Distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi dal 14 marzo 2025, col titolo originale Novocaine, mentre in quelle italiane a partire dal 27 marzo dello stesso anno, grazie al contributo di Eagle Pictures. La nuova commedia d’azione vede come protagonista l’attore figlio d’arte Jack Quaid, noto al grande pubblico per essere il volto del personaggio di Hughie Campbell nella serie Prime Video The Boys, accompagnato da Jacob Batalon (Spider-Man: Homecoming). Ma qual è il risultato di Mr. Morfina? Di seguito la recensione e la trama ufficiale del film.

La trama di Mr. Morfina, il film di Dan Berk e Robert Olsen

La pellicola è diretta dalla coppia di registi Dan Berk e Robert Olsen, con la sceneggiatura firmata da Lars Jacobson, prodotta invece da Safehouse Pictures e Infrared Pictures, in collaborazione con Paramount Pictures per la distribuzione su grande schermo. Ma di cosa parla Mr. Morfina? Di seguito la trama ufficiale del film:

“Nathan Caine è un uomo introverso e meticoloso, nato con una rara malattia genetica che gli impedisce di provare dolore fisico. Cresciuto in un ambiente protetto per gestire questa condizione, ha imparato a vivere ogni aspetto della propria vita con grande prudenza. Tutto cambia quando, durante una rapina in banca, la donna che ama viene presa in ostaggio. In quel momento, ciò che per lui è sempre stato una maledizione diventa la sua più grande forza. La sua insensibilità al dolore gli permette di affrontare situazioni di pericolo con una determinazione e una resistenza fuori dal comune.”

La recensione di Mr. Morfina, con Jack Quaid

Qualsiasi disabilità, fisica o mentale, visibile o non visibile, purtroppo è quasi sempre oggetto di discriminazione ed emarginazione da parte della società “normale”, mai abituata ad aver a che fare con la diversità. L’handicap del personaggio interpretato da Jack Quaid è assai particolare e inconsueto, un incipit fin da subito accattivante (all’interno di una storia di finzione s’intende) per poter sviluppare un intreccio narrativo d’avventura action, all’interno della cornice della commedia. L’attore sopracitato riesce per tutta la durata a mantenere una forte credibilità nel suo ruolo: il classico bravo ragazzo dalla corporatura normale, con una posizione lavorativa stabile e dignitosa ma chiuso al resto del mondo, restio a socializzare per la difficoltà causata dalla sua patologia.

Appena però si presenta l’occasione, persone come queste sono pronte a tirar fuori un coraggio e un’intraprendenza che nemmeno sapevano di avere, ed è naturalmente l’amore il sentimento pulsante in grado di far scattare la molla necessaria a trasformare un carattere timido in un rullo compressore. L’azione diretta dalla coppia di registi Dan Berk e Robert Olsen è bella a vedersi, i movimenti di macchina e il montaggio si muovono all’unisono per regalare una messa in scena divertente, soprattutto perché si gioca ironicamente con l’assurdità della violenza splatter, quasi da cartone animato, senza però cadere nel ridicolo, trovando anzi un godibile equilibrio tra le risate e la suspence generata dal sapere come andranno a finire gli eventi raccontati.

Proposte commerciali come queste sono perfettamente adatte a visioni in compagnia, grazie ad un intrattenimento garantito da un ritmo serrato ma non affannato, da un numero non esageratamente cospicuo di personaggi su schermo e dalla semplicità tipica di tali lungometraggi, privi ovviamente di qualsiasi pretesa concettuale o volontà di scaturire dibattiti postumi alla visione. Ciò non significa dare per scontato un esito positivo, infatti occorre capacità anche nell’elaborazione dei cosiddetti “pop corn movie” e non è affatto facile centrare l’obiettivo; quando ci si riesce non servono grandi discorsi articolati per giustificare il giudizio positivo, l’identità è sufficientemente precisa da rendersi conto subito della dimensione generale, ossia efficace pur essendo alla lunga dimenticabile.