DNA di uno Stato, e del suo tessuto sociale, paradossale e ambivalente fin dalla sua nascita; un’Italia quasi già rassegnata in partenza a convivere con i suoi innumerevoli compromessi e svariati status quo talmente radicalizzati da rendere vano qualsiasi tentativo di rinnovamento.

Ne sa qualcosa il colonnello Vincenzo Orsini, un siciliano emigrato all’ estero per liberarsi da una cappa per lui soffocante, figlia di una mentalità che vorrebbe sradicare e ribaltare come un calzino, e in effetti, la campagna unitaria sembra l’occasione perfetta per tornare in patria, al fine di ricostruirla dal punto di vista sociale e culturale. Un’impresa assai più ardua rispetto alla conquista militare di nuovi territori e al conseguente stabilire i nuovi confini: cambiare gli italiani è come svuotare l’oceano con un cucchiaio, prima o poi ci si lascia trasportare dalla rassegnazione, comprendendo quanto fino in fondo nessuno voglia mutare nulla, mantenendo ogni cosa così com’è, salvaguardando uno strambo ma solido equilibrio.

Qui entrano in gioco Ficarra e Picone, emblemi di un’italianità costernata dall’imbroglio, dalla furbizia e dalla cura del proprio orticello, considerata codarda perché non intende versare il suo sangue in nome di una battaglia che non sentono loro, rappresentando quei siciliani che non hanno visto la differenza tra l’essere sotto il dominio dei Borbone e quello dei Savoia, forse consapevoli prima degli altri di quanto il vento del cambiamento soffi verso un’altra direzione.

Grazie ad un livello recitativo ben superiore alla media, il duo rispecchia la capacità del popolo italiano a lasciare a bocca aperta: in senso positivo, tirando fuori quel coraggio e quel senso collettivo nel momento necessario, ovviamente con le sue armi e il suo modus operandi, la truffa; in senso negativo, in cui le catene dei caratteri sopracitati non si riescono a spezzare, dove tutto rimane a galleggiare in uno stagno paludoso, convinto delle sue certezze e disilluso verso qualsiasi possibilità alternativa.

L’abbaglio è ottimamente confezionato come un kolossal in costume, dove l’epoca storica viene ricostruita nei minimi dettagli, grazie anche a scelte d’inquadratura adeguate all’occasione, con il contesto di guerra raccontato senza la minima intenzione di spettacolarizzare le battaglie, avendo invece come obiettivo portare il focus su chi negli scontri ci rimette la vita, in particolare tutti quei giovani a cui l’avvenire è stato tolto, spinti, se non addirittura ingannati, dalla prospettiva e dalla promessa di uno migliore. A fare da spina dorsale è il ricorso ad un tono da commedia grottesco, cinico e pungente, da cui il pubblico può attingere a diversi spunti di riflessione, permettendosi così di raggiungere un’amarissima consapevolezza del contesto in cui si è sempre vissuto e sempre si vivrà, grazie al quale il vincitore resta sempre quello che sa portare a sé la mano di gioco vincente.

Trailer ufficiale de L’abbaglio, diretto da Roberto Andò
4,0
Rated 4,0 out of 5
4,0 su 5 stelle (basato su 1 recensione)
La recensione de L'abbaglio, diretto da Roberto Andò, con Toni Servillo, Ficarra e Picone
L'abbaglio
L’abbaglio

"Ambientato nel 1860, si svolge durante l'epopea dei Mille in Sicilia, partiti per portare a compimento L'Unità d'Italia."

Voto del redattore:

9 / 10

Data di rilascio:

16/01/2025

Regia:

Roberto Andò

Cast:

Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory e Giulia Lazzarini

Genere:

Commedia, storico

PRO

L’attenzione registica posta sul dramma della guerra e suoi giovani che la combattono
L’utilizzo di una comicità non sguaiata, ma grottesca e riflessiva
Ficarra e Picone mai così convincenti nella loro prova attoriale
Nessuno