Articolo pubblicato il 2 Marzo 2025 da Bruno Santini
Spesso la Giustizia viene ritratta in modo univoco: spada e bilancia in entrambe le mani per raffigurare l’equilibrio, benda sugli occhi per rappresentare l’imparzialità. Insomma, la legge è uguale per tutti. Un dogma che, purtroppo, non sempre viene rispettato. Ma quando la legge non riesce ad essere incisiva, chi può ergersi al di sopra di essa? Ed è proprio qui che entra in gioco Matt Murdock, avvocato cieco di giorno ed implacabile giustiziere di notte. Stan Lee, mammasantissima della Marvel, ha sempre avuto a cuore le storie ordinarie di esseri in realtà straordinari. Era ovvio, quindi, che seguendo il ragionamento dei supereroi con superproblemi, Stan “The Man” abbia concepito un eroe urbano con il quale è facile immedesimarsi. Non solo per la disabilità di quest’ultimo, ma per i suoi problemi e le sfide quotidiane a cui è sottoposto, con la contraddizione del dualismo avvocato/vigilante a farla da padrone.

Daredevil: il Diavolo di Hell’s Kitchen
Giudice e giuria, ma mai boia. Devil non uccide, non diventa un assassino come il suo “collega” Punisher (sebbene quest’ultimo abbia delle valide motivazioni per fare ciò che fa). Murdock cerca giustizia in un modo alternativo: da avvocato difende i deboli dalle ingiustizie quotidiane, ma a volte, si sa, le sentenze non sono del tutto eque. Ecco quindi che interviene Daredevil a sistemare le cose in maniera definitiva. Si potrebbe quasi dire che il lavoro del Diavolo non finisce mai: Matt, quindi, ha un impiego praticamente infinito, come se il suo alter ego sia una prosecuzione del lavoro da legale e viceversa. Ma Daredevil non è solamente un becero giustiziere che si fa strada rompendo le ossa dei cattivi. Devil è una metafora del fondamento spirituale. Matt Murdock è cresciuto in un ambiente profondamente religioso, ragion per cui il cattolicesimo non è solamente un aspetto superficiale della sua personalità ma è soprattutto un codice di condotta che gli permette di cercare il perdono e la redenzione. Un aspetto che gli permette di non oltrepassare la sottile linea rossa dell’illegalità, grazie alla fede Matt riesce a non diventare come i criminali a cui da la caccia. Inoltre il suo essere un fervente cristiano gli permette di fare ammenda per le azioni che compie nei panni di Devil, creando così un perfetto contraltare equilibrato con il suo lavoro diurno da avvocato. Insomma, Stan Lee e Bill Everett nel 1964 ci avevano visto giusto: Matt Murdock è la rappresentazione cartacea della Giustizia, equilibrato ed imparziale. Un personaggio decisamente poco super ma parecchio eroistico con il quale è facile empatizzare.

