The Breaking Ice è un (debole) esperimento di amore e di presente

Dopo essere stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023 nella sezione Un Certain Regard, The Breaking Ice arriva al cinema in Italia dal 13 marzo 2025: ma qual è il suo risultato?
The Breaking Ice è un (debole) esperimento di amore e di presente

Articolo pubblicato il 26 Febbraio 2025 da Bruno Santini

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023 (dove il regista Anthony Chen è un vero e proprio habitué) e in uscita al cinema in Italia a partire dal 13 marzo 2025, The Breaking Ice è un film romantico e drammatico che approfondisce la delicata e sempre più complessa relazione tra tre ragazzi, le cui vite vengono colte nel segno della dissoluzione e della depressione. In un momento di grande instabilità sociale, che diventa difficoltà anche umana, Anthony Chen tenta di mettere in piedi un film composto da quel senso di perdizione e intriso di citazionismo ed essenzialità, ma non riuscendo sempre nel suo intento: di seguito, attraverso la recensione di The Breaking Ice, tentiamo di saperne di più.

La recensione di The Breaking Ice: amore, ostinazione e suicidio nel nuovo film di Anthony Chen

C’è, da un lato, l’amore che porta a compiere delle scelte scellerate e che risolleva da quello stato di torpore che si ritrova nell’esistenza e quell’immobilizzazione della depressione, del riempianto e della nostalgia di periodi (non necessariamente vissuti) lontani da noi. The Breaking Ice prova a mettersi al centro di un discorso evidentemente molto ampio, e ciò non sempre costituisce un motivo di grande successo per il lungometraggio. Fin dalle sue immagini iniziali, che danno titolo al film e che mostrano proprio quel ghiaccio e quel clima che si vuole utilizzare come cornice del lavoro portato sullo schermo, c’è una grande aderenza a quel tema di concretezza che soltanto raramente sfuma in un oggetto maggiormente metaforico, quando si tratta di parlare di sentimenti e del loro valore.

Hao Feng è un ragazzo che si trova al confine tra la Corea e la Cina per un matrimonio, ma che appare – più che addolorato e in preda alla voglia di morire – disilluso e stanco della sua intera vita, tanto da meditare il suicidio. Ma si tratta di una scelta reale, di un qualcosa di pensato, o piuttosto di una posa, di un elemento a cui tende comodamente per abbandonare la complessità dell’esistenza? Probabilmente, e parlare di suicidio (anche nel cinema non è mai facile) è necessario dismettere l’idea dell’estremo gesto come di un qualcosa che avviene a seguito di lungo struggimento e dolore, sostituendola piuttosto con un qualcosa di molto simile rispetto a ciò che si osserva all’interno di The Breaking Ice. Depressione e inadeguatezza – che riportano ad Arirang di Kim-ki Duk citato nel film, ma in quel caso parliamo di ben altro risultato – sono due elementi molto vividi nel film, che cerca di aggiungere a questi due sentimenti anche un’ulteriore rappresentazione, con l’amore. Probabilmente, è proprio nel senso di rapporto fugace ed effimero, mai realmente concreto – se non in qualche rapporto che però sfuma in poche dissolvenze – che il film fallisce il suo obiettivo maggiore: c’è una certa eleganza nel rappresentare il sentimento come un qualcosa che smuove dalla monotonia dell’esistenza, ma The Breaking Ice si accontenta di gettare l’esca e non raccogliere mai il frutto della sua rappresentazione, offrendo sì delle immagini interessanti (come quella del Lago Tianchi, della chitarra o della doccia) ma non riuscendo mai a rinforzare l’ossatura del film nelle sue fondamenta.

È un film figlio del suo tempo, e anche di un cambiamento nel modo di fare cinema: non è più importante, necessariamente, approfondire ogni gesto e ogni parola, così come non tutte le storie meritano di essere raccontate. Quella del passato di Nana, che ha abbandonato una fiorente carriera olimpionica nel pattinaggio artistico a causa di un infortunio, è una storia forse non necessariamente così interessante, o semplicemente un qualcosa che non ha bisogno di essere raccontato: e non è un problema, sia chiaro, ma il film compie questa scelta praticamente sempre, immergendosi in un filone di vagabondaggio artistico in cui la cura tecnica c’è, ma manca tutto il resto in funzione della narrazione, al netto di una buona interpretazione dei tre attori protagonisti.

La traccia del presente costantemente sullo sfondo del cinema cinese

Un anno dopo la presentazione di The Breaking Ice al Festival di Cannes 2023, la Croisette ha accolto un altro film di un regista cinese particolarmente amato sul suolo francese: Caught by the Tides, attualmente ancora inedito in Italia. Uno degli elementi che maggiormente spiccava, in quel cinema fatto di silenzi e di rappresentazioni che non avevano bisogno del dominio della parola, era la capacità di raccontare il presente senza mai farlo in maniera didascalica: il nostro tempo, o comunque il tempo contemporaneo al racconto, è costantemente evocato dalle immagini, che restano sullo sfondo e che ritornano in alcuni momenti catartici del lungometraggio, indipendentemente dalla sua funzione narrativa.

Ci ritroviamo in un momento storico di forte crisi identitaria (e per certi versi anche artistica), dove ripiegare sull’umano rappresenta sicuramente un fattore di espressione, scontata o innovativa che sia, necessario: The Breaking Ice, che si avvale del presente non soltanto attraverso gli specifici riferimenti alla contemporaneità, tenta allora di immergere tanto i suoi personaggi, quanto lo spettatore in una dimensione vicina e tangibile, in cui ogni umano è possibilmente l’umano portato sullo schermo. Nana, Hao Feng e Han Xiao sono allora non soltanto l’oggetto di quel ménage à trois che il film vuole rappresentare, ma anche un emblema di chi lo spettatore è e può essere, immerso com’è in un mondo in totale dissoluzione e in costante difficoltà. Certo, il taglio di questa rappresentazione (che talvolta si accontenta soltanto di qualche immagine comunicata fugacemente e non contestualizzata fino in fondo) non è sempre ideale, ma è interessantissimo notare come il cinema cinese, e comunque più in generale quello asiatico, sia costantemente promotore di questa funzione del racconto e di questo spirito di osservazione del reale.

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The Breaking Ice
The Breaking Ice

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023, The Breaking Ice è un film cinese che racconta di un complesso e stimolante ménage à trois tra tre amici.

Voto del redattore:

6.5 / 10

Data di rilascio:

13/03/2025

Regia:

Anthony Chen

Cast:

Zhou Dongyu, Liu Haoran, Qu Chuxiao

Genere:

Romantico, drammatico

PRO

La rappresentazione della depressione
Il senso del presente in cui è immerso il film
Le interpretazioni dei tre attori
Il film resta costantemente in superficie rispetto a tutti i suoi temi
Nessun aspetto del film riesce ad essere ben approfondito
Il clima di vagabondaggio appare fine a se stesso