Silo 2 è una distopia travolgente quanto claustrofobica

Rebecca Ferguson è la protagonista della seconda stagione “Silo”, la serie sci-fi thriller disponibile sulla piattaforma Apple TV+.
Silo creata da Graham Yost

Articolo pubblicato il 14 Febbraio 2025 da Andrea Boggione

Liberamente tratta dall’omonima serie di romanzi scritti da Hugh Howey, “Silo” è una serie tv di fantascienza ideata da Graham Yost e ambientata in questo particolare futuro dispotico che mostra un’umanità costretta a vivere in un gigantesco silo sotterraneo, senza poter uscire all’esterno. Un adattamento televisivo nato diverso tempo fa, ma che ha preso forma pian piano nel corso degli anni fino alla realizzazione e pubblicazione sulla piattaforma streaming Apple TV+. Il grande mistero che ruota intorno alla serie, però, resta uno solo: qual è il motivo per cui l’umanità si trova costretta a vivere in questo silo? La superficie è davvero inabitabile? Di seguito la sinossi e la recensione della seconda stagione dello show televisivo targato Apple con Rebecca Ferguson. 

La trama della seconda stagione di “Silo” 

La serie creata da Graham Yost racconta di questa grande comunità relegata in un immenso silo, circa 10.000 persone si trovano a vivere in una struttura di 144 piani per il volere della propria società che diversi anni prima ha deciso che la superficie era oramai inabitabile e ricca di aria tossica e nociva per l’essere umano. L’intera popolazione segue un determinato numero di regole che teoricamente sono pensate per proteggerle e per la loro sopravvivenza, ma forse non è del tutto così. Se la prima stagione si concentra sul presentare determinati dubbi da parte di alcuni sulle possibilità di vita al di fuori del silo, la seconda parte mostra gli effetti dell’espulsione del nuovo sceriffo designato, Juliette Nichols (Rebecca Ferguson), anch’essa convinta che la terra è ormai di nuovo abitabile. 

Una volta uscita dal suo silo, però, Juliette si rende conto che la situazione non è delle migliori e nel tentativo di mettersi in salvo irrompe nel silo più vicino, il 17, dopo essersi arrampicata su un’immensa pila di cadaveri sparsi all’ingresso. Nel suo esplorare i vari livelli della struttura finisce per imbattersi in un possibile sopravvissuto, ma tanti altri segreti si celano all’interno di questo silo tra flashback e colpi di scena. Nel frattempo nel 18 pare che cominci a prendere piede un’aria di rivolta, motivo per il quale Bernard Holland (Tim Robbins) è costretto ad intraprendere contromisure drastiche nella speranza di fermare ogni qualsivoglia tipologia di minaccia per il silo. Due storie legate da un filo conduttore che viaggiano, però, su due binari differenti, ma quando e come si incontreranno? 

Silo creata da Graham Yost

La recensione di Silo 2, la serie distopica creata da Graham Yost 

Dopo una prima stagione illuminante sotto diversi punti di vista, anche questa seconda parte dello show risulta molto interessante ed un piccolo gioiellino televisivo. Apple TV+ raccoglie i frutti dell’ennesima grande produzione tv e regala al pubblico una nuova stagione altamente intrigante e allargando i propri orizzonti. Scenografie e ambientazioni ancor più dispendiose che riescono a restituire quell’effetto di realismo perfetto così da poter catturare lo sguardo dello spettatore. Inoltre, tutto questo nuovo racconto prende vita attraverso due macro trame diverse: da un lato prosegue la storia del silo 18 e delle potenziali rivolte che potrebbero nascere, mentre dall’altro il personaggio di Juliette è sempre più protagonista ed affronta un grande e pericoloso viaggio. 

Se la prima stagione era molto frammentaria, giocando con le intersezioni che si venivano a creare tra presente e passato, questa volta non mancano dei veri e propri flashback per approfondire tutta la back-story di Juliette, mostrando il legame con la su famiglia, soprattutto con suo padre, il Dr. Pete Nichols (Iain Glen), ma anche alcuni momenti del passato con protagonisti gli abitanti del silo 17. Alcuni dettagli che vanno a costituire pezzo dopo pezzo il passato di determinati personaggi, una sorta di grande e lungo approfondimento utile ai fini narrativi, regalando qualche indizio in più, poco per volta, sulla risoluzione del mistero che aleggia sulla serie fin dalla prima puntata della prima stagione: per quale motivo la popolazione è costretta a vivere in un immenso silo? 

