Dragon Ball, si può tradurre il namecciano? Come funziona, parole e tanto altro

Tra i tanti elementi che sono stati riproposti in Dragon Ball Daima c’è anche quello della lingua namecciana, di cui si servono Neva e Glorio: ma come funziona, come si traduce e quali sono le sue parole?
Dragon Ball, si può tradurre il namecciano? Come funziona, parole e tanto altro

Articolo pubblicato il 19 Febbraio 2025 da Bruno Santini

In Dragon Ball Daima, con il personaggio di Neva che appare in più momenti all’interno della serie e che diventa determinante anche per la trasformazione di Goku in Super Sayan 4, osserviamo nuovamente dei namecciani che utilizzano la loro lingua e che si servono di formule particolari, soprattutto per l’evocazione del Drago Polunga. Non è la prima volta che ciò accade nella storia di Dragon Ball, dal momento che effettivamente avevamo già fatto la conoscenza del pianeta Namecc e di numerosi termini, espressioni e formule namecciane che venivano utilizzate in diversa misura. Il personaggio di Junior/Piccolo, del resto, è proprio un namecciano anche se effettivamente non conserva la conoscenza della lingua: per questo motivo, soprattutto in virtù di una mancata traduzione che avvenga nelle puntate di Dragon Ball, in molti si chiedono se sia effettivamente possibile tradurre questa lingua, quali sono le parole utilizzate, quale il funzionamento della lingua di Namecc e tanto altro ancora.

Come funziona il namecciano e come tradurlo?

Nel corso della storia del cinema e della televisione sono state tante le lingue introdotte in diversi prodotti e franchise di grande livello, soprattutto quando parliamo di blockbuster che volessero costruire un mondo interno a quello che viene presentato sullo schermo. Basti pensare alla lingua Na’vi, ad esempio, o ai numerosi linguaggi della Terra di Mezzo mentre, più di recente, sullo schermo abbiamo avuto modo di conoscere il Chakobsa nel dettaglio. Tra le lingue sicuramente più affascinanti, che vengono presentate in Dragon Ball, c’è il namecciano, che viene parlato sul pianeta Namecc e, dopo che questo viene distrutto nell’ambito degli eventi di Dragon Ball Z, da quei namecciani come Dende che continuano a servirsene per effettuare delle evocazioni (come quella di Polunga) o per utilizzare i loro poteri.

Anche in Dragon Ball Daima il namecciano viene utilizzato per evocare Polunga da Glorio, oltre che da Neva per disattivare i cancelli che impediscono l’accesso al Primo Mondo Demoniaco. In virtù di questi reiterati utilizzi, c’è certamente la curiosità nel comprendere come funziona il namecciano e come tradurlo, ma purtroppo c’è una brutta notizia in merito: non esiste un effettivo linguaggio strutturato che permetta di comprendere il namecciano il che, tradotto, significa che la lingua non è abbastanza ampia da permetterlo. Sporadicamente, soltanto alcune frasi sono state presentate anche con una certa casualità, il che fa pensare che non esiste uno studio linguistico alla base che permetta – banalmente – di far corrispondere una parola dei linguaggi terrestri ad una namecciana.

È possibile tradurre il namecciano? Le parole che conosciamo e il loro significato

Dal momento che non esiste un’effettiva traduzione del namecciano né un sistema linguistico che lo renda possibile, anche quelle poche parole che sono state spiegate nel corso degli anni non possono essere utilizzate come chiave di base per effettuare una sorta di interpretazione decriptata, e complessiva, di tutti i codici osservati negli anni, benché gli studi sulla lingua namecciana siano comunque stati realizzati nel corso dei decenni. Sappiamo, ad esempio e come spiegato da Mr. Popo, che “Piccolo” significa “mondo diverso”, mentre Porunga (il nome del Drago presente su Namecc) ha il significato di “dio dei sogni”. Parole così sparse, però, non guidano comunque nell’opera di traduzione, per quanto sia comunque stato trovato un corrispettivo simbolistico della parola “Namecc”, almeno stando a quanto si osserva in un contributo di Todd Blankenship, un utente che ha studiato alcune conservazioni presenti nel manga di Dragon Ball Z. Decisamente troppo poco per ottenere uno studio approfondito della lingua, ma comunque qualcosa su cui basarsi.