Daredevil al cinema: il film con Ben Affleck
Sebbene il Diavolo Custode sia apparso in svariate serie animate come guest star, per vedere l’esordio di Matt Murdock in live action bisognerà attendere il 1989. Processo all’Incredibile Hulk è il terzo film per la tv dedicato alle imprese del Golia Verde interpretato da Bill Bixby e Lou Ferrigno. In questa pellicola Hulk viene incastrato da un paio di scagnozzi di Wilson Fisk (interpretato da John Rhys-Davies, il nano Gimli della trilogia de Il Signore degli Anelli) e a difenderlo in tribunale ci sarà proprio lui, Matt Murdock. Una prima apparizione non del tutto memorabile e anche piuttosto camp, decisamente sopra le righe e, tutto sommato, divertente. Tuttavia per il debutto ufficiale sul grande schermo si dovrà aspettare il 2003.
I primi anni del nuovo millennio erano quel periodo storico dove la Marvel al cinema faceva faville. I primi due lungometraggi su Spider-Man diretti da Sam Raimi e i due X-Men di Bryan Singer avevano messo d’accordo pubblico e critica, in un connubio tra perfetta rappresentazione fumettistica e film autoriale di alta scuola. Purtroppo però non sempre le ciambelle escono col buco. Daredevil, scritto e diretto da Mark Steven Johnson, è stato a tutti gli effetti un mezzo fiasco pur paradossalmente portando a casa la pagnotta con dei risultati al box office più che ottimi. Forte di un cast variegato, da Ben Affleck a Jennifer Garner passando per Colin Farrell e il compianto Michael Clarke Duncan, Daredevil non è tuttavia riuscito a fare quello che Raimi e Singer avevano fatto con l’Uomo Ragno e i mutanti di Charles Xavier. Sebbene il pubblico l’abbia tutto sommato apprezzato, la critica non ci è andata molto leggera con il film di Johnson. A distanza di vent’anni esatti dalla sua release, il primo lungometraggio di Devil risulta esattamente quello che era all’epoca: un videoclip musicale lungo due ore scarse. Tante canzoni (con gli Evanescence che fecero la loro fortuna grazie al lancio delle hit Bring Me To Life e My Immortal), tanti slow-motion, una CGI decisamente posticcia ed un montaggio serrato al limite dell’epilettico. Ma soprattutto una narrazione che funziona a compartimenti stagni e che non valorizza le (poche e poco ispirate) sequenze d’azione del film. Se a tutto questo ci aggiungiamo delle performance al limite dell’imbarazzante ed un cast che, per quanto pomposo, risulta poco azzeccato, ecco qua che la frittata è servita. Insomma, un debutto non memorabile ma che in un modo o nell’altro è rimasto impresso nella memoria, forse per i motivi sbagliati. Mark Steven Johnson farà di peggio due anni dopo con Ghost Rider, ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.
Daredevil in tv: Netflix e il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe
Dopo il disastro del film del 2003, i fans erano decisamente imbruttiti per il trattamento riservato ad uno dei migliori supereroi made in Marvel. Non tutto era perduto però, a dieci anni esatti dal debutto cinematografico Daredevil torna in una veste del tutto nuova su Netflix. In associazione con ABC Studios, la divisione televisiva della Marvel sforna quello che è tutt’oggi riconosciuto come uno dei migliori prodotti di stampo supereroistico degli ultimi decenni. Marvel’s Daredevil fa quello che il lungometraggio con Ben Affleck non era riuscito a fare: esplora la psicologia del personaggio, il suo dualismo e le sue contraddizioni. Un viaggio lungo tre stagioni che, tra (tanti) alti e (pochi) bassi è riuscito a rendere giustizia ad un personaggio particolarmente sfaccettato. Charlie Cox nei panni di Matt Murdock è una scelta diametralmente opposta alla fisicità di Affleck: Cox, pur interpretando un non vedente, riesce ad avere l’espressività necessaria per rendere il personaggio credibile e funzionale alla narrazione, che risulta essere ben più complessa di un becero videoclip da due ore. Ad un grande eroe, di solito, c’è un grande villain a tenergli testa. Vincent D’Onofrio è un perfetto Wilson Fisk/Kingpin, un cattivo machiavellico, freddo e calcolatore. Ma anche inaspettatamente umano, D’Onofrio (che i più si ricorderanno nel ruolo di Palla di Lardo in Full Metal Jacket) dimostra ancora una volta di essere un attore di tutto rispetto donando non solo il fisico ma anche una performance profonda e sentita. E nel mezzo? Altri grandi caratteristi ad accompagnare Cox e D’Onofrio, una messa in scena ben congegnata con la ritmica dell’azione posta sempre in primo piano con un resoconto complessivo che esplora in toto tutte le dinamiche di Matt Murdock/Devil.

Ma proprio quando le cose stavano andando per il verso giusto, ecco che Netflix decide di cancellare tutte le serie Marvel uscite in quel triennio. Non solo Daredevil ma anche Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e The Punisher. Tutte con due stagioni all’attivo. Una decisione che lasciò delusi e sgomentati i fans degli show in questione che, pur avendo una qualità troppo altalenante, comunque avevano creato un canone. Canone che viene ripristinato, ufficialmente, nel 2024 ai margini del lancio di Echo, spin-off della serie dedicata ad Hawkeye, entrambe disponibili su Disney+. Tuttavia prima di questo annuncio, Matt Murdock e Wilson Fisk erano apparsi ben prima all’interno del grande disegno del Marvel Cinematic Universe. Murdock/Cox, in un cameo di pochi minuti, nel 2021 è l’avvocato difensore di Peter Parker (Tom Holland), assunto per proteggere il ragazzo dalle accuse infamanti di Quentin Beck (intepretato da Jake Gyllenhaal, vedere il finale di Spider-Man: Far From Home per delucidazioni). Successivamente, l’anno successivo, il Diavolo Custode torna nella serie She-Hulk: Attorney At Law. A questo giro con un rinnovato costume giallo senape in una versione riveduta e corretta della serie Netflix, un ritorno che però ha suscitato non poche polemiche per come il personaggio è stato trattato. Spogliato (letteralmente) dalla drammaticità della serie madre, questo Daredevil è risultato un azzardo poco riuscito anche se decisamente più coreografico e più supereroistico. E invece Kingpin? Un’apparizione nella serie dedicata ad Occhio di Falco (e di rimando anche ad Echo), dove anche in questo caso le polemiche non sono mancate. Troppo depotenziato, troppo sopra le righe, poco fedele al materiale d’origine.
Tuttavia queste apparizioni non sono altro che un esperimento da parte dei Marvel Studios, come se fosse un banco di prova per tastare le reazioni del pubblico per un eventuale ritorno di questi personaggi in pianta stabile. Al netto delle critiche l’esperimento è riuscito: Daredevil tornerà con la prima stagione (ufficialmente la quarta in realtà) su Disney+ il 5 marzo, con il titolo di Daredevil: Rinascita. Un titolo che richiama l’omonima run di Frank Miller e David Mazzucchelli, un ritorno che funge anche da nuovo inizio per il Diavolo di Hell’s Kitchen. Dai trailer si evince un rimando alle atmosfere cupe, seriose e brutali dello show Netflix, abbandonando il rilancio sopra le righe visto nei precedenti show targati Disney. La speranza è che l’eredità dell’Uomo senza paura continui e sia rispettata. Tutto sommato il lavoro del Diavolo non finisce mai.