Mescolando generi di versi Graham Yost, lo showrunner, confeziona una seconda stagione sulla carta sci-fi, questa volta aggiungendo un tocco thriller, a tratti quasi spettrale. Infatti, navigando tra ricordi e flashback si ha che fare con degli spiriti, coloro che non ci sono più, ma che continuano a vivere attraverso le loro parole o il loro vissuto. Dalla fotografia alle scenografie si crea più di una volta un profondo gioco di luci che creano sequenze di estrema tensione, utilizzando silenzi e buio. In più, come traspare dai romanzi, l’intero racconto ha al suo interno uno studio psicologico che lavora su una sequela di personaggi e momenti figli di traumi o condizioni più che avverse, quegli stessi elementi che vanno poi a forgiare carattere e futuro, portando alla crescita o decrescita di un determinato personaggio. 

La protagonista indiscussa resta Rebecca Ferguson, la quale regala una performance di altissimo livello grazie ad un personaggio ricco di sfaccettature che nell’arco di due stagioni percorre un grande arco narrativo ed un percorso interiore per nulla indifferente: passando da semplice provocatrice a paladina della verità e guerriera, ma che in sé continua a conservare quell’innata nostalgia della propria casa e della propria famiglia. In contrapposizione con Juliette c’è, invece, Bernard, un’altra grande prova di Robbins che interpreta un uomo sempre più vittima delle sue azioni, con un gran fiuto ed abile stratega, ma che finisce per cadere nei suoi stessi giochi di potere. 

Il racconto, però, mostra anche tutto quel lato più appannato e meno visibile della società, il fermento che la comunità sta covando nelle parti più in profondità del silo è viva più che mai e, attraverso il gesto di Juliette letto come estremamente eroico, pronto a dare vita ad una grande rivoluzione all’interno del silo. Una dura lotta per scoprire la verità, quella che continua ad essere celata a chi si continua a fare domande, convinta che chi si trova più in alto abbia la risposta. Questa seconda stagione di “Silo” conferma che qualcosa ancora dev’essere scoperto, una verità al momento imperscrutabile, ma questa resta una sorta di grande passaggio in attesa di spiegazioni verso il finale dell’intera opera che, al momento, sarà composta da altre due stagioni

Silo creata da Graham Yost

Silo è una distopia travolgente quanto claustrofobica 

La seconda stagione di “Silo” è la conferma di un prodotto di altissimo livello, la messa in scena di una distopia travolgente quanto claustrofobica, sensazione che è parte fondamentale dell’intero racconto e che il pubblico finisce per provare, sognando di raggiungere assieme ai protagonisti quella tanto agognata libertà e verità. La scena finale, come da canovaccio per ogni serie da più stagioni che si rispetti, è emblematica da diversi punti di vista: da un lato conferma una serie di teorie sviluppate lungo gli episodi, dall’altro porta tanta altre carne al fuoco che sicuramente prenderà forma nelle prossime puntate. L’ennesimo flashback che sottolinea l’unico grande difetto di questa stagione ovvero alcuni passaggi tra storie un po’ macchinosi, ma che regala anche un’ottimo finale aperto per una storia che ancora deve rispondere a tante domande. 

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Silo creata da Graham Yost
Silo 2
Silo 2

In un futuro distopico un’intera comunità è costretta a vivere in un gigantesco silo che si estende per 144 piani sottoterra, 10.000 persone vivono in una società vincolata da misteriose regole pensate per proteggerle dal mondo esterno.

Voto del redattore:

8 / 10

Data di rilascio:

17/01/2025

Regia:

Michael Dinner, Aric Avelino e Amber Templemore

Cast:

Rebecca Ferguson, Rashida Jones, David Oyelowo, Common, Tim Robbins, Harriet Walter, Avi Nash, Rick Gomez, Chinaza Uche, Shane McRae, Clare Perkins e Steve Zahn

Genere:

Drammatico, Sci-Fi

PRO

Un cast in splendida forma
Una ricostruzione degli ambienti incredibilmente realistica
Ritmo incalzante dall’inizio alla fine
Alcuni passaggi tra le due macro trame risultano un po’ macchinosi