Fare i conti con la propria storia è da sempre un compito arduo ed è in questi momenti che la coscienza comune di un popolo e di una nazione si cimentano per sempre o finiscono per sfaldarsi definitivamente. Argentina 1985, in concorso alla 79a Edizone d’Arte Cinematografica di Venezia, racconta un momento cruciale per la storia Argentina: il processo a Videla e la sua sanguinaria giunta che nel corso di 5 anni si rese protagonista della pagina più buia di questo stato sudamericano, quella legata ai desaparecidos. Argentina 1985 mette in scena il processo nei confronti di questi spietati carnefici e riesce con buona maestria a destreggiarsi tra la narrazione della storia personale dell’avvocato Strassera incaricato di svolgere la funzione di pubblico ministero e quella del momento storico dell’Argentina negli anni 80. Un Paese avvelenato dalle falsità diffuse dal regime, da un fascino strisciante eppure onnipresente e da interi ministeri e corpi delle forze armate ancora colluse con il precedente dittatore.
Argentina 1985 è un bellissimo inno alla democrazia e alla capacità di un giusto processo di ristabilire lo statuto di libertà andato perso in mezzo a fiumi di bugie e omissioni. In un momento storico come quello attuale questa pellicola mette in luce la resistente e perdurante caparbietà della giustizia di un sistema democratico che tende al perseguimento del bene comune e sconfigge i personalismi e le abiezioni morali incarnate dalla dittatura.
Da sottolineare come il film abbia anche insita un’anima popolare e quindi riesca tramite un linguaggio cinematografico non complesso ma molto efficace a comunicare con una platea piuttosto ampia con la quale riesce ad instaurare un legame emotivo non da sottovalutare.
